martedì 8 novembre 2011

PERCHE' SIAMO ARRIVATI A QUESTO PUNTO (chi governa l'Europa)


La situazione continua ad avvitarsi. Lo spread dell’Italia, ultimo (in ordine temporale) baluardo della crisi del debito ha raggiunto livelli record, con lo spread decennale BTP/BUND che è andato a testare in maniera più che esplicita il livello posto a 500 p.b. Riteniamo che oramai sia chiaro a tutti che le cose non possono andare avanti così, anche perché dopo l’Italia il fronte tornerà inevitabilmente ad allargarsi alla Spagna (solo temporaneamente i letargo), alla Francia (sempre più sotto pressione) e via dicendo. Questo, ovviamente, non si può permettere. La soluzione a questo punto non può che essere una e cioè che la BCE diventi prestatore di ultima istanza: sono oramai tutti consci di quanto questo sia necessario, a partire dagli USA, per finire al Regno Unito ed alla Francia. L’ultimo Paese ad opporsi a questa soluzione è oramai solo la Germania che, ostinatamente, continua a rimanere sulle proprie posizioni. Quello che sta avvenendo è chiaro: un gioco politico mirato a spingere i PIGS verso riforme strutturali, che peraltro sono più che legittime ed indispensabili. Il problema è che questo gioco, senza la rete di salvataggio della BCE, rischia di avvitarsi e di finire fuori controllo. E’ oramai chiaro, inoltre, che il fondo EFSF, strutturato così come è, non serve a nulla: esso non fa che aggiungere debito a debito e la risposta del G20 a Cannes (delusione totale) è stata chiara. Quindi in estrema sintesi? E’ giunta l’ora (come sarebbe dovuto succedere dall’inizio) che la BCE entri nel gioco e giochi il ruolo che le spetta, non esistono altre alternative. Poi si dovrà procedere con una road-map per una vera integrazione monetaria.
(Trend-online)
Sante parole, da sottoscrivere appieno. C’è, a livello europeo, una responsabile della situazione che vede, al di là degli errori macroscopici di sottovalutazione della crisi da parte del governo italiano, come unica protagonista la Germania. Non diciamo la Francia non perché Sarkozy sia esente da colpe, ma per il semplice fatto che i francesi, che hanno appena varato una manovra da 60 miliardi, sarebbero i primi a cadere dopo di noi, ed è legittimo che il loro premer sia al traino di Angela Merkel. Questo strano tipo di cancelliera, a metà strada tra la Tatcher e la regina Elisabetta, ha dimostrato una rara insipienza nella gestione della crisi, alternando continui tentennamenti  a politiche apertamente protezionistiche. Se sulla situazione greca si fosse intervenuti subito, un anno fa, con decisione, non rimandando e dilazionando continuamente i tempi, traccheggiando sul fondo salva stati, misurando gli aiuti col contagocce, conducendo la Grecia al macello e consentendo il contagio ad altri paesi (Spagna, Italia). Le continue esitazioni di questa signora, il netto rifiuto a strumenti indispensabili come gli eurobond, con l’unica motivazione di non inimicarsi il propri elettorato di destra, (che ancora non ha capito che la maggiore beneficiaria della moneta unica è proprio la Germania)ci hanno condotto fin qui.  A noi l’Euro ha portato non pochi dispiaceri, alla Germania, con un tasso di conversione del marco alla pari, ha consentito la crescita economica, crescita che si fonda anche sul malessere dei paesi periferici dell’Euro. Sarkozy e la Merkel sono a scadenza elettorale, e sembrano solo concentrati sulla propria rielezione. Sembra impossibile che non comprendano che se fallisce l’Italia si dissolve l’Euro, si produce una reazione a catena che porterebbe al fallimento dei sistemi bancari, e infine al collasso della finanza occidentale.  Con il fallimento delle banche si genererebbe una enorme instabilità sociale che potrebbe sfociare in una guerra civile. Una catastrofe. Eppure, questa donna miope ed esitante continua con la sua politica di piccolo cabotaggio, non guardando al di là del proprio naso. L’uscita di scena di Silvio Berlusconi, lo abbiamo compreso tutti, non servirà a farci uscire dall’attuale terribile congiuntura, l’effetto sullo spread durerà una settimana. L’Italia ha un problema di classe politica, è il nostro Parlamento a non funzionare. Solo un governo tecnico ci potrebbe portare fuori dalle sabbie mobili, ma nessun politico desidera abbandonare la sedia che sta occupando. Se, come ribadito sopra, non cambiano le politiche della BCE in senso veramente europeista, e non per avvantaggiare le sole banche francesi e tedesche, l’Euro è comunque destinato a scomparire. Se si comporrà, come appare probabile, un governo di “larghe intese”, cioè una armata Brancaleone incapace di promuovere alcunché, siamo lo stesso condannati. Prepariamoci a ristrutturare il debito, prepariamo i fazzoletti. Chi può vendere, venda. Chi non può farlo, perché andrebbe incontro a perdite troppo ingenti, deve attendersi lo stop delle cedole relative agli interessi maturati sul capitale investito e un taglio del valore nominale dei propri titoli, di qualunque tipo essi siano. Non esistono più obbligazioni (non parliamo delle azioni!) “sicure”. Ciascuno di noi deve mettersi nell’ordine di idee di perdere una parte del capitale investito, speriamo non troppo ampia.
Si potrebbe evitare tutto questo ma, 1) il governo tecnico, in questo paese, è una chimera. Dal momento che spetta ai politici questa decisione, conoscendo la nostra classe politica, sappiamo bene che nessuno di loro vorrà abbandonare la propria sedia. 2)L’ottusità dei governi di destra in fase elettorale di Germania e Francia non consentirà mai una politica seriamente europea. Entrambi i paesi guarderanno al loro piccolo orticello, e non consentiranno mai il varo di quei provvedimenti che, come gli eurobond, potrebbero garantire una maggiore stabilità all’intera area. Questo atteggiamento produrrà, nel giro di pochi mesi, non solo l’insostenibilità degli interessi sui nostri titoli di stato e l’obbligo da parte dell’Italia di ricorrere ad un aiuto dal FMI, ma, al punto in cui siamo, la probabile uscita dall’Euro della Germania, o dell’Italia, insomma la fine della moneta unica. Se c’è, oltre a Berlusconi e il suo accanimento a non lasciare, un colpevole internazionale della rovina del mondo occidentale, è proprio La Germania e la sua politica scioccamente protezionistica. Staranno meglio di noi, ma con il loro potente marco non faranno di sicuro molta strada, e avranno parecchio tempo per riflettere, leccandosi le ferite.