giovedì 11 agosto 2011

LA SITUAZIONE E' GRAVE, MA NON SERIA

Il discorso pronunciato dal rag. Tremonti alla Camera è stato un capolavoro di comicità involontaria, una gag degna di un film di Mel Brooks. Prescindendo dal contenuto, addirittura surreale nei passaggi che riguardano la riduzione degli stipendi agli statali (un vero pezzo alla Ionesco), ma considerando il quadro entro il quale è stata inserita la serie di provvedimenti draconiani di prossima approvazione, meraviglia non poco la scoperta che si tratta di una “letterina” pervenuta al super ragioniere Tremonti dalla Banca Centrale Europea. Questa lettera, definita da Tremonti “confidenziale”, conterrebbe dunque un vero e proprio elenco di provvedimenti da varare al più presto, pena la chiusura dei rubinetti finanziari da parte della BCE. Si potrebbe, a ben guardare, considerarla una sorta di “pizzino” vergato da Trichet e destinato al picciotto Tremonti. Ma la ritrosia del ministro, la sua garbata riservatezza, le mezze parole colme di velata allusività, insomma tutto fa pensare, come ha acutamente notato  Di Pietro, ad una lettera di un fidanzato un po’ in collera per la conservazione dell’illibatezza della sua fidanzatina, al punto da spingerlo a stilare una serie di condizioni irrinunciabili, pena la rottura del fidanzamento.
Ci vuole una formidabile faccia tosta da parte del ragioniere, non solo ad alludere al carattere di riservatezza del diktat della BCE (che farebbe, tra parentesi, meglio a pensare alle scelleratezze compiute e a togliersi di dosso quel velo di ipocrita superbia che tanto disprezzo suscita), ci vuole una bella faccia di bronzo a sciorinare una serie di stupidaggini finanziarie come quella cui siamo stati costretti ad assistere. Il ragioniere non vuole proprio capire che una manovra di soli tagli non produce l’effetto voluto, ma, in assenza di misure volte a facilitare la crescita, si rischia solo di deprimere l’economia. L’ennesima stretta alle pensioni, l’ICI sulla prima o l’aumento di quella sulla seconda casa, il taglio degli stipendi agli statali (ma stiamo scherzando?), considerato che sono già stati bloccati da qui all’eternità, la tassazione delle rendite con una sola aliquota al 20% (che colpirà anche i piccoli risparmiatori che a ragione hanno deciso di non investire le loro modeste somme nei rischiosissimi titoli di stato italiani), la libertà di licenziare (la motivazione potrebbe anche essere la pura e semplice antipatia nei confronti di un dipendente)sono tutti provvedimenti di tipo recessivo. L’assenza di una seria politica anti evasione (è una barzelletta alla quale non crede più nessuno), l’assenza di una patrimoniale vera (ricordiamo che la tassa sui depositi finanziari è già stata approvata, chi possiede titoli dai 500.000 euro in su paga 1.100 euro l’anno, la stessa somma che paga Briatore per i titoli investiti in Italia)si fa sentire. Tassare, anzi tartassare le rendite dal milione di euro in su ci sembra il minimo che si possa fare. I patrimoni immobiliari ne escono indenni. Le grandi lobbies (notai, avvocati, commercialisti, farmacisti ecc.)ne escono incontaminate, la liberalizzazione delle loro professioni non è materia da finanziaria, d’altra parte una buona percentuale di parlamentari svolge la duplice, a volte triplice funzione di onorevole, avvocato e commercialista (o tributarista, come nel caso di Tremonti). Insomma, a farla breve, a pagare sono i soliti. Ora, che un deputato, per quanto ministro, venga in parlamento a leggere le condizioni dettate da Trichet, francamente fa ridere; che poi, in aggiunta, si schernisca, asserendo, nel caso degli stipendi degli statali, che, sebbene si tratti di una condizione posta dalla BCE, lui non è d’accordo, beh, sinceramente mi sembra il colmo. Non si sa se ridere o piangere di questa classe politica che, per quanto noi italiani non si brilli per intraprendenza e capacità d’innovazione, decisamente non ci meritiamo. Qui sembra di essere nel parlamento della Repubblica Centrafricana, con tutto il rispetto per il governo di Bangui.
C’è da ridere, abbiamo detto, ebbene ridiamo, per una volta ce n’era proprio  bisogno. Ma stiano attenti i signori della casta parlamentare, gli stessi che nel ristorante a 5 stelle del Senato possono gustare sofisticati piatti al prezzo unico di euro 1,60, stiano attenti a non forzare troppo la mano. Oggi ridiamo, perché lo spettacolino offerto da un ministro della repubblica che si presenta in parlamento leggendo un pizzino che arriva da Francoforte è di per sé uno spettacolo degradate e ridicolo, tanto più se, tanto per completare l’opera, parla di “rottura di coglioni” (sic!). Oggi ridiamo, dicevo, ma domani se questi paradossali provvedimenti dovessero essere presi per davvero, stiano all’erta i signori della politica. Abbiamo dimostrato uno spirito di sopportazione difficilmente eguagliabile, se si supera la misura nessuno sa  quello che potrebbe accadere.  I fatti di Londra dovrebbero essere un insegnamento ed un monito per tutti.