sabato 3 settembre 2011

IL TEOREMA DI FIGARO

E’ con una certa soddisfazione che presento il “teorema di Figaro”, elaborato dallo scrivente in questi ultimi giorni, ispirato all’opera infaticabile di un certo ministro della repubblica che si è messo in testa di riformare e di rinnovare la pubblica amministrazione, senza spendere una lira, operando anzi dei tagli agli organici e ricorrendo a risparmi di spesa talora drastici. Non solo. Il sedicente ministro continua nella sua opera di dileggio e vessazione dei pubblici dipendenti, attendendosi stima e adesione entusiastica ai suoi bislacchi progetti. Il “Teorema di Figaro” è una teoria inerente l’economia politica, ma niente paura: non occorrono nozioni finanziarie, i due principi che lo compongono sono di facilissima comprensione per tutti. Vediamolo nel dettaglio:

1)      PRIMO PRINCIPIO DEL TEOREMA DI FIGARO
In particolari circostanze economiche,  quelle relative ad una condizione di recessione , allo scopo si salvare l’economia di un paese, si determina  la necessità di andare a nozze con i fichi secchi. Le nozze, beninteso, sono proprio quelle del celebre Figaro mozartiano.

2)      SECONDO PRINCIPIO DEL TEOREMA DI FIGARO
Allo stesso modo, nelle medesime circostanze e considerate le risorse a disposizione, nel caso in cui si dovesse disporre dei soli fichi secchi, risulta impossibile andare a nozze. In parole più semplici, se abbiamo i fichi secchi, a nozze non ci possiamo andare. 

I due principi possono apparire contraddittori, ma non è così. Se esistono uomini politici che continuano caparbiamente (e forse anche un po’ stupidamente) a portare avanti l’illusione di riformare a costo zero, il teorema di Figaro può essere di una qualche utilità. Non si fanno riforme a costo zero, se a disposizione ci ritroviamo i fichi secchi, possiamo andare al mercato, a fare una passeggiata, in una sala da ballo, anche restare a casa a guardare la televisione, ma non possiamo andare a nozze. Piacerebbe a tutti realizzare una via di comunicazione diretta e telematica tra scuole e famiglie, sarebbe bello. Ma ci vuole il personale (ma non c’è, perché il risicato personale delle segreterie scolastiche è occupato a fare cose più serie ed urgenti), ci vogliono le risorse finanziarie per pagare la tecnologia, i dispositivi e le consulenze per fare partire la macchina (e le scuole italiane non hanno neppure i soldi per la carta da fotocopie). E allora, forse sarebbe meglio dirottare altrove i soldini che un certo ministro tascabile della repubblica sta impiegando per pubblicizzare una cosa che non si può attuare, per il semplice fatto che in luogo di ostriche e champagne ci ritroviamo con un pugno di fichi secchi. Non so se sono stato chiaro. Spero di sì. Chi ha orecchie per intendere, intenda.