giovedì 1 giugno 2017

FU CADORNA L’UNICO RESPONSABILE DI CAPORETTO



La controversa figura del generale Luigi Cadorna, noto non solo per la sconfitta di Caporetto e per aver gettato sui suoi soldati la colpa esclusiva dell'esito della battaglia, ma anche per le centinaia e centinaia di esecuzioni sommarie autorizzate e incoraggiate come "esempio" per le truppe, potrebbe subire un definitivo colpo mortale, è proprio il caso di dirlo, tanto da dover modificare rapidamente la generosa toponomastica che vede in tutta Italia numerose vie e piazze dedicate a questo personaggio.
Giace infatti in Parlamento, dopo essere stato approvato alla Camera, un disegno di legge (primo firmatario l'ex sottosegretario Gian Piero Scanu) che punta a riabilitare i militari delle forze armate che nel corso della Prima Guerra Mondiale sono stati ingiustamente condannati a morte, ragazzi quasi sempre giovanissimi che finirono davanti al plotone di esecuzione per semplici reati contro la "disciplina militare", accusati senza prove di tradimento o viltà davanti al nemico. Pochi sanno che il regolamento di disciplina dell'esercito italiano era uno dei più repressivi al mondo per l'epoca. Così, durante la "grande guerra" furono processate 325.527 persone (civili compresi) con condanne che colpirono il 60 per cento degli imputati. 4.028 le richieste di pena capitale, 750 sentenze eseguite a cui occorre aggiungere circa 350 condanne a morte eseguite senza processo, attraverso decimazioni e esecuzioni sommarie.
La legge, se approvata, permetterebbe la riabilitazione prevista dall'art. 178 del codice penale e dall'art. 72 del codice penale militare di pace, facendo riacquistare a questi soldati lo status di onore militare perduto con la condanna a morte. A leggere oggi alcune motivazioni di quelle sentenze vengono i brividi: "Il tribunale non ritiene opportuno concedere agli accusati (di disobbedienza n.d.r.) le circostanze attenuanti generiche nell'interesse della disciplina militare per la necessità che un salutare esempio neutralizzi i frutti della propaganda demoralizzatrice", oppure: "È questo un reato di grave entità politica (si parla probabilmente di un semplice reato di opinione n.d.r.) per cui la pena deve servire quasi soltanto di controspinta e non ha che carattere e valore di intimidazione, che astrae dalla personalità del reo, per acquistare un significato sociale".
Tesi aberranti che contrastano, oltreché col buon senso, con i principi costituzionali di personalità della responsabilità penale e di funzione rieducativa della pena, senza contare che l'approvazione di questa legge di "riabilitazione" avrebbe anche grande valore attuale in un momento in cui l'Italia è protagonista da tempo, nei consessi internazionali dedicati, di una richiesta di moratoria universale contro la pena di morte. Il disegno di legge, che ha avuto il via libera di Montecitorio, è fermo al Senato da 2 anni.
Nei corridoi di Palazzo Madama si sussurra che, forse, tutto sia "stoppato" perché pare che qualcuno, tra gli attuali vertici militari, non gradisce questa iniziativa. Sarebbe forse un "disonore" riconoscere di aver condannato a morte degli innocenti in tempo di guerra? Si teme forse di fornire qualche argomento in più a chi oggi chiede diritti e sindacalizzazione anche per le forze armate, nonostante si parli di vicende avvenute un secolo fa? O semplicemente si vuole impedire che il Parlamento certifichi quello che la maggior parte degli storici pensa da tempo su Cadorna, con la conseguenza ovvia di dover modificare i nomi di tante vie e piazze?
La legislatura potrebbe finire entro l'anno. In tempi in cui il concetto di "onore' può apparire desueto ai più, restituirlo a tanti giovani che hanno combattuto per l'Italia e che sono stati condannati a morte ingiustamente, potrebbe essere davvero un bel gesto.
Massimo Montebove – Huffington Post