mercoledì 30 settembre 2015

LA FINE DEL CAPITALISMO E' GIA' COMINCIATA



NEW YORK (WSI) - Il capitalismo verrà a poco a poco distrutto da forze che sono già esistenti, nascoste nel vecchio sistema economico e che stanno cambiando valori e comportamenti. È quanto sostiene "Postcapitalism", saggio scritto da Paul Mason, che definisce la nuova era in cui stiamo entrando appunto "postcapitalismo" la cui precondizione è l’abbondanza, di informazioni e beni scambiati liberamente.

Questo cambiamento epocale è reso possibile da tre forze create negli ultimi 25 anni dall’information technology. Prima di tutto la nuova struttura ha ridotto il bisogno di lavorare grazie all’automatizzazione e ciò ha creato linee di separazione meno nette tra impiego e tempo libero, lavoro e salario.

In secondo luogo, l’abbondanza di informazioni sta sgretolando un mercato in cui i prezzi vengono stabiliti quasi tramite un sistema di monopoli. Infatti, cercare di catturare e privatizzare informazioni prodotte in maniera collettiva, come vogliono fare i giganti tecnologici, va contro quello che è un bisogno umano basilare: usare le idee in modo libero.

Terzo: crescita spontanea di produzioni collaborative a livello di beni e servizi ma anche di organizzazioni che non seguono i diktat del mercato o della gerarchia classica manageriale. Un esempio su tutti? Wikipedia, fatto da volontari e che ha messo in crisi il business delle enciclopedie e della pubblicità per circa tre miliardi di introiti in meno all’anno.

E poi vediamo fiorire nuovi tipi di valute, banche del tempo, cooperative, sviluppatesi soprattutto dopo la crisi finanziaria del 2008. Per ora questi nuovi business spesso sono basati sulla valuta del post-capitalismo che sono tempo libero e networking. Certo al momento sembra un sistema inefficiente e non in grado di sostituire l’attuale, ma, ricorda Mason, così accadde anche quando la moneta apparve per la prima volta.

Ciò che prevede l’autore è una via d’uscita che diventerà veramente tale quando entreranno in gioco i governi e anche il modo in cui la gente si pone nei confronti della proprietà, tecnologia e lavoro. Per ora quello che è certo è che la crisi del 2008 ha cancellato il 13% della produzione globale e il 20% del commercio. La crescita globale è ancora in campo negativo e nell’Occidente la fase di depressione ha ormai superato quella del 1929-33 e gli economisti sono terrorizzati dalla prospettiva di una recessione assai lunga.

Finora la soluzione sono state austerità e iniezioni monetarie, ma non sembrano funzionare davvero.
La soluzione va forse ricercata, suggerisce Mason, in un testo di Karl Mark, "Frammento sulle macchine", in cui il filosofo tedesco immagina che le informazioni vengano immagazzinate e condivise in quello che chiama "intelletto generale". E, scrive Marx, la sua esistenza avrebbe "fatto saltare il capitalismo".

Ora, solo quella che oggi chiamiamo "sharing economy" può segnare la strada per superare il sistema di mercato attuale, ma bisogna che gli Stati intervengano per facilitarne il corso e probabilmente post-capitalismo e capitalismo sopravviveranno insieme ancora per decenni, ma ormai la strada del cambiamento è tracciata.

martedì 29 settembre 2015

CHE BRAVO "EL PAPA"!



Che bravo El Papa. E’ piaciuto al Congresso. Ad Obama. E’ piaciuto all’ONU al completo. A Castro, anzi a tutt’e due i Castro. In Italia piace a tutti: a Scalfari, a Pannella & Bonino, a Bertinotti, ai gay militanti che si aspettano grandi novità da lui. Piace ai valdesi, ai massoni.  Piace anche a Marchionne per lo spottone che ha fatto alla Fiat 500.
E’ logico che piaccia a tutti quelli che erano nemici della Chiesa, che la  sentivano come ultima istanza antagonista. Ma oggi essa “tace del peccato, dell’errore, del ‘guai a voi’, della redenzione, del giudizio, del fine trascendente: il cristianesimo è ridotto a qualche cosa di appendicolare, di sussidiario, di cooperante”: una Ong, insomma.
Per un cattolico, questo successo mondano è un segno bruttissimo, terminale: “Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti” (Luca 6, 25-26). Ma chi non è credente farebbe male a infischiarsene o rallegrarsene, perché – essendo ogni politica l’emanazione di una teologia (1), lo si voglia o no – un rovesciamento della teologia cattolica di questa misura, avrà conseguenze anche sulla vostra vita. E conseguenze negative per la libertà stessa, e orribili per un più profondo motivo.
El Papa ritiene che la dogmatica (il contenuto di conoscenze specifiche del cattolicesimo, quello che lo distingue dalle altre religioni) sia un ostacolo “all’incontro”, alla “accoglienza verso tutti gli uomini”, al “costruire ponti”. La vede come un ostacolo alla pastorale, all’amore che deve venire prima di tutto, verso tutti gli uomini senza distinzione. Perché, per esempio, i divorziati risposati non dovrebbero avere la Comunione? E le coppie gay essere “accolte nella Chiesa”? Non bisogna “perdersi in vuote riflessioni teologiche”, perché urge la “carità, l’incontro”.
Come il marxismo, quella di Bergoglio è una “filosofia della prassi”. L’azione (prassi) è tutto, il pensiero conta niente. “Basta interpretare il mondo, bisogna cambiarlo!”, urlava Karl Marx. Bergoglio dice esattamente la stessa cosa: niente più “diatribe dottrinali”; andate verso le periferie esistenziali! Come il marxismo, ha dentro un ricatto morale: se vuoi pensare prima di agire, è perché sei un servo delle classi sfruttatrici; se insisti a distinguere l’ortodossia dall’eresia, vuol dire che non t’importa dei poveri.
Ogni ideologia della prassi è un anti-intellettualismo. Conoscere la verità (“interpretare il mondo”, per Marx) è una perdita di tempo o peggio, un alibi. Bisogna “fare”, agire, per il bene e l’amore; anzitutto “bisogna impegnarsi nella società”. Se la verità non aiuta la lotta di classe, tanto peggio per la verità…
A cosa abbia portato il trionfo del marxismo, l’abbiamo visto: alla dittatura
sovietica, al totalitarismo della menzogna – coi gulag, milioni di morti, la perdita della libertà, e la rovina economica. Questo già ci dovrebbe far temere sull’esito di questo “primato dell’amore sulla verità” che sta affermando El Papa. Per il cattolicesimo, è un rovesciamento particolarmente maligno, perché il rifiuto della verità se ostacola l’azione, è il rifiuto del Logos – ossia del Cristo. Ma anche chi non crede al Cristo farà bene ad allarmarsi. Ogni filosofia della prassi infatti induce all’azione senza ragione. L ‘intelletto “nella primalità dell’amore rimanendo sconnesso alla verità, perde ogni norma, diviene insensatezza”.
Prima di agire, uno dovrebbe pensare a cosa vuole, e quali possono essere le conseguenze delle sue azioni, eventualmente avventate. Qui, l’azione senza ragione viene elevata addirittura al livello di carità suprema. Il “vissuto” deve precedere il pensato, anzi deve sostituire il pensato. Dio non è Amore? Certo, certo. Ma è Intelligenza: ci ha stabilito cosa è bene e cosa è male, cosa è vero e cosa è falso.
Un “amore” senza intelligenza – attenti, non credenti – giustifica ogni arbitrio del potere costituito, sbocca in oppressione e odioso soffocamento della libertà personale, se diventa dottrina pubblica. E già lo è, in quel mostro freddo che è l’Unione Europea: “l’accoglienza senza limiti dei profughi” (“carità” sragionante) si accompagna alla “punizione” per i piccoli paesi che vi si oppongono, in ludibrio e demonizzazione: siete xenofobi! E subito leggi e direttive vengono emanate contro la “xenofobia”. Già ne sono vigenti contro la “omofobia”, sul modello di quelle leggi che incriminano il “negazionismo della Shoah”: il divieto di cercare la verità avanza.
Nel cattolico progressista, si sta già manifestando come una vera “aletofobia”: parola difficile, che significa: fobia della verità. Nelle parrocchie, basta ricordare un dogma cattolico, che magari smentisce quel che Bergoglio ha detto la mattina, per essere aggrediti dagli stessi parrocchiani. Ciò perché anche i “cattolici” oggi sentono la fede come “un sentimento” e non un come la credenza in contenuti a cui la mente deve aderire. Anche il primato dei sentimenti è pericoloso: come nel mondo orwelliano, sono le masse che già fanno la guardia alle menzogne ufficiali, e si fanno spontaneamente psico-polizia contro i devianti – senza carità, e quindi senza diritti.
Questa è già dittatura totalitaria. Sotto l’apparenza di “carità” si giustificheranno i peggiori delitti, perché “il sentimento” d’accoglienza si rovescia facilmente in “sentimento” di antipatia, e quindi di repressione dell’antipatico. El Papa è simpatico, chi non è d’accordo con lui è antipatico…tanto basta a farvi escludere.
Le categorie vero-falso sono state sostituite da “simpatico-antipatico”, ed è questo che guida i giudizi dei più.
L’intolleranza si chiama  pluralismo
Il fenomeno dilaga nella vita pubblica. Comicamente, con il nome di “pluralismo”. Siccome deve esserci il “pluralismo”, nessuno deve pretendere la verità. Se osi dire che l’accoglienza senza limiti è un male, o che lo sono le manifestazioni del gay pride, allora sei “contro il progresso” (o “le direttive europee”) e – per te, il pluralismo finisce: non ti più permesso dire nulla, perdi i diritti politici.
Gioverà sapere che questa forma di totalitarismo viene dall’alto dei salotti buoni mondialisti e massonici che hanno applaudito El Papa; e non da oggi. Già l’Unesco – la sigla sta per Organizzazione delle Nazioni Unite per la Scienza e la Cultura – prescriveva, nel suo Rapporto del 1972, che lo scopo a cui dovevano attenersi gli Stati nel loro settore educativo, e nella politica in generale, era di educare a far sì “che lo spirito non si fermi in persuasioni definitive”, ma divenga “estremamente pronto a cambiare”. Non semplicemente pronto, ma “estremamente pronto a cambiare”. Il titolo del rapporto era, nientemeno, che Apprendre è Etre, ossia: apprendere ad essere. Essere,  per l’Unesco,  è  non fissarsi  in alcuna persuasione definitiva: per esempio sul bene come opposto del male, e del male come una cosa negativa, dannosa anche per la società. E’ il gran successo del sistema oggi vigente, per cui le verità sono punite per legge (negazionismo, xenofobia) mentre i comportamenti aberranti sono non solo legalizzati (aborto, droga), ma prescritti, resi obbligatori: l’accettazione del pervertito che deve essere considerato “normale”, per esempio.
Questo è totalitarismo. Anche se si proclama “libertà” e a molti di voi può sembrarlo.
Specificamente, è il totalitarismo della dissoluzione – per il cristiano, è l’Anticristo che avanza: colui che unirà in sé il potere politico e quello religioso, e prescriverà il male e vieterà il bene. Sotto forma di “carità”, è ovvio: l’Anticristo si presenterà come “più buono” di Cristo: “nessuno tocchi Caino”, e giù umanitarismo, buonismo, ecologismo, pauperismo, ecumenismo…Gesù, per esempio, a Pasqua mangiava l’agnello; non era vegano. Orrore, Lui rimedierà. Già Giuda, quando la peccatrice versò sui piedi di Gesù un profumo costosissimo, lamentò che quei soldi erano sprecati, si poteva vendere la boccetta e dare il ricavato ai poveri…già Giuda era più buono di Gesù. Già Giuda si preoccupava dei “poveri”, voleva che la Chiesa andasse verso le periferie esistenziali, accogliesse le coppie gay, non la facesse tanto lunga sui peccati che commettiamo tutti, in fondo…l’importante è il cambiamento climatico.
Nella realtà, l’Anticristo farà vigere la “legge dell’amore”, ossia: abolirà il diritto penale. L’omicida, il prevaricatore, il pedofilo, non vanno toccati. Va’ messo in galera invece chi eccepisce, chi è si mostra “incapace di perdono”e di “accoglienza” : cattivo.
Credete che esageri? Ma tendenzialmente, il diritto che vige in Italia si muove in quella direzione. Già adesso, la pena di prigione viene inflitta avendo come giustificazione non il contrappasso che spetta come diritto al colpevole – ma la “protezione della società” da un essere “pericoloso” (come fosse un cane, il colpevole) per di più da “rieducare” – appunto come un cane – affidandolo quanto prima “ai servizi sociali”. E ‘ ovvio che avanzando la mentalità anticristica, lo sbocco sarà: Perché questa inutile sofferenza per l’omicida?
Al farabutto di ogni tipo? Diamolo direttamente ai servizi sociali, dove si rieducherà. Lasciamolo libero…Moriremo di buonismo.Ammazzati da Ceino che nessuno deve toccare.
Per questo dovete spaventarvi anche voi miscredenti o indifferenti, della “teologia” che El Papa sta dando alla “politica” mondiale. Ma questo non esaurisce ancora il discorso, non abbiamo ancora toccato il rischio peggiore che fa’ correre all’umanità. Dovrò riparlarne.
E forse non è nemmeno Papa.
Posto qui un articolo-rivelazione de La Stampa: se la sua elezione è stata “preparata per anni” in riunioni “segrete” di cardinali “organizzati da Carlo Maria Martini” – un gruppo che uno dei suoi animatori, il cardinale Danneels, chiama “mafiaclub” – allora davvero la sua elezione si può dichiarare invalida, come sostiene da tempo Antonio Socci , perché avvenuta fuori del Conclave.
Francesco: elezione preparata da anni
marco tosatti – La Stampa – 24/09/2015
L’elezione di Jorge Bergoglio è stato il frutto delle riunioni segrete che cardinali e vescovi, organizzati da Carlo Maria Martini, hanno tenuto per anni a San Gallo, in Svizzera. E’ quanto sostengono Jürgen Mettepenningen et Karim Schelkens, autori di una biografia appena pubblicata del cardinale belga Godfried Danneels. Che chiama il gruppo di cardinali e vescovi un “Mafiaclub”.  (source)

lunedì 28 settembre 2015

LA SQUALLIDA, SPORCA STORIA DEL PADRE DEL PREMIER



In qualsiasi altra parte del mondo sarebbe uno scandalo che avrebbe portato alle immediate dimissioni del Presidente del Consiglio, da noi … nulla … non se ne parla nemmeno, sui media nazionali qualche trafiletto qua e là proprio per non poter essere accusati di aver ignorato completamente la notizia.
Di cosa stiamo parlando?
Dello scandalo che vede coinvolta l’intera famiglia Renzi.
Non entro nei dettagli, è una brutta storia. L’azienda della famiglia Renzi, la Chil Srl, fallisce con ripercussioni giudiziarie per cui viene indagato, dalla Procura di Genova, Tiziano Renzi, padre del nostro Premier.
Ovviamente su questo fatto non esprimo giudizi perché sta alla Magistratura appurare i fatti ed eventualmente emettere sentenze, non servono invece procuratori ed avvocati per giudicare i comportamenti a dir poco censurabili assunti dalla famiglia Renzi.
Cominciamo.
Alla Chil Srl nel 2009 viene deliberato un mutuo di 697.000 euro dalla Banca di Credito Cooperativo di Pontassieve, come tutti sono in grado di capire, dato che l’Istituto di Credito non è proprio un colosso della finanza l’operazione merita particolare attenzione ed il fido viene concesso direttamente dal Responsabile Aziende della Banca, Marco Lotti.
A quell’epoca Matteo Renzi era il Presidente della Provincia di Firenze e nello stesso anno diventerà Sindaco del capoluogo toscano ed ora vi chiedo: chi entrerà a far parte della sua Segreteria? Luca Lotti, il figlio di Marco, colui che aveva deliberato il mutuo a favore dell’azienda di famiglia … guarda che combinazione … è proprio vero che il mondo è piccolo (e la Toscana ancora di più).
Mi sento anche di aggiungere che Luca Lotti, pur non essendo andato oltre il liceo, da allora ha avuto una carriera fantastica. Attualmente è sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e comunicazione del Governo e all’editoria, ma non basta, è anche diventato Segretario del CIPE, Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, un importantissimo Istituto. E guardate che ha solo 33 anni!
Poi dicono che i giovani in Italia non trovano lavoro!  I bamboccioni non trovano lavoro! Ma quelli bravi e che si danno da fare, come Luca Lotti, il lavoro lo trovano, eccome se lo trovano!
Sia ben chiaro che non c’è alcuna legge che impedisce ad un Sindaco di assumere nella propria segreteria il figlio di colui che ha deliberato un cospicuo mutuo alla azienda della propria famiglia, sia ben chiaro che non c’è alcun comportamento illegale da parte del nostro Premier.
Ma andiamo avanti.
Dare 697.000 euro di mutuo alla Chil Srl, sembra un po’ eccessivo, ed allora Marco Lotti chiede che ci sia anche la garanzia di una finanziaria, naturalmente non è difficile trovare questa garanzia, la presta Fidi Toscana, UN’AZIENDA PARTECIPATA DALLA PROVINCIA DI FIRENZE!!!
Ehhh che caso!
Ma anche qui, sia ben chiaro, non c’è nessuna legge che impedisce ad una azienda partecipata dalla Provincia di Firenze di prestare garanzia per un mutuo erogato alla azienda di famiglia del Presidente della Provincia stessa. Quindi nessun illecito.
Ma non è ancora finita.
Le garanzie prestate da questi Consorzi, come Fidi Toscana, arrivano al massimo fino al 60% dell’importo erogato, ma … ma c’è una legge che dice che se l’azienda richiedente è intestata ad una donna la garanzia viene estesa fino all’80%.
E allora dove sta il problema? La Chil Srl al momento in cui Fidi Toscana delibera la garanzia ha a capo la mamma del Premier, salvo due mesi dopo tornar nelle mani del padre, Tiziano.
E qui siamo al punto. Devono per forza esser fatte due considerazioni.
Certo non avrà implicazioni penali se una garanzia viene deliberata con una certa copertura perché a capo dell’azienda c’è una donna ed immediatamente dopo la delibera quella azienda viene trasferita in capo ad un uomo, ma un comportamento simile da parte della famiglia Renzi è … trovatelo voi un aggettivo appropriato, a me viene da dire “da straccioni”.
Non ce la si può cavare dicendo che queste sono le cose fatte “all’italiana”, sarebbe ora di finirla, ed in ogni caso sono comportamenti inaccettabili da chi poi si presenta come il politico “riformatore”.
La seconda considerazione esula dal caso preso in esame. Mi riferisco a queste leggi che non esito a definire idiote e che invece vengono fatte passare per “progressiste” e politicamente corrette. Tanto per capirci quelle che danno generici vantaggi al “genere femminile”. Davvero in questa battaglia continuo ad essere solo, ma sempre più convinto delle mie ragioni.
Personalmente se fossi una donna mi offenderei per queste leggi, dov’è la logica? La “donna” deve rientrare fra le categorie protette?
A me questo tipo di leggi, come le quote rosa, tanto per capirci, suonano così “Già hai la sfiga di esser nata donna … ed allora ti aiutiamo un po’ dandoti qualche piccolo vantaggio”.
Ripeto, una cosa offensiva nei confronti delle donne. Punto.
Ma terminiamo con la vicenda Renzi, perché, come detto, lasciamo ai tribunali emettere una sentenza di condanna qualora ci siano stati comportamenti illeciti, ricordiamo invece ai nostri lettori come si è conclusa la vicenda.
Tiziano Renzi si sbarazza della Chil Srl che fallisce, la Banca quindi chiede alla Fidi Toscana l’importo dell’esposizione, e cioè 263.000 euro  che quest’ultima, ovviamente, è costretta a pagare.
Quindi alla fine i soldi ce li ha rimessi la Fidi Toscana?
Ma no! Ce li abbiamo rimessi noi!
E come è potuto succedere?
Semplice! Poco dopo che Renzi è diventato Presidente del Consiglio, utilizzando il fondo di garanzia del Ministero per lo Sviluppo economico, ha fatto pervenire la stessa cifra alla Fidi Toscana, quindi i debiti della famiglia Renzi sono stati pagati con fondi pubblici, sì insomma … con i nostri soldi.
Viva l’Italia.