mercoledì 16 novembre 2011

QUALCHE BUONA RAGIONE PER AMARE L'ITALIA (dedicato ad Angela Merkel)


Angela Merkel, in uno stato confusionale vicino allo stupore, da una parte dichiara la sua ferma volontà di salvare e mantenere la moneta unica, dall’altra continua a rimandare sine die tutti quei provvedimenti, come l’allargamento del fondo salva stati (EFSF), la modifica di alcune clausole dei trattati europei, il ruolo della BCE nella crisi ecc. E’ chiaro per tutti che la Merkel e Berlusconi avevano un solo elemento comune: la politica degli annunci. Finchè questa benedetta donna continua a tentennare, a dondolare da una posizione all’altra, con un occhio di riguardo al suo futuro politico, si rischia la paralisi dell’Eurozona. Il PIL tedesco è in preoccupante calo, il differenziale di tutti i titoli di stato europei (Francia in primo luogo, ma anche Belgio, Austria, Finlandia e Olanda) sono in preoccupante allargamento. E questo affossa definitivamente il sogno, da sempre accarezzato dalla Merkel e mai confessato apertamente, di creare un Euro a due velocità. Anche perché, a questo punto, nel club della tripla A, possibile detentore dell’euro1, non potrebbe aderirvi neppure la stessa Germania. La crisi è sistemica, si espande con la virulenza di una pandemia, la Germania non capisce o finge di non capire che, guarda guarda, la stessa Germania dipende da noi, proprio da noi, poveri italiani, causa di tutti i mali del continente. Le ragioni profonde della crisi non risiedono solo in Italia, come comprende chi ha un minimo di dimestichezza con l’economia. Nessun paese europeo è esente da colpe, gli errori fatti, soprattutto la scarsa reazione, nel 2008, alla crisi delle banche americane, dalla Lehman Brothers in poi, non assolvono nessuno dei paesi europei. Ci sono anzi dei fondamentali che ci vedono in vantaggio rispetto alla stessa Germania. Nella “locomotiva tedesca” c’è una corrente consistente che non vedrebbe di mal’occhio l’uscita dei paesi periferici dall’eurozona. Ma i primi a farne le spese sarebbero proprio francesi e tedeschi. Siamo indispensabili ad entrambi. Questo non modifica l’evoluzione della crisi verso una più generale “depressione” e la probabile fine dell’Euro, ma serve, se non altro, a stabilire una volta per tutte che i virtuosi dell’UE non hanno nulla da insegnarci, e, soprattutto devono piantarla una buona volta con la litania del “fate presto”. Date una occhiata a casa vostra, e cercate di far presto anche voi.
CERCHIAMO DI FARE un po’ di chiarezza, partendo dal fondamento che Italia è non solo importante, ma indispensabile per l’ Europa e, fra tutti, non è di certo il Paese messo peggio.
A LIVELLO TECNICO sarebbe impensabile un’uscita del nostro Paese dall’Euro in quanto se ciò dovesse accadere, significherebbe che lo stesso Euro non esisterebbe più.
L’ITALIA HA UN ruolo fondamentale all’interno dell’Europa, non ha un’economia più forte della Germania, ma nemmeno la più debole. E rispetto agli altri Paesi con debiti elevati, quello Italiano è un debito pubblico legato alla liquidità.
PER QUESTO MOTIVO viene attaccata dalla speculazione, ma se il nostro Paese riesce a “sopravvivere”, automaticamente salverà anche la moneta unica.
SE L’ITALIA USCISSE dall’Euro ci sarebbe una catastrofe finanziaria, in quanto, i prezzi dei beni non farebbero altro che aumentare a dismisura togliendo agli italiani ogni potere d’acquisto.
E LO STESSO SAREBBE per le società. La maggior parte, soprattutto le più piccole, sarebbero costrette alla chiusura in quanto non riuscirebbero a tener testa all’aumento dei tassi che ci sarebbe con l’uscita dall’euro.
L’ESTROMISSIONE DELL’ITALIA comporterebbe, inoltre la fine sia dell’economia Francese che di quella Tedesca. Anche se è vero che l’Italia ha un debito elevatissimo, bisogna tener presente che finora lo ha tenuto sotto controllo molto meglio della Francia.
LA STESSA GERMANIA non è messa poi così bene come vuol far credere. Il debito pubblico tedesco, secondo le stime effettuate da Eurostat, nel 2010 ha subito un aumento pari a 319 miliardi di euro, raggiungendo la soglia di 2.080 miliardi, con il primato di essere il primo debito europeo ad andare oltre i 2mila miliardi, superando così, quello italiano.
 IL BELPAESE inoltre fa comodo sia a Francia che a Germania, le cui risorse patrimoniali sono nettamente inferiori rispetto alle nostre.

LA CANCELLIERA AFFERMA apertamente che l’Europa è il fondamento del benessere tedesco, in quanto,il 60% delle esportazioni rimane nei confini europei garantendo nove milioni di posti di lavoro. Quindi se non andrà per l’Europa a lungo andare non andrà neppure per la Germania. 

PECCATO CHE siano solo parole, in quanto il Congresso della Cdu, ha votato una mozione che prevede la possibilità per uno Stato di uscire «volontariamente» dall’euro, senza però essere escluso dall’Ue.

SI STA CERCANDO di dar vita ad una comunità di prima importanza, formata da Germania, Austria, Olanda, Finlandia e forse Francia, e una comunità periferica. Anzitutto bisognerebbe sentire i pareri dei vari Paesi, che fino ad oggi hanno sempre disprezzato l’euro, ma le parole della Merkel sembrano sempre più ispirate da un’insana follia.

DA LONDRA ARRIVANO nuovi ma continuativi segnali di disinteresse verso ogni forma di cooperazione, ma la cancelliera sembra non accorgersene.

AL G20 DI CANNES,  la stessa ha respinto l’idea  di mettere a disposizione l’oro della Bundesbank al fine di respingere gli assalti della speculazione e della crisi.  

MA LA GERMANIA continua a perdere colpi, e lo confermano  i dati del superindice, che la indicano messa peggio dell’ Italia -1,3% contro l’1%. La Germania ha incassato  una brusca frenata nella crescita che ha raggiunto solo lo 0,5% nonostante le buone vendite a settembre di Bmw e Volkswagen in Cina e Sud America.

LA GRANDE LOCOMOTIVA tedesca continua a rallentare e oggi i suoi politici, non possono più scaricare la responsabilità su Berlusconi o su Grecia, Spagna, Inghilterra.

È VERO CHE bisogna pensare alle elezioni ma, signora Merkel, una volta per tutte, si decida. 
Nel giorno in cui la cancelliera tedesca boccia qualsiasi ampliamento del ruolo della Bce nel contrastare al crisi del debito sovrano dell'Eurozona e rimanda a tempo indeterminato la revisione dei trattati dell'Unione monetaria, Jean-Claude Juncker, presidente dell'Eurogruppo, si toglie qualche sassolino dalle scarpe. ''In Germania la gente pensa che il paese non ha alcun problema, come se la Germania fosse un paese senza debito pubblico e tutti gli altri siano afflitti da debiti eccessivi'', spiega il numero uno dell'Eurogruppo al giornale tedesco General Anzeiger. Poi l'affondo, ''a mio avviso, il debito pubblico della Germania e' preoccupante, piu' alto di quello della Spagna. Pero' proprio qui in Germania nessuno vuole ascoltare questa verita''', conclude Juncker.
(fonte: Trend-online)