Ci si domanda spesso,
specie il comune cittadino, quale importanza possono rivestire
l'andamento delle Borse o il famigerato spread con i titoli di stato
tedeschi. Ma soprattutto perchè, da qualche tempo, ci toccano due
manovre finanziarie l'anno. (la chiamano “spending review ma è una
foglia di fico per celare una pura e semplice manovra finanziaria).
Cercherò di spiegarlo chiaramente. Se la Borsa valori di un paese è
costantemente al ribasso, o, come quella di piazza Affari, ha un
permanente andamento ondivago (è “volatile”, fluttuante, si
alza ed abbassa continuamente) è segno che l'economia complessiva
del paese è negativa. Se il valore di una azione di una società o
una azienda, o una banca quotata in Borsa si approssima allo zero per
un elevato numero di vendite, quella società o azienda o banca prima
o poi fallirà. La Borsa è un indice impeccabile dell'andamento e
dello stato di salute della imprese italiane. Se il titolo di una
azienda crolla completamente allora quella stessa azienda sarà
obbligata a chiudere i battenti o a delocalizzarsi. Si perderanno
ulteriori posti di lavoro, in ogni caso. Per essere in buona salute
una borsa valori deve raggiungere un livello di scambi e
contrattazioni intorno ai 15.000 punti. La nostra Borsa è
costantemente tra i 13.000 e i 14.000. E' il segno della recessione.
Altro discorso concerne
lo “spread”. Si prendono a riferimento, come pietra di paragone,
gli interessi che vengono pagati dallo stato tedesco, per il semplice
fatto che sono prossimi allo zero. Sono quindi i più bassi di tutta
Europa. Ora, se il nostro spread (differenziale) tra i titoli
tedeschi i nostri BOT si aggira costantemente intorno ai 450 punti,
vuol dire che siamo costretti, per trovare acquirenti disposti ad investire nei nostri titoli, a pagare
interessi dello 6,50% circa. Appare
evidente per chiunque che lo Stato, dovendo pagare cedole così
salate, vanifica buona parte delle manovre finanziarie di risparmio
di spesa che attiva durante l'anno. E' un circolo vizioso, il cane
che si morde la coda. Se lo spread rimane, come accade da molto
tempo, inchiodato sui 450 punti, è giocoforza predisporre due
manovre finanziarie l'anno, per compensare il fiume di denaro che se
ne va in interessi sui titoli di stato. E' altrettanto ovvio per
tutti che così non si può andare avanti: è quello che si definisce
“avvitamento sulle manovre”. Facciamo i compiti che ci ha imposto
la UE e la BCE, abbiamo riformato pensioni e mercato del lavoro,
eppure lo spread rimane costantemente alto e ci obbliga continuamente
a manovre che hanno un solo effetto depressivo sull'economia. Non se
ne esce se andiamo avanti così. La domanda a questo punto è:
perchè, nonostante i compiti che abbiamo diligentemente svolto, lo
spread rimane costantemente alto? Questo dipende dal grado di fiducia
degli investitori, di casa nostra e internazionali. Se un paese esprime
credibilità, stabilità, ha degli ottimi fondamentali e si è dotato
di una legislazione che consente un futuro senza troppi sobbalzi,
questo paese attirerà investimenti e quindi i suoi titoli di stato
saranno accettabili anche ad un tasso di interesse inferiore. Ma
questo non è il caso dell'Italia. Monti ha fatto quello che ha
potuto, non gli si possono imputare grosse colpe se non quella di non
aver disposto una patrimoniale sulle rendite finanziarie (ma arriverà
anche quella, statene certi), il problema non è lui, ma il sistema
paese. Per un investitore esterno, poniamo un imprenditore, l'Italia
non è un paese attraente, e questo per diverse ragioni, solo
parzialmente imputabili al governo. L'italia è un paese dove intere
porzioni di territorio sono nelle mani della criminalità
organizzata: non solo, mafia, camorra e 'ndrangheta hanno
ramificazioni ovunque, anche nel nord. Un imprenditore non ha molta
voglia di trovarsi come interlocutore un esponente di qualche clan
locale, è comprensibile. Da un punto di vista puramente
imprenditoriale gli italiani appaiono troppo sindacalizzati. Si pensi
solo al caso FIOM. Noi sappiamo che non è giusto, d'accordo, ma il
punto di vista di chi deve investire dall'estero in Italia e si
ritrova dopo una settimana la produzione bloccata e gli operai dietro
le barricate, è certamente diverso dal nostro. In Italia esiste una
burocrazia, a dispetto delle tanto decantate semplificazioni (l'ex
ministro Calderoli aveva simbolicamente bruciato una montagna di
leggi e norme ritenute inutili, ma erano solo balle di fieno) rimane
pletorica e farraginosa. Lo sa bene chi ha provato a mettere in piedi
una attività in proprio. Siamo innamorati delle carte bollate, a
dispetto dell'informatizzazione. Queste molestie burocratiche
scoraggiano anche gli investitori esterni. Siamo un paese con un
livello di lavoro nero spaventosamente enorme, ed una evasione
fiscale da capogiro, non solo. Come livello di corruzione siamo
secondi solo a Grecia e Bulgaria. Un imprenditore straniero sa già
in partenza che con un livello di corruzione dei dirigenti pubblici e
politici così alto sarà quasi certamente costretto ad allungare
qualche tangente a diversi soggetti. E anche questo non è motivo di
particolare attrazione. Se aggiungiamo a tutto questo il fatto che
abbiamo un enorme debito pubblico che non sarà mai portato in
pareggio (non raccontiamoci balle, per favore, altro che pareggio di
bilancio in Costituzione) il quadro è pressocchè completo. Dobbiamo
raggiungere, per quanto concerne lo spread, quota 200 punti,
altrimenti continueremo ad avvitarci sulle manovre recessive. Monti
non ha la bacchetta magica, i motivi di uno spread così elevato che
abbiamo appena indicato non dipendono, se non in minima parte, dalla
sua azione. Insomma, in definitiva non ci sono vie di uscita: una
classe dirigente tecnica o politica non può modificare abitudini
così profondamente radicate nella nostra popolazione. Se non si
perviene ad una unione bancaria vera, ad un banca centrale che sia
paragonabile alla FED americana e, soprattutto, ad una confederazione
di stati europei, se cioè, in buona sostanza, non riusciamo a
condividere con paesi più virtuosi le nostre lacune, l'Italia, se
lasciata a se stessa, nel volgere di qualche mese o, al massimo,
anno, è predestinata al default, al fallimento. Ma questa volta non
possiamo dare la colpa ai tedeschi cattivi che non ci vogliono
aiutare. Guardiamoci bene dentro e cerchiamo di fare un esamino di
coscienza. Fa sempre bene.