giovedì 17 maggio 2012

QUANDO CROLLA IL SENSO DELLO STATO


C'è una campagna, promossa dall'attuale governo di cosiddetti “tecnici”, che sta passando in questi giorni per la TV, uno spot che mostra una donna con un fazzoletto in testa, malata di cancro, che sostiene che, nonostante la sua evidente malasorte, di consolante c'è che il governo italiano le consente delle forme di lavoro alternative, come il passaggio ad un part time o il ricorso al telelavoro. Il tutto condito in una salsa di buoni sentimenti: così il malato di cancro non si sente inutile, può ancora partecipare attivamente alla vita lavorativa, insomma, si deve sentire ancora una persona “normale”. Ecco che cosa accade quando lo Stato ha definitivamente perduto il contatto con i cittadini, con la vita reale. Può sembrare un aspetto marginale, un piccolo particolare trascurabile, ma non lo è. Questa campagna, che fu avviata circa un anno fa per volontà del ministro Brunetta (che ne è il padre, e questo la dice lunga), è stata interrotta e poi ripresa da questa accozzaglia di tecnici che stanno portando il paese alla rovina. Questi cattedratici, abituati a pontificare ai propri allievi, portano il loro paternalistico conforto ai malati di cancro, facendo passare un normalissimo diritto cui possono accedere tutti i cittadini, per un privilegio che spetta ai malati, in virtù della loro stessa condizione. Tutti sappiamo che il part time è possibile in ogni caso, per le motivazioni più svariate: svolgere una seconda attività, accudire i figli piccoli, o semplicemente stare a a casa a grattarsi la pancia. Il part time gentilmente concesso persino ai malati di cancro non si differenzia in nulla da quello normale accessibile a tutti: lavori per metà orario normale, percepisci uno stipendio proporzionale alle ore lavorative. Il fatto che lo spot televisivo lo faccia apparire come un privilegio concesso dal governo ai malati è un fatto, a mio modo di vedere, di una gravità assoluta, è volgare ed offensivo. Sembra che dietro la ripresa dello spot in questione ci sia il ministro Fornero. Ora, se questa signora, Dio non voglia, dovesse incappare in questa malattia, poniamo al fegato, che cosa farebbe, cosa penserebbe? Le reazioni in questo caso sono molto soggettive, ma possiamo immaginare che il suo primo pensiero sarebbe quello di curarsi, di cercare disperatamente di guarire. Al telelavoro o al part time non ci penserebbe proprio , sarebbe anzi l'ultima delle sue preoccupazioni. Se il tipo di tumore che la colpisce è fatale, dopo un calvario più o meno lungo raggiungerebbe la casa del Padre celeste, se, viceversa, fosse di un tipo meno aggressivo e maggiormente curabile, terminata l'operazione e i conseguenti cicli di chemioterapia, probabilmente penserebbe a quello che davvero è importante per un essere umano, per dare senso alla vita: ai propri cari, ai propri affetti più profondi e sinceri, programmerebbe magari quel viaggio che voleva fare da tanto tempo e non ha mai, dati i suoi impegni di lavoro, potuto compiere con la persona che le è più cara. Il lavoro, in questi casi, è l'ultima cosa in ordine di importanza. E' vero che ci sono persone che reagiscono in tutt'altro modo: si gettano a capofitto nei propri compiti, nelle proprie mansioni per non pensare a quello che incombe sul loro capo, ma dobbiamo rispettare necessariamente anche le scelte di coloro che, colpiti da una malattia molto spesso fatale, al lavoro non ci pensano proprio. Ora, il fatto che lo Stato, in questo caso rappresentato da questa banda di “tecnici” faccia passare un atto dovuto per un privilegio concesso in via eccezionale è cosa degna di un personaggio come Brunetta. E' in questo modo che crolla il senso dello Stato, il senso di appartenenza non ad una collettività, ma ad un apparato politico-burocratico che ha completamente perduto il contatto con la realtà, con la gente, con la vita di tutti i giorni. Il ministro Fornero, se colpita da un male simile, andrebbe nel miglior centro di cura esistente al mondo, a New York, sapendo di mettersi nelle mani migliori in assoluto, non andrebbe nell'ospedale dietro l'angolo. E al part time non ci penserebbe neppure. A questo punto lo scollamento non esiste solo con i partiti politici, consorterie buone solo a fare i propri interessi personali, ma con lo Stato in senso tecnico, la macchina burocratica che vessa e dileggia il cittadino con tasse e balzelli di ogni genere, manda cartelle e ingiunzioni di pagamento magari sbagliate, ma intanto il cittadini deve dimostrare l'errore. Lo stato diventa antagonista del contribuente, lo perseguita in ogni piega della sua esistenza, quando dovrebbe essere esattamente il contrario: uno stato moderno dovrebbe essere al servizio del cittadino. Spot volgari e menzogneri come quello citato non fanno che allargare il fossato già esistente tra un apparato pletorico ed inefficiente, cieco e brutale, ed un cittadino sempre più indifeso nei suoi diritti e nella sua dignità.
Abbiamo dunque trovato qualcosa che accomuna Brunetta con la Fornero. Dell'uno non si potrà mai dire male abbastanza: anche le parole sono inadeguate. Dell'altra possiamo dire che una cosa abbiamo capito: è una saccente boriosa che ha fatto un mediocre lavoro di  destrutturazione dello stato sociale. Nella parte demolitiva è stata abilissima, ne conveniamo, chissà se si dimostrerà altrettanto brava in quella costruttiva. Ci permettiamo di dubitarne.