La
controversa figura del generale Luigi Cadorna, noto non solo per la sconfitta
di Caporetto e per aver gettato sui suoi soldati la colpa esclusiva dell'esito
della battaglia, ma anche per le centinaia e centinaia di esecuzioni sommarie
autorizzate e incoraggiate come "esempio" per le truppe, potrebbe
subire un definitivo colpo mortale, è proprio il caso di dirlo, tanto da dover
modificare rapidamente la generosa toponomastica che vede in tutta Italia
numerose vie e piazze dedicate a questo personaggio.
Giace
infatti in Parlamento, dopo essere stato approvato alla Camera, un disegno di
legge (primo firmatario l'ex
sottosegretario Gian Piero Scanu) che punta a riabilitare i militari delle forze armate che nel corso della
Prima Guerra Mondiale sono stati ingiustamente condannati a morte, ragazzi
quasi sempre giovanissimi che finirono davanti al plotone di esecuzione per
semplici reati contro la "disciplina militare", accusati senza prove
di tradimento o viltà davanti al nemico. Pochi sanno che il regolamento di
disciplina dell'esercito italiano era uno dei più repressivi al mondo per
l'epoca. Così, durante la "grande guerra" furono processate 325.527
persone (civili compresi) con condanne che colpirono il 60 per cento degli
imputati. 4.028 le richieste di pena capitale, 750 sentenze eseguite a cui
occorre aggiungere circa 350 condanne a morte eseguite senza processo,
attraverso decimazioni e esecuzioni sommarie.
La
legge, se approvata, permetterebbe la riabilitazione prevista dall'art. 178 del
codice penale e dall'art. 72 del codice penale militare di pace, facendo riacquistare a
questi soldati lo status di onore militare perduto con la condanna a morte. A
leggere oggi alcune motivazioni di quelle sentenze vengono i brividi: "Il
tribunale non ritiene opportuno concedere agli accusati (di disobbedienza
n.d.r.) le circostanze attenuanti generiche nell'interesse della disciplina
militare per la necessità che un salutare esempio neutralizzi i frutti della
propaganda demoralizzatrice", oppure: "È questo un reato di grave
entità politica (si parla probabilmente di un semplice reato di opinione
n.d.r.) per cui la pena deve servire quasi soltanto di controspinta e non ha
che carattere e valore di intimidazione, che astrae dalla personalità del reo,
per acquistare un significato sociale".
Tesi
aberranti che contrastano, oltreché col buon senso, con i principi
costituzionali di personalità della responsabilità penale e di funzione
rieducativa della pena, senza contare che l'approvazione di questa legge di
"riabilitazione" avrebbe anche grande valore attuale in un momento in
cui l'Italia è protagonista da tempo, nei consessi internazionali dedicati, di
una richiesta di moratoria universale contro la pena di morte. Il disegno di
legge, che ha avuto il via libera di Montecitorio, è fermo al Senato da 2 anni.
Nei
corridoi di Palazzo Madama si sussurra che, forse, tutto sia
"stoppato" perché pare che qualcuno, tra gli attuali vertici
militari, non gradisce questa iniziativa. Sarebbe forse un "disonore"
riconoscere di aver condannato a morte degli innocenti in tempo di guerra? Si
teme forse di fornire qualche argomento in più a chi oggi chiede diritti e
sindacalizzazione anche per le forze armate, nonostante si parli di vicende
avvenute un secolo fa? O semplicemente si vuole impedire che il Parlamento
certifichi quello che la maggior parte degli storici pensa da tempo su Cadorna,
con la conseguenza ovvia di dover modificare i nomi di tante vie e piazze?
La
legislatura potrebbe finire entro l'anno. In tempi in cui il concetto di
"onore' può apparire desueto ai più, restituirlo a tanti giovani che hanno
combattuto per l'Italia e che sono stati condannati a morte ingiustamente,
potrebbe essere davvero un bel gesto.
Massimo Montebove – Huffington Post