domenica 20 novembre 2011

MONTI PYTHON, IL SENSO DELLA VITA


Come avevamo largamente previsto, la “troika” composta  da UE, BCE e FMI, dopo aver aspettato quasi un anno (dal fatidico 14 dicembre, giorno in cui Berlusconi ottenne la fiducia in Parlamento grazie ai peones di Scilipoti), dopo aver pazientato, osservando da vicino il panorama politico italiano, ed aver concluso che, da soli, non ci saremmo mai liberati del cavaliere, ha deciso di chiudere i rubinetti dell’acquisizione di titoli di stato italiani nel mercato secondario, agevolando la sollevazione dello spread fino ai 565 punti base. A questi livelli, con i rendimenti dei titoli di stato ben oltre il 7%, uno stato può durare qualche settimana, non di più, poi c’è la bancarotta del Tesoro. L’uscita di scena di Berlusconi è stata pilotata neanche troppo nascostamente, dall’Unione Europea, da una parte perché il nostro premier era diventato una maschera impresentabile, e d’altra parte per evitare che il contagio dell’attacco ai nostri titoli si propagasse al resto dell’Europa. Il cavaliere non può fare altro che dimettersi, ma, nelle giornate febbrili che hanno contraddistinto le formazione del nuovo governo, arriva, puntuale, il suo colpo di coda. Un colpo da maestro, non c’è che dire. Se ne va, accetta il governo “tecnico” (termine improprio, vedremo perché, si tratta del governo del presidente)ma a determinate condizioni. E le condizioni, molto semplicemente, sono che l’erigendo governo Monti faccia le stesse cose che avrebbe fatto il governo Berlusconi. Magari modificando qua e là qualche sfumatura, magari fingendo un passo aventi e due indietro su determinati argomenti, così, tanto per rimescolare un po’ le carte e confondere le idee. Ma alla fine, i provvedimenti veri, dovranno essere quelli graditi a Berlusconi e al PDL. Così è stato, ne più, né meno. Si è creata una certa “suspence”, la nomina dei ministri è durata qualche ora più del previsto, ma l’elenco era già nelle tasche di Monti da qualche giorno, concordata col cavaliere. Il tutto con la benedizione entusiasta del maggiore partito di sinistra, il PD, uno dei partiti più ottusi mai apparsi sulla scena politica mondiale. D’ora in poi, la commedia andrà avanti così. Il PDL farà qualche volta la faccia truce, minaccerà di staccare la spina al governo, ma in realtà sarà l’unico veramente soddisfatto dell’operato di Mario Monti. Il quale sarà libero di approntare tutte quelle misure, come l’ICI sulla prima abitazione, che Berlusconi avrebbe fatto fatica a spiegare ai suoi elettori. Ogni tanto, tanto per fare la scena, Alfano parlerà di “golpe finanziario” ordito ai danni del PDL, gongolando felice, di nascosto, perché il banchiere che sta al governo sarà nelle condizioni di fare ingoiare ai malcapitati italiani i rospi della peggior specie: ICI o IMU, che colpiranno indiscriminatamente tutti, anche i poveracci, riforma delle pensioni che di fatto abolirà le pensioni di anzianità, ulteriore aumento dell’IVA che porterà l’inflazione alle stelle riducendo considerevolmente il potere di acquisto dei nostri già magri salari, inchiodati da qui all’eternità dal mancato rinnovo dei contratti di lavoro, la libertà di licenziare per mere motivazioni “economiche”, non meglio definite, privatizzazioni compiute svendendo i nostri gioielli di famiglia, liberalizzazioni misteriose, perché chi spera che le lobbies dei notai, degli avvocati, dei commercialisti, dei farmacisti ecc. possano essere intaccate subirà una cocente delusione. L’aspetto più ridicolo dell’intera questione è la posizione assunta dal PD. L’entusiastica ovazione di questo straordinario partito, con una  Rosy Bindi che auspica come un toccasana la durata del presente esecutivo fino alla scadenza elettorale del 2013, non si capisce se sia sincera o frutto di calcolo politico. Se è sincera ci troviamo di fronte a dei dilettanti della politica, se fosse frutto di un calcolo, sarebbe parecchio cervellotico, forse troppo. Decretare la fine del welfare e dello stato sociale per un mero calcolo elettorale ci sembra francamente un po’ troppo. E allora, temiamo che la versione più vicina alla verità sia la prima, vale a dire che il PD è una accolita di sprovveduti che si sono fatti turlupinare per l’ennesima volta da Berlusconi.  Il quale, con un colpo da maestro, fa fare a Monti quello che avrebbe voluto fare lui, con in più il supporto giulivo della sinistra. In fondo, ai mercati, agli investitori, alla troika va bene così. Non erano tanto le misure che il cavaliere si apprestava a varare che destavano perplessità nel mondo, ma la figura stessa del cavaliere, ormai completamente compromessa. Il volto da compassato milord di Monti, la sua fama internazionale, la sua attività nella banca d’affari “Goldman Sachs”, bastavano a rassicurate tutti. E così, con una uscita di scena solo fittizia, l’apporto della sinistra che in questo modo si tagli gli attributi, il cavaliere si appresta a vincere, con Alfano segretario, le prossime elezioni politiche. L’elettorato di sinistra, spiazzato e disorientato dalla posizione assunta dal PD, che da una parte critica la macelleria sociale, poi, di fatto, l’appoggia, si scioglierà come neve al sole, e l’Italia ricadrà nelle mani della destra. Non c’è che dire, Berlusconi è una vecchia volpe, e ha messo tutti nel sacco.
Una piccola nota, a margine, sul governo Monti. A riprova di quanto su esposto, l’esecutivo è composto per metà da banchieri o persone che hanno fatto parte del mondo bancario, per l’altra metà da persone che occupavano già posti di rilievo nei ministeri dei quali oggi sono i massimi dirigenti. Non parliamo più, per favore, di governo tecnico: i tecnici sono i docenti universitari e i ricercatori, non i banchieri cui preme anzitutto il bilancio del proprio istituto di credito. E’ un governo del Presidente, un Napolitano tanto osannato quanto sopravvalutato. Pur concedendo al capo dello stato la perfetta buona fede, e pur riconoscendo che Berlusconi doveva assolutamente uscire di scena, poteva vigilare di più e meglio sulla composizione del governo. Abbiamo perduto la sovranità nazionale, non siamo i soli. Tutti i paesi periferici dell’eurozona, Francia compresa, l’hanno perduta, abdicando alla troika. Sappiamo che d’ora innanzi l’agenda politica ed economica sarà dettata da Francoforte e Bruxelles. Ma questo non sarebbe il male maggiore, considerata la caratura della nostra inetta classe politica. Il problema è che volenti o nolenti, la crisi del debito, in assenza di crescita, Germania compresa, diventa irrisolvibile. E la fine dell’Euro, quale moneta unica, è segnata, è già scritta nelle pagine della storia. Possiamo varare una manovra dopo l’altra, non ne usciremo mai. Rimane, sopra a tutto, un governo tecnico che è politico e favorevole a chi già detiene la ricchezza (guai a parlare di patrimoniale!) e una sinistra allo sbando che non sa fare altro che dare carta bianca ad un esecutivo la cui anima è diametralmente opposta ai contenuti della sinistra storica.
Il titolo sollevava  la domanda sul senso della vita. Alla luce di quanto esposto, ha senso la vita? La vita non ha senso. La vita è volgare.