domenica 23 ottobre 2011

NAPOLEONE IV ALL'ELISEO

Il vertice di Bruxelles del 23 ottobre. Il riso di scherno intercorso tra Sarkozy e Angela Merkel è “il foglio di via” per dirla con Fini, per il governo Berlusconi.  Apparentemente le cose non possono che stare così. Tuttavia, il cenno di intesa tra la Merkel  e Sarkozy merita qualche approfondimento. Anzitutto, si tratta di un episodio, a leggerlo attentamente, di considerevole gravità. Ora, sappiamo tutti, ne siamo consapevoli, che l’Italia, nel mondo intero, accomunata al suo premier Berlusconi, non gode della massima stima e considerazione. Per il largo pubblico, quello che legge i “tabloid”, è facile accomunare  una popolazione intera con le abitudini non proprio ortodosse del suo leader, e con i guai, anch’essi cospicui, giudiziari che lo hanno da sempre contraddistinto. Ma che due leader delle prime economie europee, in una circostanza ufficiale, il vertice di Bruxelles, durante una conferenza stampa, davanti al mondo, ammicchino e sorridano schernendo con il Cavaliere un paese intero, è francamente troppo. Si è passato il segno. Credo sia ovvio per tutti che Berlusconi debba fare un passo indietro, non per lasciare il testimone ad una sinistra in completa confusione, ma per creare un governo di transizione (eventualmente anche un Berlusconi II), un governo tecnico, o, al limite, annunciare nuove consultazioni elettorali. L’accanimento contro l’Italia, spinto al punto di paragonare il nostro paese alla Grecia, cosa che sia la Merkel e Sarkozy hanno puntualmente fatto, è cosa da far rabbrividire. Le realtà economico finanziarie di Italia e Grecia sono semplicemente imparagonabili. E poi, che dire della Spagna? Perché nessuno fa mai raccomandazioni ad un paese che versa in una crisi dello stato e delle banche peggiore della nostra? Si conferma una assurda tripla “A” alla Francia (fuori da ogni realtà), si conferma il giudizio del Belgio, un paese in una situazione non migliore della nostra, si plaude alla resurrezione dell’Irlanda (compiuta anche sulla pelle dei nostri risparmiatori), e all’Italia non si riservano che rampogne, la si accusa continuamente di essere il cuore del problema dell’Euro. Chiaramente questo scenario non rispecchia la realtà, e allora, l’unica conclusione possibile, è che il direttorio franco-tedesco e l’UE intera (accanto alla BCE e al FMI) abbiano in comune un solo obiettivo: eliminare Berlusconi, identificato ormai come l’unico artefice del problema del debito italiano e dei guai che passa l’Europa intera. Non è così, ovviamente, anche se dobbiamo ammettere tutti che Berlusconi , un Berlusconi vistosamente alle corde, che ha perduto interesse nel suo mandato, e che sembra un pugile suonato che brancola nel buio, è uno spettacolo avvilente. Troppe polemiche, troppi carichi pendenti con la giustizia, troppe situazioni al limite della decenza  hanno definitivamente appannato la sua immagine. La colpa di Berlusconi è stata, nella circostanza, quella di andare al vertice di Bruxelles con nulla, assolutamente nulla in mano. Davanti alla sua disarmante ignavia, la Merkel e Sarkozy non potevano fare altro che dargli una sonora tirata di orecchie. E questo va bene. Quello che non va bene e che due capi di stato, parlando di Berlusconi ma anche dell’Italia, si scabino una occhiata di intesa, ammicchino, e presentino un sorrisino di scherno che sottende: “Beh, insomma lo sapete come è Berlusconi, come sono fatti gli italiani, sono italiani, applicano il rigore all’italiana.” E’ giusto prendersela con un premier che, come abbiamo più volte ripetuto, rotolerà nella polvere trascinandosi dietro l’intero paese, ma è altrettanto giustificabile sottolineare che il panorama politico italiano non offre un solo nome in grado di fronteggiare la presente emergenza. Purtroppo, a destra come a sinistra, questa è la classe politica che abbiamo prodotto, occorre prenderne atto. Non possiamo accettare che una Germani a  che senza Euro conoscerebbe non la stagnazione, ma la recessione, e una Francia che nella stagnazione già si trova, si prendano il lusso di prendere in giro, in una circostanza ufficiale, un paese dell’Unione Europea. Questo non lo possiamo tollerare. La Merkel può avere diverse circostanze attenuanti, nella fattispecie, e passi, ma Sarkozy no, da un signore come Sarkozy non accettiamo lezioni di alcun tipo. Questo piccolo Napoleone  IV, ridottosi al rango di lacchè della Germania, premuroso e prono nei confronti della Merkel, capace di non essere presente al parto del proprio figlio per non lasciare la mano di una leader di un altro paese, tutto preso nel blandirla e giurarle fedeltà, questo sì è uno  spettacolo ridicolo. Napoleone IV si illude così di salvare la Francia dall’ingresso nel gruppo dei paesi periferici dell’Euro, senza capire che è nell’ordine delle cose, nei conti dello stato, e soprattutto nei ventri delle sue stesse banche che si sta preparando il crollo dello stato francese. La Germania resterà sola nel club dei paesi virtuosi, e dovrà, a questo punto, scendere a più miti consigli con i paesi fino a quel momento disprezzati e trattati con paternalistica benevolenza, come gettando un osso ad  un cane. “Nessuno è autorizzato a ridicolizzare l'Italia, neanche di fronte agli evidenti e imbarazzanti ritardi con cui Berlusconi affronta la crisi. Non mi è piaciuto il sorriso sarcastico di Sarkozy e credo che per lui sia il momento di dimostrare equilibrio all'altezza delle sue responsabilità". Queste parole sono appena state scritte sul suo blog dall’on. Casini. Le sottoscriviamo pienamente. Quanto a Napoleone IV, si accorgerà presto che fare il cavalier servente, il baciapile di madame Merkel, non gli servirà a salvare il suo paese dallo spietato giudizio dei mercati e degli investitori. Quando falliranno le prossime banche francesi, e lo spread tra titoli francesi e bund tedeschi salirà a livelli preoccupanti, torneranno alla sua memoria le sorti dei suoi illustri predecessori, soprattutto Napoleone I, e capirà che lo sciovinismo, di questi tempi, è completamente fuori luogo.
"Mentre lo spread tra Bund e Btp italiani si mantiene pericolosamente sui massimi e vicino alla soglia limite dei 400 punti, inizia a preoccupare in maniera concreta anche lo spread tra Bund e titoli di stato francesi.
Lo spread tra i titoli di stato decennali francesi e tedeschi è ai massimi livelli e sta schizzando verso l'alto.
Non è un bel segnale per la Francia e per i mercati finanziari europei.
Sarkozy riderà anche dell'Italia e del nostro governo, ma se guardasse anche a casa sua avrebbe meno da ridere.
Se volete monitorare la situaizone ( e magari farvi due risate ):
Gabriele Belelli (Traderlink)
Trichet stesso, nell’uscire dall’Eurotower, ha ricordato a tutti che non ci sono paesi di serie A o B, che si esce tutti insieme, tutti e 17 dalla crisi, o si precipiterà, ancora tutti insieme, nel vortice della Depressione.