martedì 23 agosto 2011

ASPETTANDO NORIMBERGA

I media nazionali non si sono minimamente occupati di quello che si è verificato recentemente in un paese marginale dell’Europa, un piccolo paese di 320.000 anime, ma un grande paese per l’esempio che è riuscito ad esprimere. L’Islanda era un paese fallito (non è vero che la Grecia è il primo paese europeo in default), ma ha saputo riscrivere parzialmente la propria Costituzione facendo tesoro della tragica esperienza vissuta, è stato in grado di processare e condannare i responsabili del fallimento del paese (leader politici e banchieri), di sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni epurando la Camera dei Rappresentanti dai soggetti coinvolti nel default, e, infine, rifiutandosi di coinvolgere i soggetti privati nel risarcimento del debito nei confronti di Regno Unito e Olanda, paesi coinvolti pesantemente nella crisi del paese scandinavo. E’ lecito immaginare un simile scenario anche da noi? No, nel modo più assoluto. Da noi i responsabili della finanza creativa che hanno giocato sulle nostre teste trascinandoci nella rovina, coloro che dovevano vigilare e non lo hanno fatto, banchieri e politici collusi nella nostra situazione debitoria continuano tranquillamente a fare quello che hanno sempre fatto: arricchirsi personalmente. Un esempio per tutti: Alan Greenspan, l’ex presidente della FED americana, colui che doveva vigilare su quanto avveniva sotto i suoi occhi nel sistema bancario americano, non ha mosso un dito. Eppure, invece di cercare un angolo buio del mondo dove andare a nascondersi, fa il profeta di sventure condannando l’Euro ad un “collasso sicuro”. Ci vuole una inverosimile faccia tosta. Se fa l'economista come l'indovino possiamo dormire sonni tranquilli.

 (ANSA) - MADRID, 22 AGO - Il carcere per politici e banchieri responsabili della attuale crisi economica e finanziaria: lo propone oggi in una intervista a El Pais il leader della 'rivoluzione' islandese contro le banche Hordur Torfason. Da giugno l'ex-premier conservatore Geeir Haarde e' sotto processo, accusato, rileva il quotidiano di Madrid, ''di avere contribuito a trasformare un'isola invidiata dal resto del mondo in un paese in cui ogni famiglia avrebbe dovuto pagare 50mila euro per saldare il debito delle banche''.
Torfason, 65 anni, e' stato uno dei leader del movimento che ha portato al rifiuto per referendum da parte della popolazione islandese di pagare i debiti delle banche, e all'avvio del giudizio contro i politici responsabili. ''Anche in Usa ed Europa dei ladri ci hanno truffato'' afferma.
La 'rivoluzione islandese' e' il grande modello cui si ispira il movimento dei giovani indignados esploso da maggio in Spagna. La protesta islandese, rileva El Pais, ''chiedeva che se andassero tutti quelli che comandavano.
Governo, dirigenti della banca centrale, supervisore finanziario... e sorprendentemente lo hanno ottenuto''.
Per l'attore diventato leader del movimento della rivolta islandese l'ex-premier Haarder deve finire in carcere: ''Sapeva che cosa sarebbe successo otto mesi prima del crash, e non ha fatto nulla per impedirlo''. Ma, aggiunge, ''non e' il solo che deve andare in prigione. Devono pagare tutti i responsabili, tutti i banchieri.
Non e' vendetta, e' giustizia'' afferma, perche' ''lo hanno fatto sapendo il danno che potevano causare''.(ANSA).
"Secondo quanto riportano diverse fonti Lloyd Blankfein, il CEO di Goldman Sachs, avrebbe chiesto i servizi di Reid Weingarten, l'avvocato che in passato ha difeso i big coinvolti nei tracolli di Enron e WorldCom. Gli investitori temono di conseguenza che lo scandalo relativo al ruolo di Blankfein e di Goldman durante la crisi finanziaria possa allargarsi."
Il popolo islandese è riuscito a far dimettere un governo al completo; sono state nazionalizzate le principali banche commerciali; i cittadini hanno deciso all'unanimità di dichiarare l'insolvenza del debito che le stesse banche avevano sottoscritto con la Gran Bretagna e con l'Olanda, forti dell'inadeguatezza della loro politica finanziaria; infine, è stata creata un'assemblea popolare per riscrivere l'intera Costituzione. Il tutto in maniera pacifica. Una vera e propria Rivoluzione contro il potere che aveva condotto l'Islanda verso il recente collasso economico.
Sicuramente vi starete chiedendo perché questi eventi non siano stati resi pubblici durante gli ultimi due anni. La risposta ci conduce verso un'altra domanda, ancora più mortificante: cosa accadrebbe se il resto dei cittadini europei prendessero esempio dai "concittadini" islandesi?
Ecco brevemente la cronologia dei fatti:
2008 - A Settembre viene nazionalizzata la più importante banca dell'Islanda, la Glitnir Bank. La moneta crolla e la Borsa sospende tutte le attività: il paese viene dichiarato in bancarotta.
2009 - A Gennaio le proteste dei cittadini di fronte al Parlamento provocano le dimissioni del Primo Ministro Geir Haarde e di tutto il Governo - la Alleanza Social-Democratica (Samfylkingin) - costringendo il Paese alle elezioni anticipate.
La situazione economica resta precaria. Il Parlamento propone una legge che prevede il risanamento del debito nei confronti di Gran Bretagna e Olanda, attraverso il pagamento di 3,5 MILIARDI di Euro che avrebbe gravato su ogni famiglia islandese, mensilmente, per la durata di 15 anni e con un tasso di interesse del 5,5%.
2010 - I cittadini ritornano a occupare le piazze e chiedono a gran voce di sottoporre a Referendum il provvedimento sopracitato.
2011 - A Febbraio il Presidente Olafur Grimsson pone il veto alla ratifica della legge e annuncia il Referendum consultivo popolare. Le votazioni si tengono a Marzo ed i NO al pagamento del debito stravincono con il 93% dei voti.
Nel frattempo, il Governo ha disposto le inchieste per determinare giuridicamente le responsabilità civili e penali della crisi. Vengono emessi i primi mandati di arresto per diversi banchieri e membri dell'esecutivo.L'Interpol si incarica di ricercare e catturare i condannati: tutti i banchieri implicati abbandonano l'Islanda.
In questo contesto di crisi, viene eletta un'Assemblea per redigere una Nuova Costituzione che possa incorporare le lezioni apprese durante la crisi e che sostituisca l'attuale Costituzione (basata sul modello di quella Danese). Per lo scopo, ci si rivolge direttamente al Popolo Sovrano: vengono eletti legalmente 25 cittadini, liberi da affiliazione politica, tra i 522 che si sono presentati alle votazioni. Gli unici due vincoli per la candidatura, a parte quello di essere liberi dalla tessera di qualsiasi partito, erano quelli di essere maggiorenni e di disporre delle firme di almeno 30 sostenitori.
La nuova Assemblea Costituzionale inizia il suo lavoro in Febbraio e presenta un progetto chiamato Magna Carta in cui confluisce la maggior parte delle "linee guida" prodotte in modo consensuale nel corso delle diverse assemblee popolari che hanno avuto luogo in tutto il Paese. La Magna Carta dovrà essere sottoposta all'approvazione del Parlamento immediatamente dopo le prossime elezioni legislative.
Abbiamo forse sentito parlare di tutto ciò nei mezzi di comunicazione europei?
Abbiamo ricevuto un qualsiasi commento su questi avvenimenti nei noiosissimi salotti politici televisivi o nelle tribune elettorali radiofoniche?
Abbiamo visto nella nostra beneamata Televisione anche un solo fotogramma che raccontasse qualcuno di questi momenti?
I responsabili della attuale "contrazione" economica mondiale, che ci sta portando diritti verso una grande depressione a livello globale, hanno, per la massima parte, un nome e un cognome. Sono individui in carne e ossa, come noi. Sarebbe troppo auspicare un Processo di Norimberga per i responsabili della rovina del mondo? Questi signori sapevano perfettamente quello che stavano facendo, lo facevano con premeditazione, conoscendo le conseguenze del proprio agire, con il solo proposito del personale profitto. Queste persone, causando un crollo economico mondiale, hanno creato le condizioni per impoverire, emarginare ed annientare milioni di esseri umani. Le responsabilità sono spesso talmente frammentate e polverizzate da rendere difficile l'individuazione di colpevolezze soggettive. Anche questo è vero, ma a cosa servirebbe ispirarsi ad un processo come quello di Norimberga, che ha costituito uno sforzo di organizzazione, coordinamento e sintesi di indagini e documentazioni complesse ed articolate, se le soluzioni fossero semplici e alla portata di tutti? Escludendo, per ovvie ragioni, la pena di morte, purtroppo applicata in quella circostanza (ma si trattava di criminali nazisti), crediamo  che attendersi un simile evento, di respiro mondiale, non sia un'idea da scartare.