venerdì 25 maggio 2012

USCIRE DALL'EURO. TUTTI INSIEME.


Non siamo d'accordo su nulla. Perchè non fare l'unica cosa che condividiamo? Uscire tutti dall'euro ordinatamente, contemporaneamente. Decretare la fine della moneta unica, scegliendo il male minore.

Mi permetto, senza avere la pretesa di essere un profeta, di avanzare una proposta che è anche una previsione. Non è facile fare previsioni di questi tempi. E’ la cosa più difficile di tutte. Tuttavia, mi sento di spingermi a formulare la seguente previsione: tutti i paesi membri usciranno contemporaneamente dall’euro. In sintesi: l’euro si estinguerà in seguito ad una uscita concordata di tutti i paesi membri. Vediamo di mettere a fuoco quello che voglio dire: da cinque anni ci trasciniamo penosamente da un summit all’altro, da un vertice all’altro, senza decidere mai un bel nulla, a parte qualche vaga dichiarazione di intenti. Grazie ai tedeschi non siamo stati neppure capaci di salvare la Grecia quando era possibile farlo con un minimo dispendio economico. Ora l’uscita della Grecia dall’euro (un paese fallito tecnicamente da due-tre anni)viene vissuto come un pericolo incombente sull’economia europea anzitutto e su quella mondiale addirittura. Si menziona l’effetto contagio, la dimostrazione che non esiste una politica comune europea, il collasso delle assicurazioni sui titoli a difficile esigibilità (i famosi CDS) ecc. Ma se è dall’inizio della crisi che non siamo d’accordo su nulla, la Grecia ha perduto la propria sovranità, l’Italia l’ha persa lo scorso agosto in seguito al pizzino giunto dalla BCE, dai vertici di Bruxelles non esce una sola posizione comune, l’unica cosa che siamo stati capaci di fare, perché faceva comodo alla Germania, è stato attuare una politica depressiva di rigore e sacrifici. Per un paese come il nostro, con un rapporto debito/PIL del 120% vuol dire avvitarsi sulle manovre finanziarie senza fine, immiserendosi sempre più. Il fatto che non si possa crescere in presenza di politiche recessive lo capisce anche un perito commerciale, sorprende, semmai, che non lo capisca un banchiere come Monti. Ora, considerando che i paesi in difficoltà, prescindendo dalla Grecia, ormai stracotta, sono, nell’ordine: Portogallo, Spagna, Irlanda, italia, Belgio, e ormai, anche Olanda e Austria, possiamo comprendere che mezza Europa si trova non solo in difficoltà, ma comincia, più o meno surrettiziamente, ad allontanarsi della moneta unica. La disaffezione all’euro è crescente presso tutti gli elettorati d’Europa. Da cinque lunghi anni i vertici e i summit di Bruxelles e Francoforte non decidono nulla, solo rigore dei bilanci e austerità, da cinque anni siamo stanchi di farci governare di fatto dalla cancelliera Merkel, che, fra l’altro, non capisce nulla di economia e finanza e parla solo perché imbeccata dalla vera, tragica eminenza grigia europea, il ministro dell’economia tedesco Schaeuble, un vecchio capitalista fanaticamente liberista, convinto che il capitalismo ne uscirà rigenerato dalle sue stesse ceneri. E invece, il capitalismo è alla fine del suo ciclo storico, le sue contraddizioni lo hanno fatto esplodere, non ha mai maturato gli anticorpi per la sua stessa difesa, e se lasciato a se stesso, produrrà una depressione economica di portata mondiale tale da farci precipitare in un nuovo medioevo cencioso e miserabile. L’euro sta diventando una camicia di forza che costringe paesi con esigenze ed obiettivi diversi a perseguire le mete della sola Germania. Berlino è diventata di fatto la capitale europea, ma gli altri paesi, Olanda compresa, cominciano ad averne le tasche piene dell’immobilismo di Schaeuble. E allora, dal momento che siamo divisi su tutto, non ci accomuna nulla, ognuno tira l’acqua al suo mulino, perché non fare l’unica cosa sulla quale siamo d’accordo? Se abbandoniamo l’euro tutti insieme, contemporaneamente, e soprattutto ordinatamente, l’estinzione della moneta unica potrebbe rivelarsi meno traumatica. Dopo un primo periodo di svalutazione inflattiva, si ricomincerebbe a stampare moneta, ad attuare politiche monetarie più adatte, si ricomincerebbe ad esportare. Il debito, contratto con una moneta forte, una volta estintasi, sarebbe di più facile ridenominazione. Insomma, se si decide, una volta per tutte, che l’esperienza dell’euro è stata un fallimento, perche alla moneta unica non ha fatto seguito neppure l’ombra di una unione politica, e si torna tutti contemporaneamente alle proprie valute, se ne potrebbe uscire limitando gli effetti collaterali. Abbiamo tutti compreso che non si può seguitare così per molto. I grandi fondi di investimento di allontanano dall’eurozona, così come i grandi investitori istituzionali. L’Europa ha perduto ogni forma di credibilità, non per colpa di Berlusconi, ma per colpa di una Merkel che ha fatto l’interesse del suo paese, null’altro. Dell’egemonia tedesca ne abbiamo le tasche piene, e non siamo più i soli. Seguitando di questo passo andremo comunque incontro ad un break up dell’euro, e allora non sarebbe meglio anticipare i tempi, lasciarci da buoni amici, tornare alle nostre valute, e abbandonare i tedeschi al loro destino. Si credevano i padroni del vapore, e finiranno con le esportazioni dimezzate. Monti non ha la mentalità e la forza per fare una simile proposta: auguriamoci che lo facciano gli spagnoli, o gli irlandesi, o i portoghesi. Insomma che qualcuno lanci il sasso nello stagno. Qualcuno, statene certi, lo raccoglierà.