martedì 28 febbraio 2012

PAURA DEL DOMANI


Riproduco di seguito il miglior articolo scritto da Eugenio Benetazzo (per i pochi che non lo conoscessero un ottimo analista finanziario) da parecchi mesi a questa parte. Sposo completamente tutte le sue tesi, che poi sono le stesse che iniziano lentamente a farsi strada nella mente di molti italiani. Si tratta della paura del futuro, non intesa in senso mistico o cosmico, ma da interpretarsi come un sacrosanto terrore che coloro che ci hanno condotto al punto di rasentare il fallimento, tornino sulla ribalta politica. Personalmente me ne infischio dei sondaggi, possono essere manipolati come si vuole, basta porre la stessa domanda in un modo piuttosto che in un altro. Mi fido solo della mia sensibilità e di quello che si percepisce attraverso i media e le chiacchiere con amici o conoscenti. Il sentimento più diffuso, anche tra i più flebili sostenitori di Monti, è la paura vera, tangibile, parente stretta dell’orrore, che questi sfasciacarrozze della politica, gente come: un velleitario Bersani, un kennedyano come Veltroni, un reazionario come Alfano, uno stracotto come D’Alema, un demagogo come Casini, un masaniello come Di Pietro, un becero come Calderoli e via discorrendo possano tornare a governare il paese per farlo precipitare nuovamente nella zona del rischio default. Subito prima di Monti, nei mesi del malinconico crepuscolo berlusconiano, bastava un altro mese a collocarci nella fascia del default selettivo, restando nell’Euro ma nella condizione di ristrutturare il debito e di essere aiutati (e sappiamo tutti a che prezzo) dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Commissione europea. Una tragedia dalla quale non ci saremmo più risollevati. Mi tremano i polsi, mi si gela il sangue nelle vene a ripensare a questa poltiglia politica, indistinta, indifferenziata, fatta di mediocri incompetenti, di uomini e donne lontanissimi dai loro omologhi dell’eurozona, dove ci si dimette per una multa, gente attaccata alle proprie rendite di posizione, che ha sistemato familiari e amici, a cui del paese, in definitiva non importa un bel nulla. Affidare le sorti dell’Italia del futuro ad una simile banda bassotti è perlomeno deprimente. Ma non si potrebbe cambiare la Costituzione e affidare i prossimi esecutivi a soli tecnici? La democrazia elettiva, in un paese da terzo mondo come l’Italia, non funziona. Ci vorrebbe un commissariamento permanente. Ci vorrebbe un comitato di saggi che scegliesse, di volta in volta, il tecnico cui affidare un certo incarico. Non sto esagerando: non ci troviamo, ricordiamolo sempre, in una situazione ”normale”, siamo nel pieno di una contrazione economica mondiale, una emergenza che durerà decenni. Possiamo, non dico uscirne, ma quantomeno restare a galla, e governare la crisi, pilotandola. Ma ci vorrebbe un nocchiero come Monti, non come Bersani. I nostri politici non si sono mai distinti per professionalità e destrezza: ha ragione Benetazzo a sottolineare che uno dei peccati originali della nostra attuale situazione è stato il nostro ingresso nell’euro: se al posto di “mortadella” Prodi, ci fosse stato Corrado Passera, potete giurare che il tasso di conversione non sarebbe stato fissato a 1936,27 lire, e all’indomani della circolazione della nuova moneta un euro non sarebbe stato magicamente trasformato in 1.000 lire. Ma non c’era Passera, c’era Prodi. Per governare la crisi, per traghettarci verso la sponda opposta (che non sappiamo ancora cosa conterrà) ci vorrebbe un governo tecnocratico. E invece, come sostiene Benetazzo, ci avviamo verso una grande accozzaglia trasversale del grande centro, una Democrazia Cristiana rediviva con tutti i difetti e nessun pregio. Rimpiangeremo questi tempi, li rimpiangeremo amaramente. La democrazia è una bella cosa, ma in certe circostanze, e per certe popolazioni, sarebbe meglio che non ci fosse.
Preparatevi perchè presto in molti rimpiangeranno Mario Monti & Company: tutti i media nazionali sono occupati a commentare le nuove e probabili misure che ha varato e varerà l'attuale esecutivo, nessuno invece si sta concentrando su quanto stanno facendo dietro le quinte i vecchi leader della politica italiana, ormai deposti momentaneamente in cantina. Il piano ed il loro intento è infatti piuttosto comprensibile se ci pensate, Mario Monti è un attore di passaggio nella scena politica italiana (destinato tuttavia a lasciare il segno), i cui obiettivi professionali non sono certo la politica italiana, quanto piuttosto un premio Nobel all'Economia o una candidatura alla Presidenza della Repubblica. Tra un anno infatti la sua missione si esaurirà e a quel punto ecco pronto il Piano B (b come buffonata): far nascere una nuova Democrazia Cristiana intesa come nuova coalizione moderata e trasversale costituita da istanze separatiste provenienti tanto dal centrodestra quanto dal centrosinistra, con il fine non dichiarato di sbarazzarsi dei partiti minoritari.

L'italiano medio infatti è di questo che si dovrebbe preoccupare, non tanto delle nuove tasse, delle riforme (obbligate) del mercato del lavoro, dello stato (indotto) di terrorismo fiscale che sta caratterizzando questo periodo, quanto piuttosto di quale futuro scenario politico erediteremo tra 12 mesi dopo la fase di commissariamento del Paese. Con che faccia, con che idee, con che propositi, con che istanze infatti si presenteranno davanti agli italiani i vari leader di partito per convincere la popolazione al nuovo passaggio di consegne. Dopo i primi trenta giorni del nuovo governo, in cui ogni italiano ha maledetto e  denigrato l'operato di Mario Monti (tasse, pensioni e risparmi), oggi a distanza di novanta giorni dal suo insediamento il sentiment popolare è inaspettatamente cambiato (se ne sono accorti proprio i partiti politici della vecchia guardia). La maggior parte della popolazione, proprio per vedere finalmente cambiare la nazione, adesso è disposta (duramente) ad accettare sacrifici e rinunce, sapendo che questo produrrà benefici nel medio lungo termine, in particolar modo per le generazioni più giovani con un paese si spera più snello e dinamico in grado di attrarre e invogliare nuovi investimenti. 

Mario Monti non è più il nemico del popolo come i primi giorni del suo mandato, anzi si inizia a percepire un sensibile mutamento dell'opinione pubblica, quasi un clima di speranza e fiducia rispetto alla rabbia e rassegnazione che prima si avvertiva in tutto il paese, consapevoli della strada a senso unico in cui ci aveva condotto una classe politica corrotta, mediocre ed incompetente. Certo una minoranza della popolazione continua a odiarlo, percependolo come il rappresentante dei poteri forti e dei banchieri anglosassoni (fatto pacifico), ma si dimentica che in Italia cambiare e trasformare la nazione significa eliminare trattamenti di favore e protezione per milioni di italiani (con rapporti mafiosi ovunque dal piccolo comune di periferia al grande gruppo industriale quotato in Borsa Italia). Pensate che nell'immaginario collettivo per trovare lavoro in questa paese serve ancora un protettore, un padrino, un galantuomo che sponsorizzi la candidatura. Un paese così si merita quanto sta accadendo ed il trattamento che qualcun altro gli ha pianificato.

Sapete, è ormai fuori dubbio che l'euro sia una delle principali cause della crisi del debito sovrano, in particolar modo i suoi scellerati rapporti di cambio con le precedenti divise nazionali hanno generato in oltre dieci anni notevoli scompensi soprattutto per i paesi periferici. All'epoca in cui si studiava e si pianificava a Bruxelles il percorso di convergenza e unione monetaria, ogni paese con gli attributi inviava a rappresentarlo i suoi migliori economisti, analisti, monetaristi al fine di ottenere i maggiori vantaggi possibili da questa nuova moneta, oltre che difendere la propria economia e le proprie aspettative future. Mentre noi italiani chi inviavamo ? I soliti politici mediocri di questo o quel partito completamente  digiuni di economia e problematiche del mercato del lavoro, ma sapienti conoscitori e fruitori delle tessere di partito a geometria variabile. Se avessimo spedito a rappresentarci tecnici ed economisti credibili ed autorevoli di certo oggi non ci troveremmo a maledire l'euro e le sue conseguenze. Continuo a ripeterlo, sin tanto che non si formerà una nuova classe dirigente per la finanza ed economia italiana, una classe apartitica ed apolitica, di Mario Monti e di altri come lui ce ne sarà sempre tanto bisogno. 
Eugenio Benetazzo – eugeniobenetazzo.com



giovedì 23 febbraio 2012

ASPETTANDO LA MANOVRA DI PRIMAVERA


Cerchiamo, prima di tutto, di riassumere la situazione. La Grecia, tecnicamente fallita da un paio d’anni, viene mantenuta a galla dall’aiuto da parte dell’Efsf e del FMI consistente in 130 miliardi (da ratificare comunque a marzo). Il motivo dell’accanimento terapeutico da parte dell’Europa sul paese ellenico è da ricercarsi nell timore di un default disordinato, un ritorno caotico alla dracma ed un effetto domino sui paesi periferici dell’eurozona. Ma il temporaneo salvataggio – che non impedirà il default soft del paese – è ricco di incognite e aspetti negativi. Oggi la borsa di Milano è crollata e con essa soprattutto i titoli bancari. L’Italia, come gli altri stati che adottano la moneta unica, parteciperà al prestito di 130 miliardi per un 17% circa, per  un ammontare di quasi 20 miliardi di euro. E’ un salasso non da poco. Salvare temporaneamente la Grecia non rappresenta per noi unicamente un costo immediato (i 20 miliardi di cui sopra), ma anche una pericolosa incognita:  come accoglieranno i creditori privati lo “swap” (il cambio) applicato ai titoli di stato insolvibili? Si andrà da un 50 ad un 53%, tale sarà il taglio al valore nominale che dovranno subire i creditori di Atene. Se si considera, inoltre, che nel caso della Grecia i Credit default swap (CDS) le polizze assicurative sui crediti di difficile esigibilità, avranno un peso molto relativo, è presumibile che i creditori stranieri di Atene non saranno affatto disponibili a subire un haircut del 50%. Tutto questo ci conduce diritti diritti verso il default propriamente detto (la lettera “D” delle agenzie di rating), con la conseguente ristrutturazione forzata del debito sovrano. In altre parole, i creditori dovranno subire il taglio per forza, ob torto collo, ma per la Grecia significherà la fine di questa inutile agonia, la bancarotta totale, l’uscita forzata dall’Euro, il ritorno ad una dracma che sarà solo carta straccia. Il solito spread, che conserva comunque una grande importanza, non riesce a scendere, per l’Italia, al di sotto dei 360 punti. Se a questo scenario vogliamo aggiungere l’ennesimo ribasso della stima del Pil dell’Europa, con l’Italia in recessione del 1,3%, seconda solo a Grecia e Portogallo, il quadro è quasi completo. Draghi, sempre più preoccupato, sollecita una riforma strutturale del lavoro e, udite udite, ancora austerity. Il decreto sulle liberalizzazioni sta sfumando ancor prima di vedere la luce, annacquato com’è dalle consorterie, dalle cricche, dalle lobbies nazionali, primi fra tutti taxisti e farmacisti, che ne escono trionfatori. La riforma del lavoro, che in Spagna è già stata approvata, in tempi brevissimi e con profonde modificazione della previgente legislazione, da noi stenta a decollare, con i conservatori della CGIL che non hanno ancora capito in che cosa consiste una contrazione economica mondiale, e in che cosa consiste il mercato del lavoro in un modo globalizzato. La posizione di Monti appare indebolita, soggetta eccessivamente alle pressioni della politica e delle cricche. Monti non deve dimenticare di occupare quella posizione proprio per fare quello che i politici di casa nostra non hanno il coraggio o la capacità di fare. Se non dimostrerà, con un colpo di coda, di essere in grado di mettere mano alle riforme destinate ad avere un riflesso sulla crescita, il suo lavoro sarà inutile, le sue manovre avranno un effetto solo depressivo. Ci permettiamo di essere pessimisti. In Spagna non governano i tecnici, ma i politici, eppure l’esecutivo spagnolo ha saputo fare prima e meglio del governo cosiddetto “tecnico” del nostro paese. Monti avrà un bell’aplomb e una bella faccia rassicurante, ma non bastano le buone maniere per generare sviluppo in un paese che è francamente in recessione. Ci spingiamo a fare una previsione, neppure troppo difficile: a primavera arriverà una seconda “manovrina” correttiva, fatta di tasse e nuove imposizioni fiscali. Volete scommettere? Sarà presente , per la gioia di tutti noi, anche un ritocco, un maquillage, anche sulla previdenza, tanto per cambiare. Monti sta dimostrando una debolezza che non ci aspettavamo. Non ci sono tassisti, non ci sono farmacisti, notai, avvocati, commercialisti che tengano: le liberalizzazioni dovevano andare a vanti senza guardare in faccia nessuno. Si è scelta la linea morbida, timorosi della reazione delle cricche di cui sopra, e allora la strada più semplice per ottenere un risultato immediato quanto effimero sarà quella di un’altra manovrina, nonostante le smentite di Monti stesso, cui, per la verità, sono in pochi a credere. I sacrifici saranno richiesti ai soliti poveri cristi, i farmacisti continueranno a nuotare nell’oro, e  un’altra manovra fiscale, non in presenza di una altrettanto robusta riforma delle liberalizzazioni e del mercato del lavoro servirà solo a fare impennare l’inflazione, rincarare la benzina, deprimere  i consumi che, al punto in cui siamo arrivati, saranno prossimi allo zero assoluto. In buona sostanza: si ristabilisce il circolo vizioso della recessione in assenza di crescita. Se tra un paio di mesi Mario Monti dovesse prospettare una manovra di questi tipo ci auguriamo, se non altro, che abbia il buon gusto di dimettersi  e che si vada immediatamente ad elezioni: se questi sono i tecnici, supponenti quanto inconcludenti, ci teniamo i politici, non saranno dei fulmini di guerra, ma almeno ce li scegliamo da soli.



mercoledì 22 febbraio 2012

IL PUNTO CUI SIAMO ARRIVATI


Sono anni che mi diverto a postare sulla mia fanpage di Facebook le foto che di volta in volta ho occasione di fare in compagnia del tal personaggio famoso di turno che incontro o che ho modo di conoscere nel corso di qualche conferenza o evento mediatico, in particolar modo non ha prezzo leggere i commenti che lasciano i vari lettori ogni qualvolta ci sono leader o referenti della politica italiana. Nello specifico quando la foto mi ritrae con un esponente del centrodestra, allora ricevo messaggi di delusione o insulti da chi sostiene il centrosinistra. Viceversa il contrario. Il massimo lo da chi si disiscrive dalla fanpage o dal canale YouTube perchè ho fatto questa o quella esternazione riferita ad un movimento politico o a un concetto di pensiero economico. Il classismo sociale rappresenta ancora una sorta di piaga nazionale, forse la principale motivazione per cui questo paese difficilmente muterà il destino che lo attende.

Il classismo sociale porta a denigrare sempre per assunto ideologico stereotipato la proposta o il pensiero della parte opposta. Non importa se un esponente del centrosinistra, del centrodestra, della lega o di un partito minoritario espongono una proposta politica di rilevanza e di lungimiranza, quest'ultima deve essere bocciata a monte proprio perchè proveniente da una forza politica avversa. Questo si evidenzia soprattutto durante una tavola rotonda con esponenti politici in cui è d'obbligo poter identificare l'appartenenza e militanza politica dell'interlocutore che ti sta di fronte, in modo da screditarlo richiamando tutte le nefandezze e insuccessi attribuibili al suo partito politico. Difficilmente invece si da spazio a chi non consente questa identificazione superficiale in quanto ritenuto impermeabile e difficile da gestire durante un confronto pubblico. In Italia la maggioranza della popolazione è classista e ci tiene ad esserlo. 

Essere classista semplifica la vita, consente infatti di individuare velocemente amici o nemici nei confronti di argomenti e tematiche di natura economica, politica, religiosa e sociale. Il calcio insegna in questo: un interista non ammetterà mai che un giocatore del Milan è oggettivamente un fenomeno e un fuoriclasse (lo stesso vale anche al contrario). Chi ci perde in tutto questo è la popolazione che rinuncia a crescere per una dualità o scontro di fazioni o di classi assolutamente ormai aberrante e medioevale. Siamo tutti vittime e carnefici di questo scellerato costume nazionale. Recentemente mi è capitato di essere stato attaccato per aver ostentato il mio pensiero su parte dell'operato del nuovo premier italiano (lungi dal fare il suo avvocato difensore). Soprattutto su YouTube è iniziata la fiera della banalità e mediocrità: Benetazzo non parla più di sovranità monetaria, Benetazzo è stato comprato dai poteri forti, Benetazzo si è venduto ai banchieri. 

Non mi sono venduto ai banchieri, ho solo avuto modo di intervistarli di recente, certo non tutti, solo alcuni amministratori di istituti di credito della mia regione, andando dalla grande banca popolare alla piccola banca di credito cooperativo. Questo lavoro mi ha permesso di rilevare e comprendere la effettiva dimensione del rischio finanziario che ha vissuto il nostro paese ed il suo sistema bancario durante la fine dello scorso anno. Hanno rischiato di soccombere l'intera infrastruttura di stato, i conti delle amministrazioni pubbliche, il pagamento delle pensioni, il funzionamento delle forniture degli ospedali, senza dimenticare la consistenza ed esistenza dei vostri risparmi depositati presso la tanto denigrata ed odiata banca. L'Italia doveva quanto prima spegnere l'incendio che stava divampando dopo il non casuale assedio ed attacco mediatico delle agenzie di rating, e questo doveva farlo nel giro di pochi giorni, pena il collasso e la tenuta dei conti pubblici a breve (congelamento delle pensioni, serrata bancaria o peggio polverizzazione dei risparmi). Ogni 100 punti base in più sul tanto agognato spread avrebbero pesato 25 miliardi di euro annui in più da raccogliere (non si sa, come e dove) con le finanziarie successive. 

Oltre all'Italia veniva messa in discussione tutta l'Unione Europea con la sua diabolica creatura, la moneta unica. Mario Monti, imposto da un'oligarchia finanziaria con lo scopo di tutelare il regolare pagamento del debito pubblico e la ripresa delle quotazioni dei governativi italiani, ha permesso di spegnere l'incendio. Per salvare le banche e l'euro, c'è stato bisogno di un banchiere. Dura lex, sed lex: che vi piaccia oppure no, non vi era altra soluzione in quel momento da implementare in poco tempo. Chi avreste voluto infatti alla guida del Titanic Italia in quel momento ? Schettino & Company ? Purtroppo oggi paghiamo il prezzo funereo di un classismo sociale sfrenato che per conflittualità ideologica nel tempo non ha prodotto e formato una classe finanziaria dirigente credibile e autorevole. L'Italia non è fatta per la democrazia, ma ha bisogno di un leader, un condottiero, un despota, è sempre stato così e sempre così sarà. Una persona che nel bene o nel male decida per tutti o nell'interesse di una parte del paese. Cosa di cui non essere fieri.
Eugenio Benetazzo - eugeniobenetazzo.com


 
 



lunedì 20 febbraio 2012

RICORDATE BENE QUESTI NOMI QUANDO ANDRETE A VOTARE (parte seconda)


Sperando di fare cosa utile, pubblichiamo l'elenco degli indagati/condannati attualmente ancora in Parlamento. Dopo la doverosa precisazione che l'indagine non costituisce di per sé una condanna, si richiama ancora una volta il concetto, fondamentale per ogni democrazia progredita, che un deputato (soprattutto NON eletto dal popolo grazie al “porcellum”) non ha più diritto ad occupare uno scranno parlamentare. La distinzione tra vita privata e pubblica, per chi rappresenta la nazione e si mette al suo servizio, semplicemente non esiste. Il solo fatto di essere indagati dalla Magistratura implica sempre e comunque le dimissioni, anche per potersi difendere con maggiore libertà e dispiegamento di mezzi. In Europa le cose funzionano così, non si attendono i tre gradi di giudizio, anche perchè prima di arrivare alla Cassazione il reato (come potrete leggere più avanti) è prescritto. Ma la prescrizione non equivale ad una sentenza di non colpevolezza. Il Presidente della repubblica Tedesca Wulff si è dimesso per aver utilizzato il suo ruolo istituzionale per esercitare pressioni indebite sulla stampa (il giornale Bild), l'ex ministro della difesa Wuttenberg si è dimesso non perchè inquisito ma per aver copiato (anche se solo in parte) una sezione della sua tesi per il dottorato, un Ministro inglese si è dimesso per aver, nell'ambito di una multa per eccesso di velocità , fatto credere che al volante non ci stava lui, ma la moglie. Da noi sarebbe roba non degna neppure di un trafiletto in ultima pagina. Ma questa è l'Europa, questa è la democrazia progredita: se non ci ficchiamo in testa una volta per tutte queste poche fondamentali regole non ne faremo mai parte e continueremo ad essere il più settentrionale dei paesi africani. Prendete buona nota di questa serie di personaggi, ed evitate accuratamente, ammesso che ciò sarà possibile, di apporre la vostra croce su questa serie di nominativi.

ABRIGNANI Ignazio (PDL) – indagato per dissipazione post-fallimentare
ANDREOTTI Giulio (Sen. a vita) – condannato per associazione a delinquere (l’associazione mafiosa è stata inserita nel codice solo dopo l’epoca dei fatti contestati), prescritto
BERLUSCONI Silvio (PDL) – 2 amnistie (falsa testimonianza P2, falso in bilancio Macherio); 2 assoluzioni per depenalizzazione del reato (falso in bilancio All Iberian, Sme-Ariosto); 8 archiviazioni (6 per mafia e riciclaggio, 2 per concorso in strage); 6 prescrizioni; 3 processi in corso (frode fiscale Mediaset, corruzione in atti giudiziari Mills, frode fiscale e appropriazione indebita Mediatrade)
BERRUTI Massimo Maria (PDL) – condannato per favoreggiamento
BOSSI Umberto (Lega Nord) – condanne per finanziamento illecito, istigazione a delinquere, vilipendio della bandiera
BRAGANTINI Matteo (Lega Nord) – condannato in appello per propaganda razziale
BRANCHER Aldo (PDL) – condannato in primo grado e appello per falso in bilancio e finanziamento illecito al psi. Il primo reato prescritto, il secondo depenalizzato. Indagato per ricettazione
BRIGANDI’ Matteo (Lega Nord) – condannato in primo grado per truffa aggravata alla regione Piemonte
BRIGUGLIO Carmelo (PDL) – vari processi a carico (truffa, falso, abuso d’ufficio), alcuni prescritti, alcuni trasferiti ad altri tribunali ed in seguito assolto
CALDEROLI Roberto (Lega Nord) – indagato per ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale prescritto, indagato per associazione antinazionale reato poi dichiarato incostituzionale
CAMBER Giulio (PDL) – condannato in via definitiva per millantato credito
CANTONI Giampiero (PDL) – patteggia per corruzione e bancarotta fraudolenta
CAPARINI Davide (Lega Nord) – resistenza a pubblico ufficiale prescritto
CASTAGNETTI Pierluigi (PD) – rinviato a giudizio per corruzione, prescritto
CASTELLI Roberto (Lega Nord) – indagato per abuso d’ufficio patrimoniale, il Senato vota totale immunità
CATONE Giampiero (PDL) – rinviato a giudizio per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, false comunicazioni sociali, bancarotta fraudolenta pluriaggravata e estorsione
CESA Lorenzo (UDC) – condannato in primo grado per corruzione aggravata, condanna annullata in appello per incompatibilità del GIP, indagato per truffa e associazione a delinquere
CIARRAPICO Giuseppe (PDL) – condannato per truffa aggravata e continuata ai danni di INPS e INAIL, multa per violazione legge tutela “lavoro fanciulli e adolescenti”, condannato per falso in bilancio e truffa, condanna per diffamazione, condannato per bancarotta fraudolenta, condannato per finanziamento illecito, condannato per il crac “valadier”, condannato in appello per assegni a vuoto e in seguito reato depenalizzato, condanna in primo grado per abuso ed in seguito prescritto, condannato per truffa e violazione della legge sulle trasfusioni, rinviato a giudizio per ricettazione, indagato per truffa ai danni di palazzo Chigi
CICCHITTO Fabrizio (PDL) – Il suo nome compare nelle liste della loggia massonica P2: fascicolo 945, numero di tessera 2232, data di iniziazione 12 dicembre 1980. All’epoca della scoperta degli elenchi Cicchitto era deputato e membro della direzione del Psi. è uno dei pochi ad aver ammesso di aver sottoscritto la domanda di adesione.
COMINCIOLI Romano (PDL) – rinviato a giudizio per false fatture e bilanci truccati, reati poi depenalizzati
CRISAFULLI Vladimiro (PD) – Ex sindaco di Enna e uomo forte dei Ds siciliani, è sotto inchiesta insieme a Totò Cuffaro per violazione di segreto d’ufficio nell’inchiesta su Messina Ambiente. Ë stato indagato dalla procura di Caltanissetta per concorso esterno in associazione mafiosa. Indagine archiviata nel febbraio 2004
CUFFARO Salvatore (UDC) – condannato per favoreggiamento
CUSUMANO Stefano (Udeur) – Arrestato nel 1999 a Catania con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e turbativa d’asta. Oggi resta sotto processo, con la sola accusa di turbativa d’asta, per gli appalti del nuovo ospedale Garibaldi di Catania. È senatore della Repubblica.
D’ALEMA Massimo (PD) – finanziamento illecito accertato, prescritto
DE ANGELIS Marcello (PDL) – condannato per banda armata e associazione eversiva
DE GREGORIO Sergio (PDL) – indagato per riciclaggio e favoreggiamento della camorra, corruzione, concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al riciclaggio
DELFINO Teresio (UDC) – Sottosegretario del governo Berlusconi, ha ricevuto un avviso di garanzia nell’inchiesta sui fondi dell’Enoteca d’Italia.
DELL’UTRI Marcello (PDL) – condannato per false fatture e frode fiscale, condannato in appello per tentata estorsione mafiosa, condannato in secondo grado a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
DEL PENNINO Antonio (PDL) – Nel luglio 1994 ha patteggiato una pena di 2 mesi e 20 giorni (convertita nella sanzione di 4 milioni) nel processo per le tangenti Enimont. A ottobre 1994 altro patteggiamento: di una pena di 1 anno, 8 mesi e 20 giorni per tangenti relative alla Metropolitana milanese. Il 25 gennaio 2000 la settima sezione penale del tribunale di Milano lo ha prosciolto nel processo per le tangenti Atm, per le forniture di autobus all azienda dei trasporti milanese
DEL BONO Flavio (PD) – indagato per abuso di ufficio, peculato e truffa aggravata
DE LUCA Francesco (PDL) – indagato per tentata corruzione in atti giudiziari
DE Luca Vincenzo (PD) – Nel dicembre 2008 con altri 46 imputati, viene rinviato a giudizio per truffa ai danni dello stato e falso in relazione alla vicenda relativa alla delocalizzazione delle Manifatture Cotoniere Meridionali. Nell’aprile 2009 il rinvio viene confermato per De Luca ad altri 13 imputati. Nel luglio 2010 viene condannato in primo grado dalla Corte dei Conti (sezione giurisdizionale di Napoli), insieme all’ex-sindaco De Biase ad alcuni dirigenti comunali, per questioni inerenti gli stipendi dei dirigenti del Comune di Salerno. Viene condannato a pagare 23 mila euro . Il 6 luglio 2010 la Corte dei Conti di Salerno dichiara la prescrizione nei confronti di De Luca e degli altri imputati del processo per lo sversamento di rifiuti, nel 2001, nel sito di Ostaglio, non ancora completato.
DRAGO Giuseppe (UDC) – condannato in appello per peculato e abuso d’ufficio
FARINA Renato (PDL) – patteggia condanna per favoreggiamento nel sequestro di Abu Omar
FASANO Vincenzo (PDL) – condannato per concussione, indultato
FIRRARELLO Giuseppe (PDL) – condannato in primo grado per turbativa d’asta, richiesto rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa
FITTO Raffaele (PDL) – rinvio a giudizio per concorso in corruzione, falso e finanziamento illecito
FRIGERIO Gianstefano (PDL) – Ex leader della Dc, diventato uno degli strateghi di Forza Italia. Ha confessato, per esempio, di aver ricevuto 150 milioni da Paolo Berlusconi, in cambio dei permessi alla Fininvest per gestire la discarica di Cerro Maggiore. Ha accumulato tre condanne definitive: 1 anno e 4 mesi per finanziamento illecito ai partiti, 1 anno e 7 mesi per finanziamenti illeciti e ricettazione, 3 anni e 9 mesi per corruzione e concussione. Doveva scontare in definitiva una pena di 6 anni e 5 mesi. Affidato poi ai servizi sociali, ha avuto il permesso dal giudice di sorveglianza di frequentare il Parlamento per qualche giorno al mese: come pratica di riabilitazione
GALATI Giuseppe (PDL) – indagato per associazione a delinquere, truffa e associazione segreta
GIUDICE Gaspare (PDL) – condannato in primo grado per bancarotta, prescritto
GRILLO Luigi (PDL) – rinviato a giudizio per aggiotaggio, indagato e prescritto per truffa
LA LOGGIA Enrico (PDL) – Indagato al Tribunale dei ministri per finanziamenti dalla Parmalat di Calisto Tanzi (100 mila euro) in cambio di presunte “consulenze”.
IAPICCA Maurizio (PDL) – rinviato a giudizio per false fatture, falso in bilancio e abuso d’ufficio, prescritto
LA MALFA Giorgio (Gruppo Misto) – condannato per finanziamento illecito
LAGANA’ FORTUGNO Maria Grazia (PD) – indagata per truffa ai danni dello Stato
LANDOLFI Mario (PDL) – indagato per corruzione e truffa “con l’aggravante di aver commesso il fatto per agevolare il clan mafioso La Torre”
LEHNER Giancarlo (PDL) – condannato per diffamazione
LETTA Gianni ( PDL) – Nel 1993 era stato indagato per corruzione dalla procura di Roma che ne aveva chiesto addirittura l’arresto. L’inchiesta era stata poi archiviata, ma con motivazioni non proprio esaltanti per Letta. Un altra inchiesta era stata scippata, negli anni Ottanta, alla procura di Milano dal porto delle nebbie romano: quella di Gherardo Colombo sui fondi neri dell’Iri, nella quale l’allora direttore del “Tempo” Gianni Letta aveva ammesso, nel dicembre 1984, di aver ricevuto 1 miliardo e mezzo di lire in nero dall’ente statale per ripianare i buchi del suo disastrato giornale. Un giornale che, scrissero Scalfari e Turani in “Razza padrona”, era “in vendita ogni giorno, e non solamente in edicola”.
LOLLI Giovanni (PD) – rinviato a giudizio per favoreggiamento
LUSETTI Renzo (PD) – condannato a risarcimento di 1 milione di lire per consulenze ingiustificate
MALVANO Franco (Forza Italia) – Ex questore di Napoli, Ë sotto inchiesta per concorso esterno in associazione camorristica.
MANNINO Calogero (UDC) – condannato in appello per concorso esterno in associazione mafioso e processo d’appello annullato e da rifare, rinviato a giudizio per associazione a delinquere, appropriazione indebita, frode in commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine, falso ideologico e truffa aggravata
MARGIOTTA Salvatore (PD) – indagato per falso ideologico e abuso d’ufficio
MARONI Roberto (Lega Nord) – condannato per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, imputato per creazione di struttura paramilitare fuorilegge
MARTINAT Ugo (PDL) – indagato per turbativa d’asta e abuso d’ufficio
MATTEOLI Altero (PDL) – imputato per favoreggiamento, processo bloccato dalla Camera
MESSINA Alfredo (PDL) – indagato per favoreggiamento in bancarotta fraudolenta
NANIA Domenico (PDL) – condannato per lesioni personali, condannato in primo grado per abusi edilizi e prescritto
NARO Giuseppe (UDC) – condannato per abuso d’ufficio, condanna in primo grado per peculato prescritta
NESSA Pasquale (PDL) – rinviato a giudizio per concussione
ORLANDO Leoluca (IDV) – condannato per diffamazione
PARAVIA Antonio (PDL) – arrestato per tangenti, prescritto
PAPA Alfonso (PDL) – indagato per abuso d’ufficio patrimoniale, immunità
PAPANIA Antonio (PD) – patteggia accusa per abuso d’ufficio
PECORELLA Gaetano (PDL) – imputato per favoreggiamento nelle stragi di piazza fontana e piazza la loggia
PILI Mauro (PDL) – Ex presidente della Regione Sardegna, Ë indagato a Cagliari per peculato.
PITTELLI Giancarlo (PDL) – indagato per associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e “appartenenza a loggia massonica segreta o struttura similare”
PREVITI Cesare (PDL) – Avvocato personale di Silvio Berlusconi, ha ereditato l’incarico professionale dal padre, che aiutò il giovane Silvio a fondare la Fininvest. E’ stato condannato, in appello, a 5 anni per corruzione del giudice Squillante e a 7 anni per corruzione del giudice Metta nel caso Imi-Sir.
RIGONI Andrea (PD) – condanna in primo grado per abuso edilizio prescritta
ROMANI Paolo (PDL) – Viene indagato per bancarotta fraudolenta e false fatture. L’udienza preliminale termina però con un pieno proscioglimento: per Romani niente bancarotta. Il suo nome è anche nell’elenco dei politici che ricevono generosi finanziamenti dalla Banca popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani. In effetti Romani ha bisogno di soldi: sta pagando circa 400 mila euro come risarcimento al curatore fallimentare di Lombardia 7.
ROMANO Francesco Saverio (ex UDC, adesso ai “Responsabili” e attuale ministro dell’Agricoltura del Governo Berlusconi – marzo 2011) – nel 2003, è stato indagato dalla Procura di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. Il 1º aprile 2005 il gip ha accolto la richiesta di archiviazione della Procura con la seguente motivazione: «Gli elementi acquisiti non sono idonei a sostenere l’accusa in giudizio». Successivamente la Procura della Repubblica ha riaperto l’indagine per il sorgere di nuovi elementi, in seguito alle dichiarazioni del pentito Francesco Campanella.
RUSSO Paolo (PDL) – indagato per violazione della legge elettorale
SCAJOLA Claudio (PDL) – arrestato per concussione aggravata nel 1983, è stato prosciolto poi in seguito.
SCAPAGNINI Umberto (PDL) – condannato in primo grado per abuso d’ufficio e violazione della legge elettorale, indagato per abuso d’ufficio aggravato
SCELLI Maurizio (PDL) – accusato di aver dirottato 17 milioni di euro destinati alla missione “antica babilonia”
SCIASCIA Salvatore (PDL) – condannato per corruzione
SIMEONI Giorgio (PDL) – indagato per associazione per delinquere e corruzione
SPECIALE Roberto (PDL) – indagato per utilizzo privato di mezzi della GdF
STERPA Egidio (PDL) – Deputato di Forza Italia. Dirigente del vecchio Partito liberale, Ë stato condannato a 6 mesi in via definitiva per la tangente Enimont.
STORACE Francesco (PDL) – Ex presidente della Regione Lazio e poi ministro della Salute, ha dovuto dimettersi perchè coinvolto nello scandalo delle intercettazioni e dello spionaggio illecito ai danni di Piero Marrazzo, Alessandra Mussolini e Giovanna Melandri, suoi avversari alle elezioni regionali del 2005. Per questa vicenda, è indagato anche per associazione a delinquere.
TOMASSINI Antonio (PDL) – condannato per falso
TORTOLI Roberto (PDL) – indagato per concorso in estorsione
VALENTINO Giuseppe (PDL) – indagato per favoreggiamento
VISCO Vincenzo (PD) – Deputato della Repubblica, ex ministro Ds. Condannato definitivamente dalla Cassazione nel 2001 per abusivismo edilizio, per via di alcuni ampliamenti illeciti nella sua casa a Pantelleria: 10 giorni di arresto e 20 milioni di ammenda.
VITO Alfredo (PDL) – Fu indagato, arrestato e processato per tangenti. Condanna definitiva e 2 anni patteggiati e oltre 4 miliardi di lire restituiti per 22 episodi di corruzione a Napoli. La Direzione distrettuale antimafia di Napoli chiese al Parlamento l’autorizzazione a procedere contro di lui anche per concorso esterno in associazione a delinquere di tipo mafioso, sospettando suoi rapporti con la Camorra (fu poi prosciolto). Patteggiò la condanna e restituì parte del malloppo. Quei quasi 5 miliardi sono stati impiegati per costruire un parco pubblico alla periferia di Napoli
VALENTINO, Giuseppe (PDL) – Sottosegretario alla Giustizia del governo Berlusconi, è indagato in Calabria in relazione “a condotte attinenti gli interessi della criminalitý organizzata nel settore dei finanziamenti pubblici, degli appalti, delle infiltrazioni nelle istituzioni e nella pubblica amministrazione”. Il suo nome Ë anche presente nelle indagini sulle scalate bancarie dell’estate 2005, indicato come uno dei politici che erano punto di riferimento per il banchiere Gianpiero Fiorani.
VIZZINI Carlo (PDL) – condannato in primo grado per finanziamento illecito, prescritto
ZINZI Domenico (UDC) – condannato in primo grado per omicidio colposo. In seguito la prima sezione della corte di appello di Napoli lo ha assolto perché il fatto non sussiste




venerdì 17 febbraio 2012

MOODY'S DECLASSA IL CANILE MUNICIPALE DI CUNEO


ADNKRONO(17-02-2012). Con una mossa a sorpresa, Moody's, spiazzando tutti i mercati, ha declassato il Canile Municipale di Cuneo, abbassando il suo rating di due “notch”, da “A+” a “BBB+”, con outlook negativo. La motivazione, stando alla nota rilasciata dagli uffici milanesi della nota agenzia di rating consisterebbe nella scelta di un tipo di croccantini che riscuoterebbero presso la popolazione canina ospite della struttura cuneese un basso tenore di gradimento. Il sindaco di Cuneo, affranto e costernato ha dichiarato: "Ci impegnamo fin d'ora a cambiare marca di crocchine. Sono mortificato, noi vogliamo bene ai nostri cani, siamo orientati su Whiskas Pranzetti". Nella stessa giornata odierna, 17 febbraio 2012, l'agenzia di rating, preda, probabilmente, di un raptus giudicatorio, ha declassato rispettivamente: la sala d'aspetto n. 12 della Stazione Termini, il diurno della Stazione ferroviaria di Ancona, le panchine dei giardinetti pubblici di Quarto Oggiaro, le fontanelle del parco di Genova Nervi, la canna fumaria del ristorante “Lo sporcaccione” di Lumarzo (Genova), le strisce pedonali dell'attraversamento di via Agnolo Firenzuola di Pesaro, il mercato rionale di Barcellona Pozzo di Gotto e i servizi igienici della caserma “F. Cavallotti” di San Giorgio a Cremano (NA). La stessa agenzia di rating ha dichiarato di aver messo in downgrade (sotto osservazione negativa) altri siti sensibili o strategici del nostro paese, motivando la propria azione con uno scadimento generale delle opere manutentive atte a mantenere efficienti i servizi in questione. Gli addetti di Moody's hanno sperimentato personalmente gli obiettivi strategici di cui sopra, lamentando in generale uno stato di abbandono e degrado, soprattutto per quello che concerne la condizione degli scopettini dei servizi igienici ispezionati (in massima parte non più utilizzabili allo scopo per il quale erano stati concepiti)e la condizione delle grate di scolo dei diurni delle stazioni ferroviarie, in gran parte intasate da materiale umano di risulta (capelli, peli, residui saponari, liquami organici non meglio identificati). L'agenzia ha manifestato l'intenzione, nella sua nota tecnica, di continuare nella politica di creditwatch di simili strutture, auspicando un più severo controllo da parte delle autorità preposte alle ispezioni. Un ulteriore, possibile, declassamento, condurrebbe inevitabilmente ad un giudizio vicino al gradino “C”, considerato vicino alla condizione di “junk” “spazzatura”, che comporterebbe la diserzione sistematica da parte dei mercati e degli investitori dai siti presi in considerazione.
Tra i prossimi bersagli “sensibili” messi sotto la lente di ingrandimento di Moody's si troverebbero, secondo indiscrezioni non confermate: il maglione di Marchionne,  l'osteria “Nessun dorma” di Nizza Monferrato, l'agriturismo “Del maiale non si butta niente” di Vittorio Veneto, lo stanzino delle scope della buvette di Montecitorio, la condizione delle calzature dei Corazzieri in servizio al Viminale. L'Italia, attraverso un comunicato diramato dall'Ufficio stampa della presidenza del Consiglio, ha elevato una vibrante protesta contro quella che testualmente definisce “un  accanimento inspiegabile contro lo stato italiano e le sue istituzioni, infrastrutture comprese”. Mario Monti si è spinto a definire il downgrade di Moody's “Un tantino eccessivo. Mi aspettavo un giudizio severo, da parte di agenzie che tuttavia godono sostanzialmente della mia personale stima, ma credo altresì che in questa circostanza sia stato impiegato uno zelo esorbitante, che ha portato inevitabilmente ad un giudizio, pur nella sostanza corretto, ma un po' troppo penalizzante per un paese che sta cercando di uscire dalle secche dell'arretratezza e dell'inciviltà”.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dal canto suo, si è limitato ad osservare che gli stivali dei suoi corazzieri non potrebbero essere più brillanti, e che lui stesso ispeziona, ogni mattina, passando in rassegna il corpo speciale, ad uno ad uno gli stivali della sua guardia personale, e che, qualora ravvisi gli estremi di una lucidatura non impeccabile, è il primo ad invitare (se è il caso con una certa ruvidezza) il corazziere colpevole ad una più accurata tenuta del suo equipaggiamento di servizio.
Le opposizioni in Parlamento, Lega Nord e Italia dei Valori, hanno richiesto a gran voce al Ministro dell'Interno Cancelliere di riferire in aula sull'accaduto, cosa che prontamente il Ministro farà, nella giornata di lunedì 20 febbraio p.v. durante il previsto question time. 
ADNKRONO 2012 - Tutti i diritti riservati



giovedì 16 febbraio 2012

RICORDATE BENE QUESTI NOMI QUANDO ANDRETE A VOTARE


Governo Monti: sacrifici chiesti a tutti e tra i  deputati esistono delle persone che hanno avuto il coraggio di fare ricorso. Annotate i loro nomi e ricordatevi di loro quando andrete a votare, non c’è altro da aggiungere credo, dopo tutto è giusto… loro lavorano tanto! 
Parlamentari italiani   “giustamente”  …   Ritengono di essere sottopagati per il durissimo lavoro a cui   dedicano tutto il loro preziosissimo tempo, quotidianamente, 24 ore su 24 della loro durissima esistenza di politici italici.  
Lega Nord
Elisabetta Castellazzi (nata a Milano nel 1966)
Franca Valenti (Milano, 1959)
Roberta Pizzicara (Milano, 1955)
Diana Battaggia (Venezia, 1966)
Enrico Cavaliere (nato a Venezia nel 1958, deputato sia nella XII che nella XIII legislatura)
Oreste Rossi (Alessandria, 1964, deputato nell’XI, XII e XIII legislatura)
Alberto Bosisio (Lecco, 1953)
Francesco Stroili (Venezia, 1954)
Edouard Ballaman (Vallenried, 1962)
Flavio Bonafini (Brescia, 1953)
Fabio Padovan (Conegliano, 1955, deputato nell’XI legislatura)
Salvatore Bellomi (Robecco D’Oglio, 1952)
Roberto Asquini (Udine, 1964, XII e XII legislatura)
Giulio Arrighini (Brescia, 1962, XI e XII legislatura)
Ulivo
Michele Cappella (XIII legislatura, nato in provincia di Catania nel 1953)
Antonio Borrometi (XIII legislatura, nato a Modica nel 1953)
Giovanna Melandri, 50 anni, deputata Pd, ministro della Cultura con D’Alema e Amato e responsabile dello Sport con Prodi. La parlamentare non si vergogna a dire di aver lasciato il suo lavoro d’economista alla Montedison per entrare in politica, forse attratta dai possibili facili guadagni. L’onorevole, per giustificare la sua levata di scudi in difesa degli emolumenti ai deputati, tira in ballo addirittura Berlinguer e Fanfani. “Loro erano d’accordo sulla nozione di vitalizio – ha detto al Corriere della Sera -  e anche io penso che quel concetto non sia sbagliato. Non ho da recriminare nulla, ma ho paura di quello che resterà sotto le macerie del populismo”. La Melandri ovviamente ha il suo perché nel lamentarsi. Due giorni fa ha compiuto 50 anni. Con le vecchie regole avrebbe avuto già diritto ad una corposa pensione, mentre ora? “La prenderò fra dieci anni, nel 2022″ dice sconsolata la deputata Pd
Ugo Malagnino (XIII legislatura nato a Manduria nel 1952)
Forza Italia
Emanuela Cabrini (XII legislatura nata a Piacenza nel 1961)
Paola Martinelli (XII legislatura, nata a Parma nel 1955)
Alleanza Nazionale
Domenico Basile (XII legislatura, nato a Vibo Valentia nel 1952)
Daniele Franz (XIII e XIV legislatura, nato a Udine nel 1963)

Fonte: tradingnostop 



martedì 14 febbraio 2012

LA DOLCE ANGELA E I DERIVATI - MORTE

 Il lupo perde il pelo ma non il vizio: Deutsche Bank ha lanciato per al prima volta in Europa i death-bonds. Questi sinistri derivati esistono da oltre un decennio in USA, ed approfittano delle persone in crisi economica per vecchiaia o per malattia. Novanta milioni di americani hanno un’assicurazione sulla vita; molti di loro non possono più permettersi di pagare i premi, oppure hanno bisogno di incassare il denaro in anticipo. A questo punto intervengono gli speculatori, che offrono agli assicurati in ristrettezze questo “accordo sulla vita” (life settlement): gli comprano le polizze vita per metà o meno del risarcimento atteso (tipicamente, 400 mila dollari per un milione), e poi pagano le rate del premio, aspettando la morte dell’assicurato. Più precoce è la morte, più alto il profitto.
Non a caso i death bonds conobbero i primi successi negli anni ’80 coi malati di Aids, ridotti in miseria dalla malattia e bisognosi di incassare a qualunque costo: arrivarono gli avvoltoi ad offrire il life settlement, e ad incassare lucri altissimi dato che quei pazienti morivano rapidamente. Il migliorare delle terapie ha prosciugato questo “mercato” , insieme ad inchieste giudiziarie sulle pratiche abusive condotte dagli speculatori a danno dei pazienti disperati, conclusesi con condanne. Un’altra condanna giudiziaria ha colpito due “finanzieri” che avevano assicurato l’intera comunità di negri poveri di Los Angeles South Central, e poi rivendevano i prodotti impacchettati e cartolarizzati (esattamente come i derivati sui mutui sub-prime) promettendo profitti del 25%, col motivo che “i negri americani muoiono prima degli altri gruppi razziali” (già, chissà perchè…).
Tuttavia, questa speculazione sulla morte (e la miseria) non è mai cessata, anzi è cresciuta in America: i bond relativi danno interessi sicuri attorno all’8 per cento, perchè niente è sicuro come la morte. E sono venduti, impacchettati in titoli, ad hedge funds e a fondi pensioni.
E’ questo il motivo per cui Deutsche Bank, per prima in Europa, ha lanciato questo “prodotto finanziario”, che il business preferisce chiamare eufemisticamente “Life Settlement Backed Securities” (LSBS). La crisi economica che colpisce i detentori di polizze-vita, nonchè l’invecchiamento della popolazione e il fatto che si dovrà lavorare fino ai 70 per le nuove austerità pensionistiche, ciò che probabilmente ridurrà la longevità, apre rosee possibilità di profitto. E’ il derivato ideale per profittare delle ristrettezze delle famiglie e dei privati, indotte dalla recessione. Tanto più che questi titoli derivati hanno il vantaggio di essere “uncorrelated assets”, ossia le loro performances non soffrono per gli alti e bassi degli altri mercati speculativi. I tassi di mortalità non dipendono dal rincaro delle commodities o dai corsi azionari, dopotutto. E in tempi di collasso della finanza speculativa, troppo interconnessa a livello globale, “uncorrelated assets” come questi hanno un alto valore nei portafogli.
E pensare che Josef Ackerman, il capo supremo della Deutsche Bank, solo pochi giorni aveva detto che la Deutsche Bank sente una speciale responsabilità di perseguire i suoi scopi economici “in modo onorevole e morale”. Mai vista una peggiore faccia di bronzo.
Fonte: rischiocalcolato

domenica 12 febbraio 2012

COLPO DI SCENA: ALESSANDRO MATHAS SI E' SUICIDATO


Ennesimo colpo di scena nelle indagini sul caso della morte del piccolo Alessandro Mathas (8 mesi): si tratta di suicidio. Dal momento che l’accusa di Katerina Mathas è stata derubricata in “abbandono di minore”, e Giovanni Rasero è stato appena assolto in Appello dall’accusa dell’ omicidio del piccolo Mathas, l’unica spiegazione possibile, attualmente al vaglio degli inquirenti, è che si sia trattato di un caso, per quanto precoce, di suicidio. Fonti vicine alla Questura di Genova parlano di plausibilità dell’ipotesi suicidaria, dal momento che le altre vie appaiono, allo stato, impercorribili. Certo, appare un po’ strano che un bimbo di otto mesi sia in possesso di una intelligenza ed intraprendenza tale da mettere in atto un proposito di suicidio, eppure potrebbe essere proprio quello che è avvenuto. Non scartano tale ipotesi né gli avvocati del Rasero, né quelli della Mathas, che parlano di una caso eccezionale, questo sì, ma da considerarsi verosimile in mancanza di altri possibili imputati. L’ipotesi sarebbe quella che il bimbo, stanco di essere trasportato da un luogo all’altro come un pacco, da una madre alla perenne ricerca della prossima dose di stupefacente, stufo di assistere alla girandola di compagni d’occasione sempre diversi da parte del genitore, che sceglieva i propri occasionali partners sulla base della predisposizione a fornirle il denaro necessario ad acquistare droga, sia pervenuto coscientemente alla risoluzione di farla finita, ingerendo una dose eccessiva di barbiturici, apprendendo dal  foglio illustrativo del potente farmaco a quanto ammontasse la dose letale.
La spiegazione appare un po’ forzata, non lo nego, ma, in questo momento appare anche l’unica possibile. Mi scuso, ovviamente, con i miei amati lettori, se mi sono permesso una leggera vena di ironia in un caso così triste e sconsolante. Ma, fuor di metafora, siamo davvero a questo punto. Questa è la giustizia italiana, questi sono gli inquirenti italiani, così funziona da noi la macchina delle indagini. Gli Stati Uniti ci hanno giudicato, sulla base del caso di Meredith Kerchel,  alla stregua di un paese del terzo mondo. Quanti anni abbiamo impiegato per arrivare alla conclusione che l’unico colpevole, quella sera era il signor Rudy Guedè, un poveraccio che non aveva i denari necessari per assoldare un principe del foro?  Tutti noi abbiamo la netta sensazione che non fosse l’unico colpevole, ma dalle nostre parti, per chi ancora non si fosse collegato, la giustizia è fatta così: chi ha denaro e potere a sufficienza, si può permettere un collegio avvocatizio intero ed ha buone possibilità di uscirne illeso. Allo stesso modo funziona la giustizia turca (chi non ricorda il caso reale messo in scena da Alan Parker in “Fuga di mezzanotte”?), Anzi, in questi ultimi decenni i turchi hanno fatto considerevoli passi in avanti rispetto a noi. L’unico paragone possibile è con l’Africa subsahariana. Per giudicare colpevoli i coniugi nel massacro di Erba abbiamo impiegato quattro anni, per giudicare colpevole la Franzoni cinque (era l’unica imputata possibile, di che altro c’era bisogno?) Il caso di Sarah Scazzi andrà avanti per un altro quinquennio, e via discorrendo. Una giustizia lenta, mastodontica, farraginosa e contraddittoria, che si basa su codici che derivano dal diritto romano, pieni di codicilli, di eccezioni delle regole, di deroghe e sottocommi. Il mondo anglosassone, che applica la "common law", possiede un sistema snello, veloce, dove ogni sentenza di un certo peso crea giurisprudenza. Il loro codice penale è alto come un quarto del nostro, il resto lo fanno le sentenze passate in giudicato, ceando un casistica cui ci si uniforma ogni volta che ricorre un caso analogo.
Non è vero che “la legge è uguale per tutti”. Per ipoveri cristi non è uguale: se non hai un buon collegio legale che ti assiste anche un furto in un supermercato diventa un problema. Stasi è stato assolto per questo. Dopo anni di indagini dove il capello è stato spaccato in quattro, in assenza di altre figure sospettabili, è stato mandato assolto, nessuno di noi ha capito perché. Va bene, assolviamolo, ma troviamo un colpevole, perché la rosa dei sospettabili è piuttosto ristretta. Quando mi si rimprovera un certo pessimismo o una certa inclinazione a trovare il male in tutte le cose, non si considera che siamo e restiamo il paese più settentrionale dell’Africa. Metà della nostra penisola è immersa nella realtà della Tunisia  o del Marocco più che nell’Europa di Strasburgo o di Bruxelles. Un siciliano su due, a vario titolo, percepisce e vive di una pensione. Cioè non lavora e non cerca neppure un lavoro, fruendo già di una forma assistenziale da parte dello Stato, vissuto ancora oggi come una mucca da mungere. Il Regno delle due Sicilie non sarà mai Europa, non può esserlo perché storicamente non ne ha mai fatto parte.  Le sue radici sono nel Maghreb, non a Francoforte.
Il caso del piccolo Alessandro Mathas, ucciso da una madre solo biologica e da un frequentatore occasionale di prostitute, è uno dei tanti casi emblematici di come funzionano nel nostro paese la Giustizia e i Servizi sociali. La Giustizia è quella del più forte economicamente, i nostri investigatori, la nostra “scientifica” non sono all’altezza di trovare il colpevole di un furto di marmellata, i nostri cosiddetti Servizi Sociali sono in mano a gente improvvisata, velleitaria e incompetente che lascia un bambino di otto mesi nelle mani di una megera. Si tratta di quegli stessi Servizi Sociali che fanno  attendere ad una coppia normalissima che fa il suo ingresso nelle adozioni internazionali, dai quattro ai sei anni per ottenere un bimbo del terzo mondo da strappare alla fame e alla miseria. E’ il mondo alla rovescia, noi siamo quelli che Dio dovrebbe salvare per i nostri meriti, per le nostre opere. Ma fatemi il piacere.

 
E’ ovvio che Rasero e la Mathas sono colpevoli: colpevoli di omicidio preterintenzionale nei confronti del piccolo Alessandro. Lo hanno ucciso la loro freddezza, la loro indifferenza, la loro sciatteria, la loro trascuratezza, il loro ignobile egoismo. Non esiste tribunale al mondo che possa ribaltare una verità così inconfutabile. Una madre biologica, una sbandata disadattata, tossicodipendente, incontra un avventuriero senza passato e senza storia, un compagno di un brevissimo tratto di strada, il tempo di fare il pieno di cocaina. In mezzo, un piccolo fagotto, un ingombrante ostacolo che piange, ha fame, deve fare i suoi bisogni, gli fa male la testa, la pancia, i dentini, un peso, un mattone, una palla al piede. Per chi non ha che la droga nella testa l’istinto di madre (ammesso che esista davvero) passa in secondo piano fino a scomparire, un bambino di otto mesi diventa un penoso fardello di cui ci si libererebbe volentieri prima o poi. Per un uomo senza cuore e senza scrupoli un bambino non è neppure un essere umano, è qualcosa da non prender neppure in considerazione. Si nutre un profondo e viscerale amore per il proprio cane, (visto che è tanto di moda), ma nessuna pietà e considerazione per un esserino di cui non si è neppure il padre.
Povero piccolo! Povero innocente, ignaro , indifeso piccolo… Sei solo un grumo di dolore e sofferenza, sei venuto al mondo per soli otto mesi, e il mondo ti ha respinto, picchiato, rapinata e negata la tua infanzia! Sei venuto al mondo Dio solo sa come e perché. Ma proprio per questo credo in Dio, ora più che mai. Perché fatti disgustosi come questi continuano ad accadere. Ricordate le parole di Giovanni Paolo II ai mafiosi: “pentitevi, verrà un giorno la giustizia di Dio!” Sì, verrà Dio e la sua Giustizia, per portare a compimento tutto quello che da questa parte è incompiuto, per portare a perfezione tutto quello che da questa parte è corrotto e imperfetto… Verrà Dio e la sua Giustizia, anche per Antonio Rasero e per Katerina Mathas, ma soprattutto per quella piccola anima, che non poteva difendersi da un mondo fatto solo di crudeltà e violenza.

E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
Oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!



venerdì 10 febbraio 2012

SE PROPRIO DOVETE MORIRE A DAMASCO, FATELO CON DISCREZIONE.


Da più parti mi sono pervenute critiche all’articolo precedente, colpevole, secondo alcuni, di essere in odore di “ateismo” o, nella migliore delle ipotesi di “deismo filosofico”. Niente di tutto questo, rimango sinceramente cristiano, pur ponendomi dubbi e domande cui cerco, a volte goffamente, di trovare qualche risposta, mai conclusiva, ma che possa aggiungere un piccolo tassello alla composizione della verità. Vorrei fare un altro esempio che farebbe vacillare anche la più granitica delle fedi. La vicenda siriana, per come è stata ed è condotta, sia dall’interno del paese che dal mondo evoluto e civilizzato dell’occidente, mi sembra assolutamente emblematica. In Siria, dal’inizio delle ostilità ad un regime ignobile, sanguinario, spietato, nelle mani dei militari e di uno squilibrato come Assad, figlio di un massacratore, si sono sacrificate, ad oggi, almeno 7.000 vite umane. Sono poche, sono tante? Quanti sono i civili morti in Libia? Vogliamo aspettare che il numero delle vittime raggiunga quota 10.000 per cominciare (dico solo cominciare) a fare qualcosa? L’eccidio di 400 bambini, secondo fonti dell’UNICEF, è uno scandalo che grida vendetta al cielo. Se ne parla con un certo tono di contenuta indignazione in coda ai telegiornali, dopo le notizie sul freddo, persino la diplomazia vaticana contiene con compostezza il suo sdegno. Per farla breve: non gliene frega niente a nessuno. Che differenza passa tra un morto siriano ed uno libico? Una grossa differenza: in Libia ci sono riserve petrolifere per i prossimi vent’anni, in Siria petrolio ce n’è pochino, e, soprattutto, si tratta di un paese legato a filo doppio  con la Russia di quella caricatura di zar che è diventato Putin: una alleanza commerciale solida e ferrea, fatta non solo di gasdotti, ma soprattutto di commercio di armi, quelle stesse armi che Putin vende ad Assad per massacrare il suo popolo. E, si sa, i veti di Russia e Cina, all’ONU, sono insuperabili. Che storia curiosa questa di Russia e Cina: il primo è diventato un paese dominato da una cricca di mafiosi ruffiani, il secondo è una dittatura in cui vige una pena di morte applicata con pignoleria ed uno strampalato capitalismo di stato. Eppure, nonostante le differenze ormai abissali, quando si tratta di difendere un autocrate sanguinolento, Cina e Russia si trovano, all’ONU, sempre d’accordo. Curioso.
Ecco, la enorme, smisurata differenza di trattamento tra Libia e Siria, non solo lascia sconcertati, ma soprattutto amareggiati. La storia, come sempre, del resto, non ci insegna nulla, assolutamente nulla. Non interveniamo in Siria per non urtare i fragili nervi dei russi e perché non abbiamo alcun interesse economico a farlo, eppure la contrazione economica che è cominciata nel 2007 e che non finirà mai, non ci ha ancora insegnato nulla. La crisi disperata del capitalismo, l’esplosione delle sue contraddizioni, la rovina economica verso la quale stiamo andando al gran galoppo, non ci ha ancora fatto comprendere che non solo il liberismo ha fatto il suo tempo, creando i presupposti finanziari per la sua fine, ma soprattutto non ci ha ancora fatto comprendere che se continueremo a mettere alla sommità dei nostri valori il denaro, la ricchezza, il potere, siamo destinati ad un lento, ma inesorabile declino, vittime delle giovani energie delle tigri asiatiche. E’ difficile essere ottimisti davanti a simili spettacoli. La differenza di trattamento dei casi Libia e Siria è talmente macroscopica che ci dovrebbe far riflettere, e invece continuiamo a passare il nostro tempo a valutare di quanto è sceso o salito lo spread con i bund tedeschi. Continuino pure a morire i cittadini siriani, cosa ce ne importa? Andiamo a comprare un cactus per la giornata contro la rinite allergica. Come non provare un senso di nausea, di schifo, di tragica rassegnazione nei confronti delle nostre coscienze? Come possiamo ritenerci mondi agli occhi di Dio? Come possiamo pensare di stringere la mano che ci viene tesa da Dio nel distribuire la Grazia alle sue creature? Non è vero, come pensano i cattolici, che Dio e l’uomo cooperino nel disegno della grazia e della redenzione divina. Dio non tende nessuna mano, la natura dell’uomo è troppo profondamente corrotta e inquinata  per essere degna di un gesto di collaborazione nella salvezza. Dio elegge chi vuole, per suo insindacabile giudizio, decretato dal’eternità, e secondo criteri che sfuggono completamente alle nostre povere forze. L’unico modo che abbiamo per mostrargli la nostra riconoscenza, essendo salvati privi di alcun merito, è quello di avere fede, la sola fede è la via di comunicazione con Lui. Quanto alle nostre opere, è meglio lasciar perdere. C’è in noi una tale dose di egoismo, iniquità, sete di potere e di vendetta, durezza, poco amore e poca pietà, da far gelare il sangue nelle vene a qualsiasi divinità. Ho fatto l’esempio della Siria e della Libia solo perché si tratta di un evento di tragica attualità, ma se ne potrebbero fare tutti i giorni innumerevoli. Ricordiamoci, una volta per tutte, noi che siamo buoni cristiani, che ogni morto in quella regione del mondo chiede conto alle nostre coscienze di quanto abbiamo fatto e, soprattutto,  non abbiamo fatto per cercare di salvare la sua vita. E se la nostra santa crociata contro l’odiato dittatore libico non produca una contraddizione talmente stridente da far tremare i polsi anche al più devoto servitore di Cristo.

sabato 4 febbraio 2012

RIFLESSIONI DA UN CENTRO COMMERCIALE

Con le temperature di questi giorni, i rigori del freddo e le gelate in agguato, niente di più facile che ritrovarsi in un centro commerciale, così, per fare due passi, per trascorrere qualche ora. E’ quello che ho fatto oggi, senza troppo interesse per le mercanzie in esposizione, ma con la disposizione d’animo di mettermi in un angolo ad osservare. Già, osservare cosa? O chi? I miei simili, le vetrine non destavano in me alcun interesse, ma il continuo passaggio davanti ai miei occhi di persone, famiglie, ragazzi e ragazze, bambini, tipi umani di ogni specie, poteva costituire, quello sì, un certo interesse.

Mi misi dunque in un angolo, comodamente seduto, ad osservare il passeggio ininterrotto di uomini e donne. Nessuno di loro, tranne rare eccezioni, aveva qualcosa di particolare. Ma proprio questa loro apparente normalità aveva destato la mia curiosità. Non li osservavo con uno sguardo giudicante, tutt’altro, ma con una sorta di vis antropologica, sentendomi io per primo parte di loro. Cercavo, pensando ad un racconto di fantascienza letto molti anni prima, “Sentinella” di Fredric Brown, di osservare gli esseri umani che mi passavano davanti come se fossi un osservatore esterno, per esempio un abitante di un altro pianeta, nel quale, magari, vivono creature del tutto dissimili da noi. Soffermandomi sui particolari delle persone, la loro bocca, un orifizio dal quale passa il nostro nutrimento, quel ciuffo di capelli che ci ritroviamo sulla testa, il nostro essere “bipedi implumi”, con due buffi arti che si dipartono da un tronco sgraziato… In un centro commerciale tutti tendono ad omologare il loro comportamento, come è ovvio, ma se si prescinde dagli sguardi gettati oltre le vetrine, le considerazioni sugli oggetti acquistati, le code davanti alle casse dei bar, lo sciamare allegro e scanzonate di gruppi di ragazzette in cerca di avventure, se ci si sofferma un attimo su alcuni tipi umani, pur rientrando nella più omologata delle normalità, le cose cambiano leggermente. Si avverte come un piccolo scostamento dalla realtà, impercettibile, ma vero, come uno scarto improvviso, nel flusso inarrestabile degli avvenimenti, verso altri universi, altri mondi. La percezione, puntuale e precisa, della possibile esistenza di varchi verso altre dimensioni, dai buchi neri all’iperspazio, dove altri esseri vivono non come noi, ma altre vite possibili, inimmaginabili. Non è la solita questione del non essere soli nell’universo: qui non si tratta di stabilire se ci siano o meno possibilità di vita in altri mondi. Questa discussione mi è sempre apparsa oziosa e priva di significato: certo che è possibile. La vita come la conosciamo noi ha bisogno di elementi come l’idrogeno e l’ossigeno per svilupparsi: è possibile che esistano creature del tutto dissimili da noi che metabolizzano fosforo ed ammoniaca. Insomma, quello che attirava la mia attenzione era l’aspetto e l’atteggiamento complessivo delle creature che vedevo sfilare dinanzi i miei occhi. 

Ad un certo punto, mi venne in mente una possibilità che tante altre volte, in altre circostanze, avevo considerato. Vedere quegli esseri strani, che camminano su due arti, che comunicano attraverso un linguaggio verbale, emettendo suoni  attraverso un apparato fonatorio, piuttosto che con le telepatia, mi diede la netta sensazione che difficilmente sarebbe stato possibile scorgere in questi esseri alcunché di spirituale. La dimensione umana, in quel momento, mi apparve nella sua nuda crudezza: siamo la forma di vita certamente più evoluta di questo pianeta qualsiasi ai margini di una delle infinite galassie, ma oltre ad una intelligenza, forse neppure troppo sviluppata, poco altro ci distingue dagli esseri viventi che consideriamo inferiori. Abbiamo la possibilità di vivere in consorzi socialmente organizzati, di darci una casa, un tetto e una abitazione, elaborare macchine che ci trasportano da  un luogo all’altro, macchine che effettuano operazioni molto più velocemente del nostro pensiero, siamo stati anche capaci di costruirci un’epica religiosa, una mitologia che, ancora una volta, ci poneva al centro dell’universo, secondo l’idea, un tantino superata,  tolemaica ed euclidea. Ma Dio, osservavo, se esiste, siamo proprio certi che si dovrebbe occupare, nell’infinità sterminata dell’universo, delle creature del terzo pianeta della stella XY della galassia AZ? E perché dovrebbe farlo proprio con noi? Siamo esseri fortemente limitati, nel tempo e nello spazio, abbiamo una vita che non dura neppure un battito di ciglia nel tempo dell’universo, siamo goffi nei nostri corpi costituiti da un tronco dal quale si dipartono quattro arti, di cui due per spostarci e due per afferrare gli oggetti. Possediamo un luogo fisico, il nostro cervello , ospitato dal nostro capo, nel quale risiedono i nostri affetti, i nostri sentimenti, le nostre memorie, probabilmente la nostra cosiddetta spiritualità. Con la distruzione del cervello diveniamo corpi senza vita e senza anima. Agli animali che consideriamo inferiori ci accomunano diverse cose: l’alimentazione, con la conseguente ricerca del cibo, la digestione e quant’altro, la sessualità, dal momento che come gli animali nostri simili, anche noi ci riproduciamo non per partenogenesi, ma attraverso un accoppiamento sessuale, l’aggressività verso il prossimo, il “cane mangia cane” o meglio l’”homo homini lupus”, la crudeltà, quella, forse è solo nostra e non trova riscontro nel mondo animale. Non siamo creature speciali, nel corso della nostra brevissima storia, (qualche milione di anni non sono nulla nel tempo fermo dell’universo e degli infiniti spazi)non ci è mai pervenuto un segno di distinzione, la tangibile prova di essere eletti da una divinità, di esserne l’emanazione, di possedere nel nostro animo una scintilla divina. Ci siamo, viceversa costruiti, a parziale consolazione delle nostra finitudine, di una morte sicura, difficile da accettare, una mitologia complessa e farraginosa, piena di contraddizioni, contorta e fantasiosa, in ultima analisi completamente inverosimile. Si tratterebbe di un Dio che punisce i nostri progenitori per un peccato che Egli stesso aveva, ovviamente, previsto (ma allora perché metterli alla prova?), precipitandoli sulla terra, costretti a lavorarla con il sudore della propria fronte, preda di carestie e malattie, debole, vulnerabile, nemico della vita e di propri simili, predestinato, dal momento della nascita alla morte. Un “essere per la morte” per dirla con Heidegger. E allora, per lenire questa sorte sicura, per dare un senso all’enigma della tomba, ci siamo costruiti una vera e propria mitologia sacra. Dio Padre, mosso a pietà dall’impreparazione e dalla dabbenaggine delle sue creature, manda sulla terra il suo figlio unigenito, cioè se stesso, poiché entrambi partecipano della stessa sostanza, lo manda sulla terra a portare la buona novella , che poi sarebbe il fatto che il redentore, il Messia, il Cristo atteso dagli ebrei, era finalmente arrivato. Ma al tempo di Gesù Cristo, nell’epoca dell’imperatore Tiberio, si contavano a decine gli esaltati mistici che sostenevano di essere il figlio di Davide. E’ assai probabile che Gesù possedesse dei carismi particolari, o delle doti paranormali che gli consentissero di avere una presa particolare su di una popolazione incline alla credulità e alla superstizione. Ma, sempre secondo il disegno mitologico da noi costruito, il figlio di Dio non sarebbe stato riconosciuto come tale, ma, anzi, trattato come un impostore, e, alla fine della sua breve parabola terrena, giustiziato secondo il costume inutilmente crudele dei romani del tempo, crocifisso insieme a due criminali comuni. Salvo poi, dopo alcuni giorni, risorgere per annunciare il prossimo avvento del regno di Dio, la “parusia”, nuovi cieli e nuovi mondi dove l’uomo debole e mortale potesse ritrovare l’Eden perduto e tornare alla condizione iniziale del paradiso terrestre. Sentite anche voi che c’è qualcosa, da qualche parte, che non funziona, che non gira per il verso giusto. Non si comprende: a) perché un Dio onnipotente, onnisciente, creatore, eterno ecc. debba occuparsi di creature tutto sommato marginali al cospetto dell’infinito universo: b) per quale motivo debba creare l’uomo per poi farlo decadere, e una volta rotolato nella polvere e reso mortale, debba inviare il suo figliolo, che poi per la teologia cattolica equivale a Lui medesimo, per attuare un percorso terreno sapendo in partenza di non essere compreso, di essere considerato un postulante e come tale, per il reato di blasfemia, giustiziato sulla croce. c) Era proprio indispensabile mandare se stesso sulla terra per sostituirsi vicariamente alla specie umana, prendere su di sé il fardello della fragilità e della corruzione umane, per redimere e rendere immortale le sue creature? Non appare il tutto come un circolo vizioso? Non sarebbe stato più semplice creare un uomo perfetto che non cadesse prevedibilmente in tentazione?

Quello che voglio dire, in conclusione, è che, osservando i miei simili in un centro commerciale qualsiasi, mi sono reso conto, come se me ne accorgessi per la prima volta, della nostra volgarità, della nostra malvagità, della miseria della nostra condizione, dell’incapacità di compiere il bene per il bene, non in vista di un tornaconto ancorchè spirituale, della nostra ferinità, che ci rende così simili agli animali che trattiamo con superiorità, vorrei dire della nostra marginalità nei confronti dell’universo fisico. Ho avuto , una volta di più, la netta impressione che, non essendo in grado, infantilmente, di accettare la fine della nostra esistenza, ci siamo costruiti un Olimpo immaginario, edificato sugli scritti lasciati da agiografi vissuti molti anni dopo Cristo, i quali non hanno fatto altro che raccogliere sistematicamente la tradizione orale di una setta minoritaria nell’ambito del giudaismo, scritti che contengono certamente una parte di verità storica, ma che contemplano allo stesso tempo una parte immaginifica che appartiene all’epica di ogni popolo. Cristo non aveva nessuna intenzione di fondar una nuova religione, come lui stesso afferma in più di una circostanza, era un semplice riformatore della religione ebraica. Il credo cristiano è stato costruito teologicamente come tale molti anni dopo  la vicenda terrena di Gesù, da Paolo di Tarso, il vero filosofo che fonda il cristianesimo, che in questo senso, dovrebbe , a ragione, definirsi un “paolinismo”. Ho sempre il dubbio che abbiamo ragione gli ebrei, che, pur considerando con il massimo rispetto la figura di Gesù Cristo, aspettano ancora adesso il Messia annunciato dall’antico testamento. In questo senso, il cristianesimo potrebbe definirsi una “eresia giudaica”.
A questo punto del discorso, e in conclusione, appare ovvia l’obiezione: ma allora non sei un credente , non sei un cristiano. No, sono un credente e rimango un cristiano, anche se non più cattolico. Mi pongo semplicemente dei dubbi, ho poche certezze, mi sento come una creatura debole, derisa e trascinata dalla vanità delle cose. Vedo nei miei simili i miei stessi difetti , le mie imperfezioni, la mia propensione alla corruzione,  all’egoismo, all’egocentrismo. E mi fa male. La fede, nel protestantesimo, si nutre continuamente,  anche nel dubbio, che deve coesistere con la ragione. Forse non hanno torto coloro che sostengono che, portando alle estreme conseguenze il pensiero protestante, si perviene all’estinzione della sfera sovrannaturale, e, in ultima analisi, alla morte di Dio. E’ possibile, ma, personalmente, non sono ancora arrivato a questa conclusione. Mi faccio delle domande, cerco delle risposte, con poche certezze, con molte esitazioni, alzandomi ogni mattina, guardandomi intorno incredulo, amareggiato. Ma vado avanti, non avrò risposte sicure, continuerò a cercare, perché la vita spirituale, in ultima analisi, non è altro che una ricerca continua, senza risposte certe e, soprattutto, finali.

venerdì 3 febbraio 2012

MARIO DRAGHI RIUSCIRA' A CAMBIARE IL RUOLO DELLA BCE?


Dopo aver criticato la politica della Banca centrale europea (BCE), molti analisti sembrano ora particolarmente impressionati dalle scelte recentemente adottate dal suo presidente, (Super) Mario Draghi

MARIO DRAGHI, nuovo eroe? Dopo aver criticato la politica della Banca centrale europea (BCE), molti analisti sembrano ora particolarmente impressionati dalle scelte recentemente adottate dal suo presidente.
IL SUCCESSORE di Jean-Claude Trichet ha abbassato i tassi di interesse.E, mossa ancora più importante e significativa, ha fornito liquidità illimitate con scadenza a tre anni e con un tasso dell'1%. Inoltre, la BCE ha altresì ampliato l'elenco delle garanzie accettate per le operazioni di credito - le attività depositate dalle banche presso la banca centrale in cambio dei prestiti. La prima operazione, denominata LTRO, ha avuto luogo nel dicembre e verrà ripetuta alla fine di febbraio.

LE ISTITITUZIONI europee hanno fatto a gara per rifinanziarsi presso gli sportelli della BCE, che ha fornito loro circa 500 miliardi di euro di liquidità. Un record. La misura di Francoforte è stata applaudita, seppure in pochi avrebbero scommesso su un risultato simile. Ora, è vista come un vero colpo di genio di "Super Mario".

ALL'OPERAZIONE è infatti seguito un rapido allentamento delle tensioni sui titoli di stato, soprattutto italiani e spagnoli. I due paesi in difficoltà hanno potuto infatti raccogliere fondi più facilmente. Una settimana fa, l'Italia ha collocato 8 miliardi di euro di obbligazioni a sei mesi ad un tasso inferiore al 2%. Lo scorso novembre, il rendimento di una simile operazione era stato del 6,5%. Sollevati, i mercati hanno registrato il loro miglior mese di gennaio ... dal 1987.

LA BCE, che ha rifiutato di comprare massicciamente i titoli di Stato, ha lanciato di fatto una propria forma di quantitative easing. L'Europa, forse più della stessa Federal Reserve, è considerata una sorta di trendsetter in termini di politica di allentamento quantitativo, se si considera che la popolazione e del PIL sono significativamente più bassi nella zona euro che negli Stati Uniti.

I DEPOSITI presso la BCE, che raggiungono quasi ogni settimana un nuovo record, destano qualche preoccupazione. Ma non sono né gli istituti spagnoli, né i loro omologhi italiani a parcheggiare i propri fondi. Pertanto, gli istituti stanno probabilmente comprando il debito del loro stato.

NON SI DIMENTICHI che la boccata d'ossigeno fornita dall'Istituto di Francoforte
, era tesa a limitare i timori di una carenza (stretta) del credito ("credit crunch"), che avrebbe potuto rafforzare la crisi economica in Europa, aprendo la strada a una recessione che, tuttavia, è quotidianamente evocata.

LA SOLUZIONE trovata dalla BCE scongiurerebbe inoltre il dibattito giuridico-politico sul fatto che l'istituzione di Francoforte abbia il diritto (o meno) di rimborsare il debito di uno stato. Ed eviterebbe di fa arrabbiare la Bundesbank e tutta l'ortodossia della politica monetaria.
TUTTAVIA potrebbe creare un azzardo morale per le banche, e tradursi in distorsioni di mercato, destinate a perpetuarsi in quanto i prestiti sono offerti a tre anni e a un tasso fisso dell'1%.

PER ORA, Mario Draghi
si è rifiutato di stabilire una correlazione diretta tra il calo dei tassi e la massiccia iniezione da parte della BCE alle banche dell'area dell'euro. Per la prossima operazione di rifinanziamento, gli analisti già si aspettano un importo di 1.000 miliardi di euro. Più del doppio rispetto alla precedente, avvenuta nel mese di dicembre.
TALE IMPORTO, che supera il secondo piano di quantitative easing della Fed ($ 600 miliardi), servirà a "dissetare" le banche, a corto di liquidità, e a salvare l'economia dalle devastazioni di una crisi bancaria? Oppure, contribuirà a fornire fondi da ricollocare nel debito dei paesi del sud dell'Europa per fare soldi facili? E' troppo presto per dirlo.

Fonte: professionefinanza.com



giovedì 2 febbraio 2012

OTTO MOSSE PER TROVARE GLI EVASORI


Da primavera scatta l'accertamento se la differenza tra il guadagno ricostruito e quello dichiarato supera il 10%

ALLA COMMISSIONE Finanza della Camera, Attiilio Befera, direttore generale dell’ Agenzia delle Entrate, ha spiegato la propria strategia, per trovare gli evasori che avrà inizio in primavera.

IL REDDITOMETRO: attraverso tale strumento l'Agenzia delle Entrate potrà controllare la corrispondenza tra le dichiarazioni dei redditi e il tenore di vita condotto dal contribuente, attraverso il livello delle spese. Sarà motivo di indagine il possesso di barche, di auto di grossa cilindrata, di cavalli da corsa, l’aver fatto viaggi di lusso e visite alle spa di lusso. Segnalati anche chi fa frequentare  ai figli scuole private o chi fa un'assicurazione sulla vita. Laddove sarà riscontrato uno scostamento del 10%, dato dalla differenza tra il reddito dichiarato e quello effettivo, scatterà l'accertamento fiscale.

LA BANCA DATI:  il suo nome è Serpico e sarà il terrore degli evasori. Si tratta di una banca dati in cui banche, assicuratori, operatori finanziari devono riversare tutte le informazioni riguardanti il contribuente. Si tratterà di 400 milioni di dati che faranno capo a 40 milioni di conti correnti.

LA TRACCIABILITÀ: dal 6 dicembre 2011, è stato stabilito, con decreto legislativo, che nelle operazioni tra privati e nelle transazioni tra consumatori e imprese non può essere utilizzato denaro contante se i pagamenti superano i mille euro. Entro il 31 marzo 2012, i libretti di deposito bancari, postali o al portatore, con saldo superiore a mille euro, devono  essere estinti definitivamente.

I BLITZ: l'attività di controllo da parte della Guardia di Finanza continuerà attraverso i blitz sulla scia di quello di Capodanno a Cortina e della fine di gennaio a Milano e Roma.

L'AZIONE DI EQUITALIA: saranno prese di mira le  dichiarazioni dei redditi 2007-2008. L'accertamento esecutivo affidato a Equitalia, servirà ad incassare le imposte non dichiarate.

SPESOMETRO: servirà a monitorare meglio l'evasione fiscale tramite il controllo delle uscite e delle entrate dei cittadini. Per ogni acquisto che supera i 3600 euro sarà obbligatorio fornire al venditore il proprio codice fiscale che a sua volta lo trasmetterà all'Agenzia delle Entrate.

TUTORAGGIO: è riservato ai grandi contribuenti, chi ha un volume d'affari superiore ai 100 milioni di euro. L'Agenzia delle Entrate, attraverso le sedi regionali, controllerà minuziosamente tali imprese.

NUOVE ASSUNZIONI:  sono previste dall'Agenzia delle Entrate assunzioni per 1440 funzionari in più al fine di intensificare la lotta agli evasori.

 Carlo Vallotto – trend-online