C'è una campagna,
promossa dall'attuale governo di cosiddetti “tecnici”, che sta
passando in questi giorni per la TV, uno spot che mostra una donna
con un fazzoletto in testa, malata di cancro, che sostiene che,
nonostante la sua evidente malasorte, di consolante c'è che il
governo italiano le consente delle forme di lavoro alternative, come
il passaggio ad un part time o il ricorso al telelavoro. Il tutto
condito in una salsa di buoni sentimenti: così il malato di cancro
non si sente inutile, può ancora partecipare attivamente alla vita
lavorativa, insomma, si deve sentire ancora una persona “normale”.
Ecco che cosa accade quando lo Stato ha definitivamente perduto il
contatto con i cittadini, con la vita reale. Può sembrare un aspetto
marginale, un piccolo particolare trascurabile, ma non lo è. Questa
campagna, che fu avviata circa un anno fa per volontà del ministro
Brunetta (che ne è il padre, e questo la dice lunga), è stata
interrotta e poi ripresa da questa accozzaglia di tecnici che stanno
portando il paese alla rovina. Questi cattedratici, abituati a
pontificare ai propri allievi, portano il loro paternalistico
conforto ai malati di cancro, facendo passare un normalissimo diritto
cui possono accedere tutti i cittadini, per un privilegio che spetta
ai malati, in virtù della loro stessa condizione. Tutti sappiamo che
il part time è possibile in ogni caso, per le motivazioni più
svariate: svolgere una seconda attività, accudire i figli piccoli, o
semplicemente stare a a casa a grattarsi la pancia. Il part time
gentilmente concesso persino ai malati di cancro non si differenzia
in nulla da quello normale accessibile a tutti: lavori per metà
orario normale, percepisci uno stipendio proporzionale alle ore
lavorative. Il fatto che lo spot televisivo lo faccia apparire come
un privilegio concesso dal governo ai malati è un fatto, a mio modo
di vedere, di una gravità assoluta, è volgare ed offensivo. Sembra
che dietro la ripresa dello spot in questione ci sia il ministro
Fornero. Ora, se questa signora, Dio non voglia, dovesse incappare in
questa malattia, poniamo al fegato, che cosa farebbe, cosa
penserebbe? Le reazioni in questo caso sono molto soggettive, ma
possiamo immaginare che il suo primo pensiero sarebbe quello di
curarsi, di cercare disperatamente di guarire. Al telelavoro o al
part time non ci penserebbe proprio , sarebbe anzi l'ultima delle sue
preoccupazioni. Se il tipo di tumore che la colpisce è fatale, dopo
un calvario più o meno lungo raggiungerebbe la casa del Padre
celeste, se, viceversa, fosse di un tipo meno aggressivo e
maggiormente curabile, terminata l'operazione e i conseguenti cicli
di chemioterapia, probabilmente penserebbe a quello che davvero è
importante per un essere umano, per dare senso alla vita: ai propri
cari, ai propri affetti più profondi e sinceri, programmerebbe
magari quel viaggio che voleva fare da tanto tempo e non ha mai, dati
i suoi impegni di lavoro, potuto compiere con la persona che le è
più cara. Il lavoro, in questi casi, è l'ultima cosa in ordine di
importanza. E' vero che ci sono persone che reagiscono in tutt'altro
modo: si gettano a capofitto nei propri compiti, nelle proprie
mansioni per non pensare a quello che incombe sul loro capo, ma
dobbiamo rispettare necessariamente anche le scelte di coloro che,
colpiti da una malattia molto spesso fatale, al lavoro non ci pensano
proprio. Ora, il fatto che lo Stato, in questo caso rappresentato da
questa banda di “tecnici” faccia passare un atto dovuto per un
privilegio concesso in via eccezionale è cosa degna di un
personaggio come Brunetta. E' in questo modo che crolla il senso
dello Stato, il senso di appartenenza non ad una collettività, ma ad
un apparato politico-burocratico che ha completamente perduto il
contatto con la realtà, con la gente, con la vita di tutti i giorni.
Il ministro Fornero, se colpita da un male simile, andrebbe nel
miglior centro di cura esistente al mondo, a New York, sapendo di
mettersi nelle mani migliori in assoluto, non andrebbe nell'ospedale
dietro l'angolo. E al part time non ci penserebbe neppure. A questo
punto lo scollamento non esiste solo con i partiti politici,
consorterie buone solo a fare i propri interessi personali, ma con lo
Stato in senso tecnico, la macchina burocratica che vessa e dileggia
il cittadino con tasse e balzelli di ogni genere, manda cartelle e
ingiunzioni di pagamento magari sbagliate, ma intanto il cittadini
deve dimostrare l'errore. Lo stato diventa antagonista del
contribuente, lo perseguita in ogni piega della sua esistenza, quando
dovrebbe essere esattamente il contrario: uno stato moderno dovrebbe
essere al servizio del cittadino. Spot volgari e menzogneri come
quello citato non fanno che allargare il fossato già esistente tra
un apparato pletorico ed inefficiente, cieco e brutale, ed un
cittadino sempre più indifeso nei suoi diritti e nella sua dignità.
Abbiamo dunque trovato qualcosa che accomuna Brunetta con la Fornero. Dell'uno non si potrà mai dire male abbastanza: anche le parole sono inadeguate. Dell'altra possiamo dire che una cosa abbiamo capito: è una saccente boriosa che ha fatto un mediocre lavoro di destrutturazione dello stato sociale. Nella parte demolitiva è stata abilissima, ne conveniamo, chissà se si dimostrerà altrettanto brava in quella costruttiva. Ci permettiamo di dubitarne.
Abbiamo dunque trovato qualcosa che accomuna Brunetta con la Fornero. Dell'uno non si potrà mai dire male abbastanza: anche le parole sono inadeguate. Dell'altra possiamo dire che una cosa abbiamo capito: è una saccente boriosa che ha fatto un mediocre lavoro di destrutturazione dello stato sociale. Nella parte demolitiva è stata abilissima, ne conveniamo, chissà se si dimostrerà altrettanto brava in quella costruttiva. Ci permettiamo di dubitarne.