lunedì 5 giugno 2017

LA VERITA’ E’ CHE GLI INGLESI NON SANNO COSA FARE



Fra i brani eseguiti all’Old Trafford nel concerto One Love Manchester ci sarebbe stato a pennello un vecchio classico pop di Barbra Streisand e Donna Summer: Enough Is Enough, cantato a due voci da Theresa May e Boris Johnson. La premier britannica il suo ministro degli Esteri si sono limitati a citarlo nelle interviste dopo l’ultimo attentato a Londra: «enough is enough», variamente traducibile in «quando è troppo è troppo, ora basta, la misura è colma». Ma il loro impasto vocale risultava molto meno armonioso di quello delle due signore della canzone quando raccontavano in musica la voglia di chiudere con un uomo capace di regalare solo dolore e lacrime.
LE PAROLE VUOTE DI MAY E JOHNSON. La misura è colma solo adesso? C’è un numero prefissato di attentati sopportabili, una soglia di tolleranza per i morti e i feriti, che è stata oltrepassata nella notte tra il 3 e 4 giugno al London Bridge e al Borough Market, e non già con le famiglie decimate alla Manchester Arena? E quando si colmerà la misura per i crimini d’odio, aumentati del 50% dopo la Brexit (ma l’assassinio della deputata pro-Remain laburista Jo Cox, accoltellata da un fanatico nazionalista, è di un anno fa)? E soprattutto, ora che «il troppo è troppo», che si fa contro un terrorismo strategicamente disorganizzato, pulviscolare, che ha nell’improvvisazione la sua arma vincente? L’«enough is enough» di May e Johnson sembra il brontolio di certi genitori che si limitano a minacciare e a promettere punizioni esemplari, ma non hanno realmente idea di cosa fare per costringere i figli a smettere di comportarsi male, e forse nemmeno la forza per metterlo in atto.
Comportiamoci in modo tale che, se l’Inghilterra ci sarà ancora fra mille anni, si possa dire di noi: “È stato il loro momento di gloria”
Winston Churchill, 1940
Retorica vuota, slogan senza senso, molto meno efficaci e rassicuranti della foto del londinese che si allontana dal luogo dell’attentato tenendo stretto il suo bicchiere di birra: era la sua pinta del sabato sera, regolarmente pagata, e nessun attentatore del cazzo poteva togliergli il sacrosanto diritto di bersela. Ogni perdita umana è incommensurabile, ogni vittima civile colma da sola la misura. Forse una leader conservatrice come May avrebbe fatto meglio a rispolverare le parole di Churchill nel 1940, quando a minacciare Londra erano le bombe naziste: «Comportiamoci in modo tale che, se l’Inghilterra ci sarà ancora fra mille anni, si possa dire di noi: “È stato il loro momento di gloria”». E la gloria a volte sta in un bicchiere di birra.
Lia Celi – Lettera 43