È la Danimarca è il posto migliore al mondo
in cui vivere. Un primato non da poco per il Paese scandinavo, che non a caso -
insieme a Svezia e Norvegia - ha ottenutoriconoscimenti
simili in passato. Ad incoronare la Danimarca come nazione regina del globo stavolta ci
ha pensato il Social Progress Index, che ha reso noti i risultati
per il 2017 del suo studio. E l'italia? Ha ottenuto "solo" il 24esimo
piazzamento, ma è stata etichettata come uno degli Stati in cui il livello di
qualità della vita è "alto".
Per
arrivare a stilare la classifica, il Social Progress
Imperative - che ha
realizzato lo studio - ha vagliato 128 Paesi al mondo tramite la lente accurata
di 50 indicatori. I numerosi indicatori, poi, sono stati raggruppati in 3
macrosezioni: i bisogni umani di base, opportunità e benessere.
Tra i bisogni umani di base sono stati
annoverati, ad esempio, l'accessibilità alle cure mediche, la sicurezza
personale e l'igiene, mentre il benessere è stato valutato tenendo conto anche
della circolazione delle informazioni e della situazione educativa. Infine, tra
le opportunità sono state considerate la libertà, la tolleranza e la
possibilità di raggiungere un alto grado di istruzione.
La Danimarca ha eccelso soprattutto su diritti
civili, accessibilità dell'istruzione, la possibilità per la popolazione di
curarsi al meglio e la situazione igienica generale. Per ciò che concerne
l'Italia, il punteggio più alto lo abbiamo ottenuto grazie alla qualità
dell'acqua e dell'igiene (99,84 su 100), all'accesso alle cure mediche e alla
nutrizione (99,50), all'istruzione di base (98,99) e alla qualità ambientale
(89,58).
Ad andare peggio, invece, sono il livello di
tolleranza degli italiani (solo 63,66 su 100), la libertà personale e di scelta
(66,14), la sicurezza individuale (72,10), l'accesso a un livello di istruzione
avanzata (73,38) e i diritti civili (79,67).
Tra i
continenti, invece, la medaglia d'oro l'ha vinta l'Europa, mentre quello
americano sconta i bassi punteggi della zona sud. Fanalino di coda l'Africa,
che del resto ospita il Paese peggio posizionato della classifica: la Repubblica Centrafricana.
Tuttavia, la ricerca ha evidenziato che dal
2014 - anno del primo studio - a oggi la situazione mondiale è migliorata, in
particolare grazie alla maggior facilità di accesso alle informazioni e al più
facile accesso all'educazione. A calare, invece, è stato il rispetto dei
diritti umani: per vederlo risalire c'è da sperare nel 2018.
Selene
Gagliardi – Huffington Post