Ci ritroviamo ogni giorno
davanti alla stessa domanda: euro sì o euro no? Come ribadito più
volte non esiste una risposta univoca. Dipende. Da che dipende?
Essenzialmente dal comportamento della Germania, purtroppo. E' ovvio
che i discorsi “stavamo meglio quando l'euro non c'era, torniamo
alla lira staremo come prima” non hanno alcun senso. Nulla è più
come prima. Una volta entrati, per quanto malamente, nelle moneta
unica, uscirne unilateralmente ci penalizzerebbe a dismisura. Se
continuasse ad esistere l'euro assisteremmo anzitutto alla fuga di
capitali all'estero in euro, la svalutazione della lira sarebbe
altissima come altissima sarebbe l'inflazione. Il debito pubblico
dovrebbe essere ridenominato in nuove lire e dubito che i paesi
esteri in possesso di nostri titoli di stato si accontenterebbero
degli interessi pagati in lire italiane. Si dice: ripudiamo il
debito. Bene, possiamo ripudiarlo, ma a parte il fatto che buona
parte del debito pubblico si trova nelle mani delle famiglie
italiane, chi sarebbe più disponibile ad acquistare un titolo di
stato italiano? Come potremmo finanziare opere pubbliche, sanità,
istruzione, pagare stipendi e pensioni? Anche i vantaggi di una
moneta svalutata sono opinabili. Secondo le stime di Confindustria e
Confcommercio la svalutazione della moneta non avrebbe un effetto
immediato sulle esportazioni, mentre l'avrebbe di sicuro su tutto
quello che importiamo, energia anzitutto, che saremmo costretti a
pagare a caro prezzo. Insomma, gli effetti collaterali sarebbero
troppo importanti per poter compiere un atto del genere. Questa è
una delle innumerevoli riprova che sia Grillo che il Cavaliere quando
parlano di queste cose non sanno semplicemente quello che dicono.
Quello cui dobbiamo lavorare, semmai, è una estinzione, un decreto
unanime da parte dell'eurozona della fine dell'euro quale moneta
unica. La Spagna è un paese già fallito, con i soldi impiegati
dalla troika per salvarlo si dissolvono anche le ultime riserve
disponibili da parte dei fondi di stabilità e del FMI. Noi italiani,
come sottolinea Moody's che ci ha portato due gradini sopra la “junk”
spazzatura, siamo già presi di mira dai mercati e dagli speculatori.
Ora tocca a noi. Una volta fallite le nostre banche ed il nostro
Tesoro, toccherà alla Francia, la prossima candidata, e così via.
Abbiamo compreso tutti che le politiche del rigore, da sole producono
solo depressione. Lo spread non si è mai abbassato, è destinato
anzi a salire verso livelli insopportabili. A quel punto dovremo
dare, per forza di cose, forfait. E' inutile che la Merkel ripeta la
stanca litania del “non si aiuta nessuno se non in cambio di
cessione della sovranità”. Noi la sovranità l'abbiamo già ceduta
ed ecco il punto cui siamo arrivati. Monti ha fatto parola per parola
quello che gli hanno dettato per lettera o per telefono la
commissione europea, l'eurogruppo, la Mergkel in persona, e tutto
questo solo per trovarsi in mezzo ad un paese ridotto alla povertà.
Le manovre finanziarie non basteranno mai, perchè lo spread
continuerà a salire e saremo costretti a pagare interessi altissimi
per fare acquistare i nostri titoli di stato. Non sappiamo più dove
andare a prendere i soldi perchè Monti ha già fatto una manovra
recessiva dopo l'altra. Siamo in mutande. Non abbiamo per fortuna il
problema di essere salvati perchè non esiste al mondo una somma tale
da poter salvare un paese come l'Italia. Ci vorrebbero 1.500
miliardi. E chi li ha? I fondi Efsf ed Esm? Il fondo monetario
internazionale? No di sicuro. Non potendo essere salvata, l'Italia
dovrà obbligatoriamente uscire dall'euro, ma dal momento che il
paese da affondare dopo il nostro sarebbe la Francia, a quel punto
può darsi che qualche mente illuminata partorisca l'idea di una
uscita collettiva ed indolore dalla moneta unica. L'euro non esplode,
si estingue, si dissolve e tutti torniamo alla nostra valuta
nazionale. Con una uscita ordinata e pilotata si potrebbero
minimizzare quegli effetti collaterali di cui parlavamo sopra. La
Germania si opporrà per l'ennesima volta, bisognerebbe che la Merkel
non fosse più al governo. Ma il problema è: arriveremo alle
prossime elezioni tedesche? Ho qualche dubbio. La nostra sensazione,
considerato che l'attacco all'Italia è già partito, è che l'euro
non arrivi a fine anno. Bisognerà muoversi prima, ma con una testa
di legno come quella della Merkel, l'euro farà break up, collasserà
in modo traumatico sputando fuori, uno dopo l'altro i paesi aderenti,
tanto per farci generosamente del male. Se i tedeschi non sono
disposti a mutualizzare il debito, se non sono disposti a dotare la
BCE di ben altri poteri che non siano solo quello di abbassare il
tasso di sconto (con il solo effetto di far impennare l'inflazione),
se non sono disposti ad accettare strumenti come eurobond e project
bond, condannano l'Europa al ritorno delle vecchie monete. Non si
tratta di essere ottimisti o pessimisti, le cose stanno semplicemente
così. L'euro finirà, ma grazie all'insensatezza dei tedeschi,
esploderà nel peggiore dei modi. E allora, anche il loro rigore
andrà a farsi benedire.