martedì 31 maggio 2011

VIALE DEL TRAMONTO (quaque hora somni)


Avevo promesso, dalle pagine di questo blog, di non occuparmi più del signor B., ministro di questa sgangherata repubblica, ma non posso, non riesco a farlo dopo l’ennesima conferma della scarsa lungimiranza dimostrata da quest’uomo. Tutte, dico tutte le iniziative firmate dal signor B. si sono rivelate dei clamorosi flop, se non delle autentiche bufale. Cominciamo dalla guerra ai “fannulloni” delle Pubbliche Amministrazioni e dei “panzoni” della Polizia di Stato. Tanto ardore, tanto animosità, tanta acrimonia, erano degne di miglior causa. Per esempio potevano essere indirizzate nei confronti dei pubblici dirigenti, dei boiardi di stato, che percepiscono emolumenti da capogiro e sono secondi per corruzione solo a Grecia e Romania (fonti:Istat e Corte dei Conti). Una crociata che addossi ai dipendenti infedeli la rovina della Pubblica amministrazione non è solo grottesca: è un tragico errore. Le statistiche diramate dal signor B. relative al calo dell’assenteismo in caso di malattia dall’introduzione delle nuove fasce orarie di reperibilità e della decurtazione dello stipendio, sono semplicemente non veritiere. Le assenze per malattia sono viceversa aumentate, per il semplice fatto che in tutte le P.A. si è costretti a sbrigare una mole di lavoro sempre più consistente con organici sempre più risicati. Considerando che l’età media dei dipendenti sale costantemente, è più che naturale che le assenze piuttosto che diminuire subiscano un incremento. Nel mese di aprile 2011 è stato registrato un aumento delle assenze per malattia (quelle che il signor B. voleva colpire con la decurtazione dello stipendio) del 3,3 % per il personale docente e del 8,8% per il personale A.T.A. rispetto allo stesso mese del precedente anno (fonte: Ministero dell'Istruzione e non Ministero della Pubblica Amministrazione, quello del signor B.).Bisognerebbe spiegare a questo signore che la politica del bastone non conduce da nessuna parte: se un dipendente si sente continuamente vessato e dileggiato, aggredito da quello che dovrebbe essere il suo ministro di riferimento, mal pagato, privo di qualsiasi stimolo o incentivo, costretto ad un lavoro noioso e ripetitivo, continuamente soggetto a quelle che la CGIL definisce “molestie burocratiche” (la continua richiesta di monitoraggi, rilevazione di dati, statistiche, sempre secondo modalità differenti), difficilmente non cade prima o poi nella sindrome aziendale del “burn out”, l’essere bruciato, non avere più stimoli per proseguire, rifugiandosi nella malattia, nelle ferie, nell’aspettativa. La circolare sui malati oncologici è un altro capolavoro. Viene ribadito che un malato di cancro non deve sentirsi un privilegiato solo per questo, è soggetto come gli altri alle visite fiscali, ma, in compenso, gli si concede la possibilità di rendersi ancora utile, con il telelavoro da casa o con il passaggio al part time. Ma guarda! Che concessione! Chissà che cosa penserebbe della sua circolare il suo autore qualora venisse egli colpito da tale patologia, chissà cosa passerebbe per la sua testa, come affronterebbe il calvario di un intervento chirurgico, di una chemioterapia, dell’approssimarsi della morte…chissà se penserebbe ancora al telelavoro, al part time…
E poi, in ordine: il rinnovo automatico di cinque anni della carta di identità, con la semplice apposizione di un timbro da parte dell’anagrafe del Comune. Bellissima trovata, peccato solo che, come mi ha oggi stesso confermato l’agenzia di viaggi cui mi sono rivolto, non viene accettata da nessuno dei paesi della UE. Mi devo recare in Spagna, devo quindi rifare il documento. Dal momento che gli ordini sono quelli di non rifarlo ma di rinnovarlo, sarò obbligato a renderlo inutilizzabile, magari deteriorandolo. E poi l’introduzione della PEC, la Posta Elettronica Certificata, tutti ricordiamo il signor B. comparire in tutte le televisioni con i cartelli più grandi di lui che pubblicizzavano questa fantastica innovazione. Dopo un paio d’anni dalla sua introduzione, non la usa nessuno, proprio nessuno. Bel risultato. Si è candidato a sindaco di Venezia, ma i veneziani si sono ben guardati dal votarlo, ci mancherebbe altro. Non intende dialogare con le Organizzazioni Sindacali, che considera un inutile intralcio, crede di essere il padrone delle ferriere. Sta cercando di impoverire i contratti collettivi nazionali, svuotandoli degli argomenti nevralgici, allo scopo di applicare anche alle P.A. il cosiddetto “sistema Marchionne”, non comprendendo che se talune battaglie sono sacrosante, se la guerra ai fannulloni è certamente meritoria, non può però essere condotta con la sola arma del pregiudizio e dell’aggressività, con la tracotanza del politicante che si ritiene infallibile e infallibile non è. Volete altri due esempi? Bene. L'introduzione, nella scuola, degli sms per le comunicazioni scuola-famiglia: in pratica, ad ogni assenza dell'allievo dovrebbe corrispondere un sms da parte della scuola. Ma tutte le compagnie telefoniche vantano, nei confronti delle istituzioni scolastiche, crediti per migliaia e migliaia di euro. La domanda quindi è: chi paga questo servizio? E ancora, ricorderete tutti i recenti spot televisivi (pagati da noi contribuenti) relativi ad un numero unico della Pubblica Amministrazione in grado di risolvere ogni problema dell'utente e di orientare il cittadino nella giungla burocratica delle P.A. I pochi che hanno provato a comporre il numero o hanno trovato occupato oppure si sono trovati a conversare con un giovanotto che non sapeva neppure quello che stava facendo. Il problema, molto semplicemente, è che non esistono riforme a costo zero. Se un ministro della repubblica decide di riformare la P.A. lo deve fare solo in presenza di risorse certe da destinare a tale riforma. Se i soldi non ci sono, si ricade nella politica, tutta berlusconiana, degli annunci, della propaganda personale, senza che a questi annunci faccia seguito una applicazione reale. E' proprio il caso del signor B., che ha fatto solo annunci, confezionando costosi spot che abbiamo pagato noi, cui non ha fatto seguito un bel nulla. Il signor B. è l’emblema del volto più deteriore del berlusconismo, il suo braccio armato, ma anche il suo canto del cigno. Con il tramonto di Berlusconi, vedremo scomparire dalla ribalta politica anche questo personaggio, che ci ha fatto sprecare tempo e denaro in iniziative balzane e improduttive. Non solo, è riuscito a creare un fossato difficilmente colmabile tra la politica dei politicanti di mestiere e i lavoratori che ogni giorno si alzano alle sei per tirare un carretta sempre più gravosa e pesante, per di più trattati dal signor B. come bestie da soma. Una cosa vorremmo far capire a questo signore: per fare politica occorre cultura, intelligenza e una buona dose di diplomazia e buone maniere, cose totalmente estranee a quest’uomo. Bisogna sapersi rapportare con i dipendenti, che non sono degli animali da spronare, sono esseri umani da riqualificare, persone che aspettano solo di sentirsi ancora fieri di continuare a fare quello che fanno, senza essere frustati alla cieca, concedendo loro, a quelli che lo meritano, le giuste gratificazioni. Ho sentito dire, recentemente, da un dirigente di una P.A. che la solo gratificazione che un dipendente può legittimamente aspettarsi è la gratitudine degli utenti soddisfatti dell’interazione col dipendente stesso. Ma questo è il livello minimo di produttività di un dipendente pubblico. Non basta veder uscire dal proprio ufficio un utente sorridente, ci vuole ben altro. Deve essere l’amministrazione a gratificare il dipendente corretto, che svolge bene i suoi compiti. Non ci vuole molto, basta possedere una buona dose di umanità, di pietà, di compassione e di longanimità per gli altri. Tutte virtù completamente sconosciute a questo signore. Se il signor B. non ha compreso queste poche verità elementari, ha sbagliato mestiere e merita di essere mandato a casa. Speriamo che, in seguito alla clamorosa batosta delle elezioni amministrative, venga compiuto, all’interno del PDL , un rimpasto tale da far tornare il signor B. alle sue abituali attività, quello che vuole, purchè non faccia più politica. Non abbiamo bisogno di politici frustrati e insoddisfatti, quindi aggressivi e supponenti. Abbiamo bisogno  di persone pacate, riflessive, capaci di mediazione e votati al confronto, alla dialettica non urlata, non ringhiante, ma serena e riflessiva.
E' in atto, in questi giorni, un rimescolamento delle carte nell'ambito del PDL, una operazione di facciata, un maquillage che non incanta nessuno. Come prima di lui fece Mussolini, Berlusconi colloca alla segreteria del partito un prestanome (il ministro Alfano), conservando i tre coordinatori nazionali. Anche Mussolini abbandonò la segreteria del partito, ma tutti sapevano benissimo quale fosse il peso politico di uno Starace: praticamente nullo. Queste operazioni non incantano nessuno. Se possiamo permetterci di dare al Cavaliere un sommesso consiglio, ci permettiamo di suggerire di rimuovere dal suo incarico un uomo che non ha centrato uno, dico uno solo degli obiettivi che si era prefisso. Nessuna delle sue scelte ha conosciuto il successo, tutte si sono rivelate delle operazioni velleitarie di pura propaganda personale ed hanno arrecato solo danno e nocumento alla pubblica amministrazione. Se è possibile commettere degli errori, non è possibile sbagliare tutto. Se questo avviene, il minimo che può succedere, come predica lo stesso signor B., è la rimozione dal proprio incarico.
Nel signor B., forse più che in ogni altro esponente del centro destra, si emblematizza la decadenza, il degrado del berlusconismo. Uno dei suoi uomini di punta, predestinato alla riforma della Pubblica amministrazione, il grande innovatore, si è rivelato per quello che è in realtà, una persona con poche idee e pochi mezzi, incapace di rapportarsi con gli altri e con il mondo, preda di frustrazioni antiche, di nodi irrisolti, ambizioso fino all’egocentrismo, incurante dei risultati ottenuti o non ottenuti, una persona per la quale l’importante è solo l’apparire, non l’essere, un politico che lascia, al tramonto inglorioso del berlusconismo, un Pubblica Amministrazione demotivata e sfasciata, destrutturata e allo sbando. E’ una eredità difficile da raccogliere, per il suo successore. Un’ultima piccola annotazione: grazie al signor B. tutti i lavoratori delle P.A., come un sol uomo, non hanno votato per il centro destra. Per questo, Berlusconi, difficilmente potrà mostrare gratitudine a questo suo collaboratore rivelatosi, nel complesso, una scelta autolesionista e infelice.