mercoledì 2 maggio 2012

I SACRIFICI NON RIGUARDANO I MANAGER PUBBLICI


Altro, brutto, passo falso del governo Monti

Governo battuto in Senato su un emendamento dell’Idv, appoggiato dalla Lega, su una norma sulle pensioni dei manager pubblici. Hanno votato a favore in 124 (Idv, Lega e Pdl), i contrari 94. L’emendamento delle opposizioni aveva ricevuto il parere contrario dell’esecutivo. Il governo aveva inserito nel decreto sulle commissioni bancarie per evitare ricorsi, alla luce di precedenti sentenze della Corte costituzionale in tema previdenziale In pratica la norma soppressa ‘salvava’ in parte i riflessi previdenziali dalle disposizioni sul tetto agli stipendi dei manager pubblici. L’articolo abrogato integrava un comma del decreto Salva Italia, che imponeva un contributo di solidarietà per gli stipendi dei manager pubblici oltre i 300.000 euro annui. L’articolo stabiliva che questo «taglio» di stipendio era ininfluente nel definire la pensione per la parte calcolata con il metodo retributivo.
«Questo articolo – aveva detto in aula il sottosegretario Claudio De Vincenti – fa sì che i dirigenti della Pubblica amministrazione che hanno già maturato i requisiti di pensionamento, che volontariamente prolungano la loro attività, al momento dell’andata in pensione avranno l’assegno calcolato sulla situazione maturata al 22 dicembre 2012». L’articolo non comportava oneri per la finanza pubblica e il governo lo aveva inserito nel decreto sulla commissioni bancarie per evitare possibili ricorsi, alla luce di precedenti sentenze della Corte costituzionale in tema previdenziale.
Ora la pensione verrà calcolata in base ai contributi e non in base alla retribuzione vecchia, per esempio se prima della riduzione percepivano 500.000 euro ora con la riduzione ne percepiranno 300.000 e se passava la norma messa dal Governo la pensione sarebbe stata calcolata sui 500.000  capito il governo Monti?
Fonte: finanzanostop

I GUADAGNI DEI BOIARDI DI STATO
Il capo della Polizia, Antonio Manganelli è il dirigente pubblico con la retribuzione più alta. Il solo che supera i 600mila euro, arrivando a 621.253,75 euro. È quindi in testa alla classifica dei dati forniti dal ministro della semplificazione e Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, alle commissioni Affari costituzionali che stanno valutando il Dpcm per la fissazione del tetto agli stipendi dei manager pubblici (non sono stati resi noti i dati relativi alle società partecipate). Il ministro ha specificato che la classifica prende in considerazione solo gli stipendi legati all'incarico e non il reddito complessivo dei singoli.

Posto d'onore a Canzio
Posto d'onore, ma con largo margine, per il Ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio, che arriva a 562,331,86 euro. Sul podio anche il capo dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, terzo con 543.954,42 euro. Giovanni Pitruzzella, ai vertici dell'Antitrust, ha incassato lo scorso anno 475.643,38 euro. Cifra simile a quella del presidente dell'Agcom, Corrado Calabrò: 475.643 euro. Stessa cifra di Guido Bortoni, presidente dell'Authority per l'energia.

Il segretario generale della Farnesina oltre i 410mila euro
Il segretario generale della Farnesina, Giampiero Massolo è a quota 412.560 euro. Il trattamento annuo del direttore dell'agenzia delle Entrate Attilio Befera è invece a quota 304mila euro. Consistenti anche gli stipendi riconosciuti al capo di Gabinetto del ministero dell'Economia (536.906,98 euro) ed al Ragioniere generale dello Stato (562.331,86 euro). Trasparenza, atto secondo: dopo i ministri, i manager pubblici. Il momento della verità, per conoscere quanto i guadagni dei vertici della Pa superano i 293mila euro riconosciuti al I° presidente della Cassazione, alle 15, quando il ministro della Funzione pubblica ha presentato alle commissioni riunite Affari costituzionali e Lavoro della Camera la lista con i redditi "over the top" di chi guida la macchina pubblica.
Lista richiesta dal Parlamento
La lista dei manager pubblici che attualmente percepiscono redditi superiori ai 293.658, 19 euro – da una singola fonte o come sommatoria di compensi diversi attribuiti a vario titolo – era stata richiesta dalla Funzione pubblica a tutte le Pubbliche amministrazioni, con esclusione di Regioni e Comuni, su sollecitazione delle due commissioni impegnate nell'aseme del Dpcm che definisce proprio il limite massimo riferito al trattamento economico annuo onnicomprensivo per i pubblici dipendenti. In attuazione del Dl "Salva Italia" (legge n. 214/2011).
Obbligo del "Salva Italia"
Aggiornata anche in queste ore, la lista mette insieme le informazioni – «trasmesse con uno spirito di grande collaborazione», fanno sapere alla Funzione pubblica - provenienti soprattutto da ministeri e Agenzie, a cominciare da Difesa, Interni, Economia, Giustizia e Agenzia delle Entrate. Il termine per la consegna al ministro, inizialmente fissato a martedì scorso, è stato spostato ad oggi proprio per permettere una maggiore completezza, scadenza rafforzata da una circolare alle amministrazioni per ricordare proprio gli obblighi imposti dal "Salva Italia".
Manca il cumulo con altri incarichi
L'elenco con i guadagni dei top manager è comunque un bilancio parziale dei loro introiti, in quanto riguarda solo le retribuzioni erogate dagli enti e dalla amministrazioni indicate e non comprende il cumulo di altri incarichi. Uscendo dalla seduta delle commissioni Affari costituzionali e Lavoro, il ministro ha sottolineato come «la lista rappresenta solo il primo passo, perché le retribuzioni indicate non tengono conto del cumulo di altri incarichi». In particolare, «non ci sono i benefit perchè noi abbiamo chiesto la retribuzione da contratto. Le aggiunte, i cumuli dei vari compensi, allo stato attuale non li abbiamo ancora e cercheremo di averle. Però nello schema del decreto c'è un articolo che prevede una dichiarazione annuale del dipendente all'amministrazione di appartenenza degli incarichi e delle relative retribuzioni presso altre amministrazione».
Fonte: Il Sole 24 ore ® Riproduzione riservata