lunedì 16 luglio 2012

DUE METRI SOPRA L'IMMONDIZIA


Ci ritroviamo ogni giorno davanti alla stessa domanda: euro sì o euro no? Come ribadito più volte non esiste una risposta univoca. Dipende. Da che dipende? Essenzialmente dal comportamento della Germania, purtroppo. E' ovvio che i discorsi “stavamo meglio quando l'euro non c'era, torniamo alla lira staremo come prima” non hanno alcun senso. Nulla è più come prima. Una volta entrati, per quanto malamente, nelle moneta unica, uscirne unilateralmente ci penalizzerebbe a dismisura. Se continuasse ad esistere l'euro assisteremmo anzitutto alla fuga di capitali all'estero in euro, la svalutazione della lira sarebbe altissima come altissima sarebbe l'inflazione. Il debito pubblico dovrebbe essere ridenominato in nuove lire e dubito che i paesi esteri in possesso di nostri titoli di stato si accontenterebbero degli interessi pagati in lire italiane. Si dice: ripudiamo il debito. Bene, possiamo ripudiarlo, ma a parte il fatto che buona parte del debito pubblico si trova nelle mani delle famiglie italiane, chi sarebbe più disponibile ad acquistare un titolo di stato italiano? Come potremmo finanziare opere pubbliche, sanità, istruzione, pagare stipendi e pensioni? Anche i vantaggi di una moneta svalutata sono opinabili. Secondo le stime di Confindustria e Confcommercio la svalutazione della moneta non avrebbe un effetto immediato sulle esportazioni, mentre l'avrebbe di sicuro su tutto quello che importiamo, energia anzitutto, che saremmo costretti a pagare a caro prezzo. Insomma, gli effetti collaterali sarebbero troppo importanti per poter compiere un atto del genere. Questa è una delle innumerevoli riprova che sia Grillo che il Cavaliere quando parlano di queste cose non sanno semplicemente quello che dicono. Quello cui dobbiamo lavorare, semmai, è una estinzione, un decreto unanime da parte dell'eurozona della fine dell'euro quale moneta unica. La Spagna è un paese già fallito, con i soldi impiegati dalla troika per salvarlo si dissolvono anche le ultime riserve disponibili da parte dei fondi di stabilità e del FMI. Noi italiani, come sottolinea Moody's che ci ha portato due gradini sopra la “junk” spazzatura, siamo già presi di mira dai mercati e dagli speculatori. Ora tocca a noi. Una volta fallite le nostre banche ed il nostro Tesoro, toccherà alla Francia, la prossima candidata, e così via. Abbiamo compreso tutti che le politiche del rigore, da sole producono solo depressione. Lo spread non si è mai abbassato, è destinato anzi a salire verso livelli insopportabili. A quel punto dovremo dare, per forza di cose, forfait. E' inutile che la Merkel ripeta la stanca litania del “non si aiuta nessuno se non in cambio di cessione della sovranità”. Noi la sovranità l'abbiamo già ceduta ed ecco il punto cui siamo arrivati. Monti ha fatto parola per parola quello che gli hanno dettato per lettera o per telefono la commissione europea, l'eurogruppo, la Mergkel in persona, e tutto questo solo per trovarsi in mezzo ad un paese ridotto alla povertà. Le manovre finanziarie non basteranno mai, perchè lo spread continuerà a salire e saremo costretti a pagare interessi altissimi per fare acquistare i nostri titoli di stato. Non sappiamo più dove andare a prendere i soldi perchè Monti ha già fatto una manovra recessiva dopo l'altra. Siamo in mutande. Non abbiamo per fortuna il problema di essere salvati perchè non esiste al mondo una somma tale da poter salvare un paese come l'Italia. Ci vorrebbero 1.500 miliardi. E chi li ha? I fondi Efsf ed Esm? Il fondo monetario internazionale? No di sicuro. Non potendo essere salvata, l'Italia dovrà obbligatoriamente uscire dall'euro, ma dal momento che il paese da affondare dopo il nostro sarebbe la Francia, a quel punto può darsi che qualche mente illuminata partorisca l'idea di una uscita collettiva ed indolore dalla moneta unica. L'euro non esplode, si estingue, si dissolve e tutti torniamo alla nostra valuta nazionale. Con una uscita ordinata e pilotata si potrebbero minimizzare quegli effetti collaterali di cui parlavamo sopra. La Germania si opporrà per l'ennesima volta, bisognerebbe che la Merkel non fosse più al governo. Ma il problema è: arriveremo alle prossime elezioni tedesche? Ho qualche dubbio. La nostra sensazione, considerato che l'attacco all'Italia è già partito, è che l'euro non arrivi a fine anno. Bisognerà muoversi prima, ma con una testa di legno come quella della Merkel, l'euro farà break up, collasserà in modo traumatico sputando fuori, uno dopo l'altro i paesi aderenti, tanto per farci generosamente del male. Se i tedeschi non sono disposti a mutualizzare il debito, se non sono disposti a dotare la BCE di ben altri poteri che non siano solo quello di abbassare il tasso di sconto (con il solo effetto di far impennare l'inflazione), se non sono disposti ad accettare strumenti come eurobond e project bond, condannano l'Europa al ritorno delle vecchie monete. Non si tratta di essere ottimisti o pessimisti, le cose stanno semplicemente così. L'euro finirà, ma grazie all'insensatezza dei tedeschi, esploderà nel peggiore dei modi. E allora, anche il loro rigore andrà a farsi benedire.