martedì 29 maggio 2012

LA DEMOCRAZIA NON CI SALVERA'


In molti precedenti  post abbiamo posto il quesito se il suffragio universale fosse compatibile con la sanità di bilancio. Il dibattito é stato consistente, anche se forse condotto più su base emotiva che razionale.
                Jean-Claude Trichet, ex Presidente di Bce, in un discorso al Peterson Institute for International Economics di Washington ha riproposto adesso lo stesso problema, anche se a termini rovesciati.
                Sostanzialmente, ha detto che in futuro l’UE non disporrà di budget consistenti e che sarà necessario porre sotto amministrazione controllata i paesi che non fossero in grado di attuare le politiche approvate in sede UE, la quale dovrebbe prendersi così in carico la gestione del bilancio di uno Stato membro, che fosse incapace di mettere in ordine le proprie finanze.
                In altri termini, la sussistenza economica dell’Unione risulterebbe più importante dell’orientamento politico ed economico di uno Stato membro, ancorché tale orientamento fosse stato sancito da un suffragio elettorale.
                Considerazioni.
                Il suffragio universale impone ai candidati la necessità di conquistarsi la maggioranza per poter formare un governo, ed i cittadini votano i candidati i programmi dei quali sono più consoni alle loro esigenze attuali.
                Ciò porta usualmente a due conseguenze. La prima é il frequente riscontro di una consistente parcellizzazione partitica, che rende problematica la formazione del governo, che risulta essere instabile e poco coeso. Quindi, inidoneo nei fatti a gestire la cosa pubblica. La seconda, é la necessità di mantenere le promesse elettorali, almeno parzialmente. Ma quasi invariabilmente tali promesse non sono economicamente realizzabili oppure deteriorano ulteriormente una già precaria situazione.
                Il risultato finale é una ingovernabilità sostanziale che si associa alla necessità di generare elevati deficit e, quindi, debiti sovrani, cui consegue, presto o tardi, il collasso del sistema produttivo.
                Siamo chiari: nessun corpo elettorale eleggerebbe un candidato che avesse come programma di rimettere in ordine i conti, tagliando le spese statali, licenziando buona parte del corpo dei burocrati e dei funzionari delle pubbliche amministrazioni, deregolarizzando nel contempo il comparto produttivo per riallinearlo alle esigenze dei mercati.
                La democrazia é un bene fragile e delicato. Se chi la esercita non lo sa fare con buon senso e moderazione, allora le attese si scontrano con la durezza della realtà, che alla fine le stritola.
                Sotto questa luce la proposta di Trichet trova una sua intrinseca giustificazione.
Giuseppe Sandro Mela per rischiocalcolato