mercoledì 3 maggio 2017

E IL PD DI RENZI SI SCOPRI’ UN PARTITO PER VECCHI



Solidarietà, e senza ironie di sorta, a Matteo Renzi. Non dev’essere piacevole, all’indomani della sua trionfale cavalcata alle Primarie, scoprire che quasi la metà di coloro che lo hanno reincoronato leader maximo del Pd ha più di 65 anni, che sono la soglia di inizio della Terza età, quella che dà diritto a viaggiare gratis sugli autobus e andare al cinema con lo sconto. E questo nonostante sia oramai invalsa la convinzione che l’età più che un dato anagrafico rimanda a una categoria dello spirito.
ROTTAMAZIONE IN NAFTALINA. A questo punto però, per dirla alla renziana, si impone un riadattamento dello storytelling. Specie in vista delle elezioni nazionali, dove la platea dei vecchi che ha partecipato alle primarie è destinata ad allargarsi enormemente. Bisogna dunque ricalibrare parole, luoghi e messaggi. Cominciamo dalle prime, e da una in particolare che d’ora in avanti è bene riporre in naftalina: rottamazione. Se a rottamare ci pensano già radicali liberi e agenti ossidanti, inutile e controproducente forzare la mano rinfacciando ai tuoi sostenitori il senso del loro anacronismo.
LEOPOLDA DA METTERE IN SOFFITTA. Veniamo ai luoghi. Il dato analitico del voto consiglia di archiviare definitivamente l’appuntamento della Leopolda, che come Pontida per i leghisti, è il genius loci del renzismo. Pur avendo perso nel corso degli anni la sua forza propulsiva, l’appuntamento nella vecchia stazione fiorentina suona ancora enfatico a quel presupposto di ricambio generazionale che è alla base del movimento. L’anzianità del suo corpo elettorale dovrebbe dissuadere l’ex premier dal lanciarsi in crociate contro la gerontocrazia al potere.
Renzi ricordi che un over 65 per il quale, parafrasando Seneca, «il futuro è dubbioso e il passato certo», è il presente la dimensione temporale più sintonica.
Infine i messaggi. Abolire da oggi la reiterata ossessiva tendenza a incensare l’idea di un futuro che si contrappone alla laconica prosaicità di uno sfigato presente. E alle cui magnifiche sorti e progressive il renzismo si lega mani e piedi. Renzi ricordi che, parafrasando Seneca, per un over 65 «il futuro è dubbioso e il passato certo», ed è dunque il suo presente la dimensione temporale più sintonica.
SI ABBANDONI BRUNORI SAS PER BATTIATO. Consigli pratici: consultare in fretta e furia il bignami delle citazioni e sostituire quelle usate sinora. Chessò, cambiare una Eleanor Roosvelt («Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni», uno degli slogan che campeggiava all’ultima Leopolda intitolata, tanto per cambiare, E adesso futuro) con un Paulo Coelho («Io non vivo né nel mio passato, né nel mio futuro. Possiedo soltanto il presente, ed è il presente che mi interessa. Se riuscirai a mantenerti sempre nel presente, sarai un uomo felice»). Musicalmente parlando, un Brunori sas con un Battiato e il suo richiamo alla fugacità della vita, là dove dice che i figli crescono e le mamme imbiancano (e sostituiscono i trolley coi bauli).
Paolo Madron – Lettera 43