Come più volte annunciato, anche dalle pagine di
questo blog, ecco pronta la manovra finanziaria balneare. Monti la chiama “spending
review” perché l’inglese, soprattutto quello tecnico, non è alla portata del
grande pubblico. In effetti, che cosa intende questo governo con il suo
linguaggio politicamente corretto, “revisione della spesa”? “controllo della
spesa”? Abbiamo una traduzione migliore, non fedelissima al testo inglese, ma
fedele a quello che stanno facendo: “manovra
finanziaria”. Questa è la parola giusta, anche se impronunciabile. Sembrano
solo tagli: ma non è così semplice. Quando si taglia la spesa pubblica non si
tratta solo di sottrarre risorse ai soliti statali fannulloni e scioperati, non
si tratta solo di risparmiare negli acquisti di beni e servizi. Si tratta dello
scadimento e del degrado dei servizi offerti, della debacle dello stato
sociale, sempre più scadente quando non assente dalla vita delle persone. I
beni e i servizi della Consip, la controllata del Tesoro, sono la schifezza
della schifezza della produzione cinese. Se acquisti alla Consip delle
cartelline porta documenti, puoi stare certo che ti si squaglierà tra le mani
dopo due giorni. I pc venduti dalla Consip assomigliano più a dei macinacaffè
che a dispositivi informatici. Se acquisti un ago per suturare le ferite presso
la Consip, due su tre arriveranno spuntati, e con quell’ago farai molto male ad
un essere umano. Quando si taglia, con l’alibi fasullo ed ipocrita di non imporre
nuove tassazioni, si dice una bugia: gli ospedali non potranno più fornire
farmaci, se non quelli per le malattie neoplastiche: il paziente ricoverato se
le dovrà portare da casa. Le operazioni chirurgiche giudicate non salva vita
saranno a pagamento. Quando si taglia si ricorre al meccanismo delle imposte
indirette: il cittadino, per compensare quello che i servizi sociali non
erogano più dovrà mettere del suo, cavare denaro dal portafogli. Con questa
manovra finanziaria, il suo vero nome, (altro che “spending review” dei miei
stivali) si fa un ulteriore passo verso la fine del welfare. E tutto perché questo
governo di professori e banchieri non si decide a prendere i soldi
semplicemente dove stanno: nelle rendite finanziare. Non si vuole ostinatamente
fare la patrimoniale sulle rendite, su capitali egoisti e improduttivi. Bene,
però, per favore, siccome siete professori, e avete il dono della conoscenza,
non crediate di avere a che fare con una scolaresca composta per la massima parte
di somari: una manovra finanziaria è una manovra finanziaria, la potete
definire in inglese come in congolese, la sostanza, cari docenti, non cambia.
Di seguito un riassunto molto edulcorato (tratto
dal sole 24 ore) della manovra. Troverete i provvedimenti nudi e crudi, senza
le ricadute sociali inevitabili.
Sei interventi di razionalizzazione della spesa per ottenere le risorse (più
di 4,2 miliardi) necessarie a scongiurare l'aumento dell'Iva in autunno. È
questo il piano che il presidente del Consiglio Mario Monti ha illustrato oggi
a enti locali e parti sociali. L'operazione spending review, ha spiegato Monti,
sarà divisa in tre fasi. La prima avviata la scorsa settimana con i tagli alla
presidenza del Consiglio e al Tesoro, la seconda con un decreto legge già
probabilmente venerdì, la terza con un nuovo decreto per la riorganizzazione
delle amministrazioni periferiche. Qui di seguito i settori sotto la lente e
gli interventi previsti:1) Acquisti di beni e servizi da parte della Pa
Per la messa a punto della spending review sono stati analizzati 60 miliardi di spesa per beni e servizi. Su questa spesa il risparmio possibile si aggirerebbe tra il 20 e il 60 per cento
2) Sanità
L'obiettivo è risparmiare 1,08 miliardi quest'anno. In particolare, il Governo prevede di ottenere 600 milioni dalla riorganizzazione dell'acquisto di beni e servizi, 350 dovrebbero arrivare dagli sconti a farmacisti e industrie farmaceutiche e 135 milioni scaturirebbero dal contenimento delle spese per cure specialistiche e case di cura
3) Pubblico impiego
Il piano di spending review del Governo Monti prevede un taglio del 20% degli organici dei dirigenti e del 10% di quelli dei dipendenti della Pubblica ammnistrazione. Viene presa in considerazione anche una stretta del 20% sulle consulenze. La riduzione degli organici del pubblico impiego avverrà dopo la verifica delle piante organiche: solo dopo sarà possibile selezionare e modulare l'intervento di riduzione attraverso la mobilità di due anni.
4) Province
L'operazione di razionalizzazione della spesa pubblica dovrebbe contemplare anche la riduzione delle Province: quelle tagliate sarebbero 42 su 107. C'è però un'ipotesi B: cancellazione di una sessantina di Province, con le dieci città metropolitane che - in questa opzione - verrebbero inglobate dalle Regioni a statuto speciale
5) Società per azioni pubbliche
Sotto la lente della spending review dovrebbero rientrare anche le società di cui lo Stato detiene l'intero capitale. Il piano prevede la riduzione a tre membri per i consigli di amministrazione delle società non quotate. È previsto il taglio di circa il 30% delle poltrone
6) Auto blu
La stretta dovrebbe riguardare anche le auto blu, già sotto il monitoraggio del ministero della Funzione pubblica: dvrebbe arrivare un'ulteriore riduzione del 20%: Per i prossimi tre anni scatterebbe il blocco degli affitti pagati dagli uffici pubblici
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