venerdì 7 ottobre 2011

LO SPETTRO DELLA DEFLAZIONE

Inflazione, Deflazione, Inflazione, Deflazione….. il dibattito fra gli economisti (i media non ne fanno menzione) continua ad essere acceso, la realtà degli ultimi 30 mesi, ovvero da quando la FED ha stampato quasi 3 triliardi di dollari ci racconta di una moderata inflazione che nei prossimi mesi, visto il crollo dei prezzi di alcune materie prime chiave potrebbe trasformarsi in deflazione.
Ma allora? Dove sono tutti quei dollari?
Sono in due luoghi, circolano impazziti fra i vari mercati finanziari creando bolle istantanee che si gonfiano e sgonfiano nel giro di poche settimane. Oppure sono parcheggiati in asset che il mercato giudica a torto (Bund, T-Bond) o a ragione (Oro) safe heaven.
Questi dollari sono ovunque meno che nell’economia reale. Questi dollari non circolano, non passano di mano, non comprano e/o vendono immobili, non fanno investimenti sul territorio, non fanno ricerca, non vengono spesi per vacanze, televisori, mobili…..
L’indice che misura quanto il denaro circola nell’economia reale si chiama “Velocità della Moneta”, l’Inflazione in maniera rozza si può definire come la quantità di moneta in circolazione moltiplicata per la sua velocità.
Detta in parole semplici, non importa quanta moneta sia stata creata da una banca centrale se poi questa non passa di mano nell’economia reale. Di più, di tutte le asset class che creano un effetto ricchezza, generano ottimismo e aumentano la velocità della moneta (se ti senti più ricco e sicuro probabilmente andrai a comprarti più volentieri un nuovo televisore al Plasma), quella fondamentale è lontanissima dai suoi massimi.
Sto parlando delle azioni che molto più del prezzo delle materie prime e certamente più del prezzo delle obbligazioni creano ricchezza percepita.
Voglio fare ancora un passo avanti in questo ragionamento. Oggi ad assorbire la massa del denaro creato sono i debiti pubblici percepiti come sicuri, quel tipo di investimento è insieme un segnale e un fattore che crea pessimismo e poca propensione al consumo. Oggi i tassi sui bond sovrani “sicuri” (Stati Uniti, Germania, Francia, UK (ma i bond del Regno Unito sono tutt’altro che sicuri) sono ai minimi e quindi i loro prezzi ai massimi. La quantità di debito sovrano in circolazione si misura in decine di triliardi di euro (o dollari), un aumento dei prezzi di questi bond del 10% significa triliardi di dollari assorbiti da questa classe di investimento.
In conclusione se vi chiedete perchè tutti i dollari creati non si sono trasformati in inflazione la risposta sta nel fatto che la moneta non circola nell’economia reale ma è stata mandata a gonfiare la madre di tutte le bolle finanziarie di questo secolo, quella sui titoli del debito pubblico.
Ora, se si mette a confronto la velocità della moneta in Giappone (un paese che ha vissuto un lungo periodo deflattivo) e quella negli Stati Uniti, la differenza è impressionante. Se la strada è quella (e non ci sono evidenti ragioni per dubitarne) abbiamo ancora 4 anni di sindrome giapponese davanti a noi. Come minimo. Se questo scenario dovesse verificarsi così come descritto, sarebbe deflazione, una delle singolarità più drammatiche di una crisi economica.
(Trend-online)

Un’ultima, scontata considerazione. Se nella fase conclusiva (tra molti anni) della presente contrazione economica globale ci sarà, come da molti auspicato, una sorta di processo di Norimberga dei soggetti responsabili del collasso globale della finanza, della depressione economica, e del conseguente impoverimento della popolazione mondiale, ricordiamoci di collocare sul banco degli imputati, oltre al solito pugno di milionari americani (gente come Soros o Buffett, per capirci), oltre al presidente americano George Bush, colpevole di aver deliberatamente ignorato quello che stava accadendo sotto i suoi occhi, e ad Alan Greenspan, che ha ancora il coraggio di sparare una sciocchezza dopo l’altra, anche le tre sorelle del rating, che sono un po’ come i tre porcellini disneyani. Non dimentichiamo mai che, grazie alle loro malefatte, in nome del loro personale profitto, hanno contribuito non poco a destabilizzare l’intero asset finanziario mondiale. Non esiste condanna sufficiente a ripagare l’incalcolabile debito che hanno contratto con il mondo intero. Facciamo un nodo al fazzoletto, nel caso dovessimo dimenticarlo.