venerdì 9 settembre 2011

RITRATTO DI UN BUROCRATE

Pubblico questa volta il bell’articolo di Giancarlo Marcotti che tratteggia un bel ritratto professionale ed umano di un personaggio, tale Jurgen Stark, che grazie alla sua lungimiranza e alla sua scelta dei tempi, ha causato il tonfo odierno (uno dei tanti, a dire il vero) di tutte la borse europee, che hanno visto bruciarsi decine di miliardi di euro. Ma chi è questo signore? Jurgen Stark è un oscuro burocrate, il rappresentante tedesco nell’Eurotower, la BCE, ma la caratteristica che lo contraddistingue è il viscerale attaccamento alle regole della burocrazia ed un sesto senso che gli ha fatto presagire che gli aiuti, in termini di acquisizione di titoli di stato, ai paesi periferici dell’Europa, non fosse conciliabile con la sua coscienza di patriota teutonico con tanto di elmetto chiodato posato sul capo. Germania uber alles. Questo formidabile prussiano ha annunciato le sue dimissioni alla chiusura odierna dei mercati. Peccato che l’annuncio sia avvenuto a mercati ancora aperti, motivando una brusca virata di tutte le borse europee verso il basso. Anche sulle motivazioni ci sarebbe da obiettare all’oscuro signor Stark (che da oggi fortunatamente rientrerà nell’oscurità che lo ha generato) che la Germania non ha nulla da guadagnare dal fallimento di Spagna e Italia. Perché Spagna e Italia, in caso di default, non trascinerebbero con sé solo l’Europa, ma gli Stati Uniti e il mondo intero. Inoltre, se l’Italia fallisce, la Germania andrebbe automaticamente in recessione, contagiata dalla Francia, la prima a cadere dopo di noi. L’apparente crescita della Germania, se non lo avesse ancora capito questo signore, è dovuta anche alla presenza nella moneta unica di un paese come il nostro, sul cui malessere i teutonici come il signor Stark poggiano il loro apparente e transitorio benessere. Raramente ho visto concentrate tante cattive qualità in un solo essere umano.
“E così è diventato famoso anche Jurgen Stark, fino ad oggi quasi sconosciuto burocrate, membro tedesco della Bce che ha avuto la brillante idea, a mercati aperti, di annunciare che, a mercati chiusi, avrebbe dato le dimissioni.
Ciò che ci chiediamo è, ma perché non lo ha fatto prima?
La motivazione è legato al dissenso del Sig. Stark con il piano di salvataggio dei Paesi in crisi da parte della Bce. Un piano che, è bene ricordarlo, la Corte Costituzionale del suo Paese soltanto due giorni fa ha ritenuto legittimo.
Il risultato?
Semplice tutte le Borse europee, in particolare della zona euro, hanno avuto fortissimi ribassi, tutte sì, ma tranne una, e quale?
La Grecia!
Il cui default, dato a questo punto per certo, inguaierà le Banche tedesche in particolare che non prenderanno più il becco di un quattrino, al punto che la Sig.ra Merkel dovrà senza dubbio predisporre un piano di emergenza.
Anche i nostri titoli bancari hanno subito perdite consistenti oggi in Borsa, ma noi riteniamo che il contraccolpo, vista la contenuta esposizione verso i titoli ellenici, possa ritenersi tutto sommato non particolarmente penalizzante per i nostri Istituti.
Certo ora occorre chiedersi quale possa essere il futuro dell’euro, non si può più escludere, a questo punto, se non proprio la scomparsa della moneta unica, almeno la scissione in due: una moneta forte del nord ed una debole del sud. Ma non addentriamoci, al momento, in questi argomenti.
Forse però sarebbe bene che qualcuno spiegasse al Sig. Spark che se saltasse l’euro e si tornasse alle monete nazionali, il marco tedesco potrebbe anche andare a 3.000 lire italiane, ma in una simile evenienza Volkwagen, o chi per lei, non venderebbe più neppure una vettura in Italia, mentre Fiat triplicherebbe le vendite in Germania. Ma non solo, dato che “l’euro del nord” si sovravaluterebbe la Volkwagen (e Bmw e Audi e Opel e Porsche) avrebbe molte difficoltà a vendere le proprie auto anche nel resto del mondo.
Confidiamo (vero Sig.ra Merkel?) che qualcuno spiegherà queste cose al Sig. Spark, perché ad andare al disastro non sarebbe soltanto l’industria tedesca qualche altro settore soffrirebbe ancora di più, avete inteso vero?
Cosa succederebbe, infatti, alle centinaia di miliardi di debito pubblico italiano in mano alle banche tedesche? Gli Istituti teutonici, già con i piedi di argilla, si vedrebbero in un nano-secondo dimezzare il loro credito nei nostri confronti, saprebbero reggere all’urto?
Temo per loro di no! Comunque non resta che provare e … vedere un po’ l’effetto che fa!
Capito Sig. Spark?”
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro.