lunedì 28 marzo 2011

ADELANTE, PEDRO, CON JUICIO!

Il Ministro Giulio "Pedro" Tremonti
 Pubblico di seguito un aggiornamento sull’andamento delle aste di titoli di stato italiani ed europei in genere, perché fotografa in modo impeccabile una congiuntura favorevole del mercato finanziario italiano, che speriamo possa perdurare. Lo spread con i bund tedeschi è contenuto, l’asta del 28 marzo è andata bene (anche per una sostanziale tenuta della propensione al risparmio delle popolazione italiana e di una rinnovata fiducia dei mercati sulla tenuta dell’Italia); non si può purtroppo dire altrettanto del Portogallo, una nazione sull’orlo della bancarotta che da molti mesi sta lottando per rinunciare agli aiuti europei che, a questo punto, appaiono indispensabili. Ma il dato di maggiore conforto ci deriva dal cosiddetto “decoupling”, dalla divaricazione che è ormai praticamente in atto tra il primo gruppo di stati periferici destinati alla caduta (Grecia, Irlanda e Portogallo) e il secondo gruppo (Spagna, Italia e Belgio) che non solo tengono, ma si stima che possano, nel medio termine, allontanarsi dalla “zona retrocessione”, stando anche alle ultime stime e valutazioni delle agenzie internazionali di rating. Nonostante la stagnazione evidente della produzione e dei consumi, nonostante il disastroso rapporto tra debito pubblico e PIL, il sistema bancario e finanziario dell’Italia sembra che possa tenere discretamente. Sono, purtroppo, allo studio altre riforme strutturali, le uniche che possano accorciare il divario debito/pil, questo significa ulteriori sacrifici in termini di pensioni e razionalizzazione della spesa pubblica, ma il netto rifiuto da parte di Tremonti di tassare le rendite finanziarie, se da un lato appare iniqua e improvvida, dall’altro è un ottimo segno che, ci auguriamo, possa concorrere ad una lenta ripresa. Questo non significa, ovviamente, che il peggio sia passato. Come ribadito più volte, non si tratta di una crisi economica: è qualcosa di più e di diverso. Si tratta di una svolta storica. Attendiamoci, di conseguenza, nuovi scossoni, nuove incognite. Ma, tutto sommato, se l’euro continua il suo percorso di concorrenza al bene comune e di protezione degli stati aderenti, ci sentiamo di dire, manzonianamente: “avanti, Pedro, con giudizio!”


Asta tranquilla quella di stamattina per l'Italia. E' stata buona la domanda, mentre i rendimenti sono stati misti per i Bot semestrali e i Ctz offerti del Tesoro. I Buoni semestrali sono stati collocati con un rendimento medio ponderato semplice dell'1,396%, in rialzo di 0,089 punti rispetto all'asta precedente, ai massimi di dicembre. In flessione, invece, i CTz scadenza 31/12/2012: la settima tranche è stata collocata con un tasso lordo semplice del 2,451%, in calo di 0,099 punti rispetto al precedente collocamento. Buona ma non eccezionale la domanda, pari rispettivamente a 12,89 miliardi per il BoT semestrale (offerto per 8 miliardi) e a 3,79 miliardi per il CTz, offerto per 2,5 miliardi. L'Italia ha tastato sul campo le novità introdotte dal nuovo Euro Patto per la stabilità e la crescita in europa. E l'ha spuntata. La guerra in Libia, l'allarme nucleare in Giappone e la crisi del Portogallo non hanno sfiorato Roma.
"Settimana scorsa tensioni erano emerse solo sugli spread di Portogallo e Irlanda. Il rischio contagio proveniente da Lisbona, Dublino e Atene è limitato. Il premio al rischio di Italia e Spagna non peggiora in automatico", segnalano i trader. Questo perché forse perché il mercato ha iniziato a farci il callo. C'è chi osserva che gli investitori hanno iniziato a valutare ogni paese di Eurolandia caso per caso. Non è certo una coincidenza se settimana scorsa il rischio Italia ha registrato spread in calo rispetto a quanto osservato a inizio anno. Lo confermano anche gli esperti contattati da Finanza.com. "L'asta odierna è andata bene. I rendimenti sono scesi in linea con il mercato e con nostre aspettative. Buona la domanda favorita da redemptions molto alte", commenta Elia Lattuga, Fixed Income Strategist di UniCredit. Oggi in effetti scadevano 9 miliardi di Bot e 11 miliardi di Ctz.
"La liquidità era abbondante e resta ancora abbondante: molto probabilmente andrà anche sui tre anni in arrivo a metà settimana", segnala l'esperto. Il Tesoro collocherà mercoledì BTp a tre e dieci anni e ancorati all'inflazione come anche i CcT indicizzati all'Euribor. "In generale comunque l'Italia sta performando bene sul secondario, nelle ultime settimane è emersa una tendenza a separare il destino dei Periferici: Italia, Spagna, Belgio stanno performando meglio di Portogallo e Irlanda. Segno che il mercato sta facendo distinzione a livello della periferia". Anche secondo Luca Jellinek, alla guida del team dei tassi di interesse del Credit Agricole Cib quella di stamattina è stata un'asta tipica. "E' un periodo in cui c'è domanda per tutti i periferici e anche per l'Italia: questi paesi sanno che devono concedere qualcosa sul prezzo e lo fanno. L'importante alla fine è la riuscita delle aste. Sarà comunque più interessante l'asta a lungo termine fra due giorni". "Aste come quella di stamattina godono di una domanda forte interna - segnala Biagio Lapolla di Royal Bank of Scotland - . Sarà più significativa la posizione che il mercato prenderà sul tre e sul dieci anni mercoledì: potremo capire come il mercato prezza l'Italia".
Meno tranquilla è la situazione in cui versa il Portogallo. Non a caso prosegue la tensione sul debito periferico d'Europa: mentre i titoli irlandesi limano (10,06%, -6 centesimi), mentre salgono i tassi sul debito greco (12,60%, tre centesimi in più). Sono ancora i rendimenti pagati dai titoli di Stato portoghesi a fare notizia: hanno bruciato nuovi record. I titoli decennali emessi da Lisbona sono arrivati oggi al 7,894%, massimo almeno dal 1997. Il premio di rendimento del decennale portoghese sul bund tedesco viaggia a 455,4 punti. Il piccolo paese lusitano da giovedì scorso - da quando si è dimesso il premier socialista Josè Socrates, sconfitto in parlamento sull'ultimo piano di austerità - è finito sotto i proiettori dei signori della politica europea e dei mercati e questa mattina si è svegliato ancora in un mare di incertezze. In poco più di un anno il premier socialista ha concordato con Bruxelles quattro piani di austerità lacrime e sangue per allontanare il paese dalla pistola dei mercati puntata alla tempia, con tagli di pensioni, stipendi pubblici, spese sociali e mediche, investimenti, aumenti di Irpef e Iva.
Il Paese, già il più povero d'Europa Occidentale, è in ginocchio. Mercoledì notte, sul quarto giro di vite, il premier socialista Josè Socrates è stato bocciato in Parlamento e si è dimesso. Venerdì scorso il capo dello Stato Anibal Cavaco Silva ha avviato sotto gli azulejos di Palazzo Belem le consultazioni con i partiti. Tutti hanno chiesto elezioni anticipate per fine maggio. I portoghesi, dal senso del pudore sempre alto, non si piangono addosso. Non sono come i greci che scendono in piazza e spaccano tutto o quasi. E sembrano decisi a punire nelle urne Socrates e il Ps, dopo oltre un anno di cure da cavallo che hanno tagliato il deficit senza allontanare il paese dalla spada di Damocle degli speculatori. Un sondaggio indica che il Psd di Pedro Passos Coelho, primo partito di opposizione di centrodestra se si votasse ora con il 47% dei voti conquisterebbe la maggioranza assoluta in Parlamento. Il Ps crollerebbe al 24,5%. Socrates è ai minimi storici per un premier dalla fine della dittatura: solo il 17,6% dei portoghesi ancora si fida di lui, contro il 71,7% che non gli crede più.
I giornali assicurano che un piano di salvataggio è quasi inevitabile. Di certo è quasi inevitabile anche per le agenzie di rating. Da qui a giugno, quando sarà formato il nuovo governo, probabilmente a guida Passos Coelho - il capo dello stato vorrebbe una larga coalizione Psd-Ps-Cds (l'altro partito di centrodestra), che però Passos Coelho accetterebbe solo se i socialisti defenestreranno Socrates - il Portogallo deve trovare sui mercati 9,3 miliardi, a condizioni accettabili. E senza un aiuto esterno, la strada sembra essere segnata.

(Micaela Osella - Riproduzione riservata)