Siamo tutti costernati,
come è ovvio, per i ripetuti terremoti emiliani, chiunque non può
rimanere insensibile di fronte a chi ha perduto casa e magari lavoro.
Senza contare la tragedia delle vittime. Tutte le compagnie
telefoniche e gli istituti di credito invitano la cittadinanza ad
effettuare donazioni a favore di quelle sventurate popolazioni. Fin
qui tutto normale. Di totalmente anormale, e anzi, di stomachevole,
c'è la trovata del governo Monti per fornire le risorse necessarie
per una prima fase della ricostruzione: la tassa sulla disgrazia.
Ci rendiamo perfettamente conto che di questi tempi reperire i fondi
necessari non è impresa da poco, ma ci dobbiamo mettere in testa una
volta per tutte, soprattutto i Soloni che ci governano, che le
risorse vanno attinte dove sono, non altrove. Ora, se non vado
errato, le risorse maggiori sono nelle mani dei non pochi ricchi di
questo paese, di coloro che non lavorano, che vivono di rendita, che
se ne fregano di tutto e di tutti. La trovata ridicola se non fosse
disgustosa del governo Monti è quella di alzare le accise sulla
benzina: in questo modo, con una delle ennesime imposte indirette si
finanziano i luoghi terremotati. Si chiama tecnicamente “tassa di
scopo”. Solo che a pagare è sempre Pantalone, cioè noi, quelli
che se ne stanno in panciolle sul loro panfili del rincaro della
benzina se ne strafregano. E poi, se noi cittadini comuni siamo
obbligati, con la benzina più cara, a finanziare le ricostruzione
delle zone terremotate, perchè domandarci donazioni che già
avvengono forzatamente? Se il bilancio del nostro Tesoro è messo
così male da non aver accantonato una consistente somma a
disposizione delle eventuali catastrofi naturali, sempre in agguato
per qualsiasi paese, allora siamo messi veramente male. L'Emilia,
grazie a Dio, non è Fukushima, se ci fosse toccato un simile
cataclisma saremmo andati in default sicuro. Dobbiamo ricorrere ad
una tassa sulle disgrazie? Ma stiamo scherzando? Ma che razza di
stato, che razza di politicanti possiede questo infelice paese? Se le
casse del Tesoro sono vuote, usciamo in tutta fretta dall'euro, prima
che siano gli altri paesi a buttarci fuori. Non abbiamo un fondo per
la protezione civile, abbiamo dopo le dimissioni di Berlusconi, uno
spread nuovamente intorno ai 500 punti, ma cosa restiamo a fare in
Europa, se per un terremoto neppure di proporzioni colossali ci
ritroviamo a pagare una tassa sulle disgrazie? “Infelice è quel
paese che ha bisogno di un governo tecnico”, potrebbe recitare una
massima di scottante attualità. Ci stiamo avvicinando nuovamente
alla soglia pericolosa, di non ritorno, degli interessi al 7% da
pagare sui titoli di stato, è una soglia che manda in fumo qualsiasi
manovra finanziaria. Siamo obbligati, lo sappiamo bene, a farne
un'altra, di tagli e nuove imposizioni fiscali entro l'anno, diciamo
durante l'estate. Ma perchè abbiamo chiamato una persona come Monti?
Solo perchè fa bella figura nel corso dei meeting internazionali e
non va con le minorenni? Solo perchè veste elegante, parla diverse
lingue, è un buon cristiano e quando pronuncia un discorso sembra
che la voce se la faccia venire dalle suole delle scarpe? Non si
poteva nominare il rag. Pautasso, che avrebbe fatto lo stesso lavoro
con pretese di stipendio più miti del nostro professore? In questo
paese il capo della Polizia Manganelli guadagna 600.000 euro l'anno,
Obama ne guadagna la metà, 300.000. Persino il garante dell'energia,
una figura indistinta della quale non si sentiva la mancanza,
guadagna 450.000 euro. E' qualcosa di incredibile. Si deve fare un
patrimoniale, devono essere tassati pesantemente le rendite
finanziarie improduttive sopra il milione di euro, soldi che non
girano e sono utili solo a chi li possiede per comprarsi l'ultimo
modello di Ferrari o una villa a picco sul mare. Possibile che una
verità così lampante non venga recepita? I boiardi di stato, come i
normali cittadini, devono percepire uno stipendio adeguato ma
normale, non 600.000 euro, che non è uno stipendio, è un furto al
cittadino comune. Se non si tassano i grandi patrimoni, a nulla vale
la lotta all'evasione, le multe a chi non emette lo scontrino, le
vessazioni continue da parte di Equitalia. Non si aggiusteranno mai i
conti, non si perverrà mai al pareggio di bilancio se i cittadini
continuano a non pagare le tasse sulla base del loro reddito
effettivo. La grande evasione è costituita dal sommerso, è vero, ma
una grande parte è quella che si definisce “elusione fiscale”,
quella appunto, dei grandi patrimoni finanziari non dichiarati perchè
solo parzialmente tassabili. I soldi si prendono dove sono, se non si
comprende una realtà così elementare è meglio gettare la spugna e
vendere gelati. La mia nausea è tale che mi imbarcherei sulla prima
nave che salpa dal mio porto chiedendo solo in seguito, una volta
imbarcato: “Dove è diretta questa nave?”