Can Dündar è
in esilio in Germania per aver fatto il suo lavoro di giornalista. Con il
collega Erdem Gül nel 2015 rivelò sul quotidiano turco Cumhurriyet il
traffico di armi pesanti e munizioni destinate all'Isis e al-Qaeda in Siria
orchestrato dal governo turco e realizzato con tir scortati dal personale del
Mit, il servizio segreto militare. Per quello scoop il 14 giugno è stato
condannato a 25 anni di carcere il deputato Enis Berberoglu, membro del socialdemocratico
Chp, principale partito di opposizione, accusato di essere il responsabile
della fuga di notizie.
L'ISOLAMENTO
E IL TENTATO OMICIDIO. Il libro di Dündar Arrestati (edizioni Nutrimenti) è frutto dei tre
mesi passati in isolamento a Silivri, il carcere fatto costruire dal presidente
Erdoğan per gli oppositori politici. Accusato di essere un traditore della
patria, Dündar è fortunosamente scampato a un tentativo di omicidio sulle scale
della Corte costituzionale il giorno in cui veniva dichiarato illegittimo il
suo arresto. Per salvarsi è dovuto fuggire all'estero, ma non ha smesso di
combattere.
«ERDOGAN HA
TRADITO LA NOSTRA PATRIA». «I governi che nascondono la verità mettono in pericolo la democrazia che
si basa sulla trasparenza», spiega a Lettera43.it. «Oscurare la verità
significa opprimere i popoli, per questo non mi ritengo un traditore, ma accuso
Erdoğan di tradire la Turchia». «Fare il giornalista», aggiunge l'autore,
«significa svelare i segreti che attentano alla democrazia e per farlo nel mio
Paese, come in altre parti del mondo, serve molto coraggio e bisogna essere
disposti a sacrificare tutto». Anche la famiglia e gli affetti. La moglie di
Dündar, infatti, vive come una prigioniera in Turchia dopo che le è stato tolto
il passaporto mentre il figlio Ege studia a Londra.
DOMANDA. Nel
libro lei scrive: «L'inferno non è il posto dove soffri, ma quello dove nessuno
sa che stai soffrendo». Nonostante la repressione in corso in Turchia, l'Ue
finanzia Ankara per la gestione dei profughi. Si può dire che l'inferno
peggiore è il posto dove tutti sanno che stai soffrendo ma nessuno fa nulla per
aiutarti?
RISPOSTA. L'Europa con quell'accordo ha sicuramente rafforzato il regime di Erdoğan peggiorando la situazione del popolo turco. Da un lato sono orgoglioso che il mio Paese stia accogliendo 3 milioni di profughi mentre gli Stati europei e gli Usa chiudono le frontiere. Dall'altro sono molto preoccupato perché i governi europei hanno chiuso gli occhi davanti alla sanguinosa repressione in Turchia, rinunciando ai propri valori fondanti e cedendo al ricatto di Erdoğan che usa i profughi come un arma.
D. Cosa rischia l'Europa con una Turchia governata da Erdoğan?
R. Dopo 15 anni di Erdoğan al potere, la Turchia affronta una sfida cruciale non solo per la propria democrazia, ma anche per la laicità dello Stato. La dittatura islamica che si prefigura è una minaccia gravissima che cresce alle porte dell'Europa. L'Ue dal canto suo non fa nulla per evitare che l'unico Stato democratico tra quelli a maggioranza musulmana sprofondi in una teocrazia.
D. Perché è così importante difendere la laicità nel suo Paese?
R. Preservare la laicità in Turchia significa mantenere un canale di dialogo aperto con l'Islam per cercare di sanare il contrasto che oggi caratterizza i rapporti tra Stati con popoli di diverse fedi religiose.
RISPOSTA. L'Europa con quell'accordo ha sicuramente rafforzato il regime di Erdoğan peggiorando la situazione del popolo turco. Da un lato sono orgoglioso che il mio Paese stia accogliendo 3 milioni di profughi mentre gli Stati europei e gli Usa chiudono le frontiere. Dall'altro sono molto preoccupato perché i governi europei hanno chiuso gli occhi davanti alla sanguinosa repressione in Turchia, rinunciando ai propri valori fondanti e cedendo al ricatto di Erdoğan che usa i profughi come un arma.
D. Cosa rischia l'Europa con una Turchia governata da Erdoğan?
R. Dopo 15 anni di Erdoğan al potere, la Turchia affronta una sfida cruciale non solo per la propria democrazia, ma anche per la laicità dello Stato. La dittatura islamica che si prefigura è una minaccia gravissima che cresce alle porte dell'Europa. L'Ue dal canto suo non fa nulla per evitare che l'unico Stato democratico tra quelli a maggioranza musulmana sprofondi in una teocrazia.
D. Perché è così importante difendere la laicità nel suo Paese?
R. Preservare la laicità in Turchia significa mantenere un canale di dialogo aperto con l'Islam per cercare di sanare il contrasto che oggi caratterizza i rapporti tra Stati con popoli di diverse fedi religiose.
D. Vista da
qui, la società turca sembra impotente davanti alla repressione governativa. È
così?
R. È sicuramente molto difficile lottare contro una repressione sanguinaria che ha già ucciso centinaia di persone e riempito le carceri di oppositori. Ma gli esempi di resistenza ci sono. Quattro anni fa milioni di turchi hanno riempito Gezi Park per opporsi alla deriva autoritaria di Erdoğan. Nel referendum costituzionale dello scorso aprile il no alla proposta del presidente è stato fragoroso anche se la riforma è passata. Se il mio popolo viene lasciato solo a lottare cambiare direzione alla Turchia sarà difficile.
R. È sicuramente molto difficile lottare contro una repressione sanguinaria che ha già ucciso centinaia di persone e riempito le carceri di oppositori. Ma gli esempi di resistenza ci sono. Quattro anni fa milioni di turchi hanno riempito Gezi Park per opporsi alla deriva autoritaria di Erdoğan. Nel referendum costituzionale dello scorso aprile il no alla proposta del presidente è stato fragoroso anche se la riforma è passata. Se il mio popolo viene lasciato solo a lottare cambiare direzione alla Turchia sarà difficile.
La dittatura
islamica che si prefigura in Turchia è una minaccia gravissima che cresce alle
porte dell'Europa
Can Dündar
D. Un'altra
ferita aperta è la questione curda...
R. La questione dei curdi si somma a quella di tutti gli oppositori di Erdoğan.
D. Cosa si sente di chiedere all'Occidente?
R. Bisogna supportare le forze democratiche. Se non ci pensano i governi, occorre promuovere un'azione a livello locale, stabilendo contatti diretti tra le città europee e le municipalità turche, ospitando gli intellettuali e gli accademici che si oppongono al regime, pubblicando i libri dei dissidenti, andando a far visita a chi è rinchiuso in prigione. Abbiamo bisogno di questa solidarietà.
R. La questione dei curdi si somma a quella di tutti gli oppositori di Erdoğan.
D. Cosa si sente di chiedere all'Occidente?
R. Bisogna supportare le forze democratiche. Se non ci pensano i governi, occorre promuovere un'azione a livello locale, stabilendo contatti diretti tra le città europee e le municipalità turche, ospitando gli intellettuali e gli accademici che si oppongono al regime, pubblicando i libri dei dissidenti, andando a far visita a chi è rinchiuso in prigione. Abbiamo bisogno di questa solidarietà.
D. Per le
sue rivelazioni sul traffico di armi è stato accusato di essere un traditore
della patria.
R. I governi che nascondono la verità mettono in pericolo la democrazia che si basa sulla trasparenza. Oscurare la verità significa opprimere i popoli, per questo non mi ritengo un traditore, ma accuso Erdoğan di tradire la Turchia. Fare il giornalista significa svelare i segreti che attentano alla democrazia e per farlo nel mio Paese, come in altre parti del mondo, serve molto coraggio e bisogna essere disposti a sacrificare tutto.
R. I governi che nascondono la verità mettono in pericolo la democrazia che si basa sulla trasparenza. Oscurare la verità significa opprimere i popoli, per questo non mi ritengo un traditore, ma accuso Erdoğan di tradire la Turchia. Fare il giornalista significa svelare i segreti che attentano alla democrazia e per farlo nel mio Paese, come in altre parti del mondo, serve molto coraggio e bisogna essere disposti a sacrificare tutto.
D. Nel libro
richiama l'idea di Panopticon, la prigione perfetta metafora del potere
invisibile. Viviamo già in un mondo simile a quello descritto da Orwell in 1984?
R. Temo che le nostre società abbiano superato l'immaginazione di Orwell. Siamo quotidianamente sotto l'occhio del Grande fratello, ci sono telecamere ovunque, i governi hanno totale accesso alle conversazioni telefoniche e a quelle su Internet, niente sfugge al monitoraggio di ciò che scriviamo e diciamo. La Turchia si è trasformata nella più grande prigione del mondo, ma anche in altri Stati gli individui non possono sfuggire al controllo. La libertà oggi è estremamente compressa.
R. Temo che le nostre società abbiano superato l'immaginazione di Orwell. Siamo quotidianamente sotto l'occhio del Grande fratello, ci sono telecamere ovunque, i governi hanno totale accesso alle conversazioni telefoniche e a quelle su Internet, niente sfugge al monitoraggio di ciò che scriviamo e diciamo. La Turchia si è trasformata nella più grande prigione del mondo, ma anche in altri Stati gli individui non possono sfuggire al controllo. La libertà oggi è estremamente compressa.
D. È
possibile difendersi?
R. I governi mondiali si supportano l'un l'altro. Erdoğan sostiene Putin che sostiene Trump e Le Pen sostiene tutti loro. I popoli liberi devono sviluppare una solidarietà internazionale, superando le barriere che spesso dividono etnie e nazioni. Ciò che rende diverse le persone sono i valori e le idee, l'unica divisione è tra democrazia e fascismo. Il problema è che queste reti di mutuo aiuto sono ancora deboli.
R. I governi mondiali si supportano l'un l'altro. Erdoğan sostiene Putin che sostiene Trump e Le Pen sostiene tutti loro. I popoli liberi devono sviluppare una solidarietà internazionale, superando le barriere che spesso dividono etnie e nazioni. Ciò che rende diverse le persone sono i valori e le idee, l'unica divisione è tra democrazia e fascismo. Il problema è che queste reti di mutuo aiuto sono ancora deboli.
Enrico Mugnai – Lettera 43