E’ con una certa soddisfazione che presento il “teorema di Figaro”, elaborato dallo scrivente in questi ultimi giorni, ispirato all’opera infaticabile di un certo ministro della repubblica che si è messo in testa di riformare e di rinnovare la pubblica amministrazione, senza spendere una lira, operando anzi dei tagli agli organici e ricorrendo a risparmi di spesa talora drastici. Non solo. Il sedicente ministro continua nella sua opera di dileggio e vessazione dei pubblici dipendenti, attendendosi stima e adesione entusiastica ai suoi bislacchi progetti. Il “Teorema di Figaro” è una teoria inerente l’economia politica, ma niente paura: non occorrono nozioni finanziarie, i due principi che lo compongono sono di facilissima comprensione per tutti. Vediamolo nel dettaglio:
1) PRIMO PRINCIPIO DEL TEOREMA DI FIGARO
In particolari circostanze economiche, quelle relative ad una condizione di recessione , allo scopo si salvare l’economia di un paese, si determina la necessità di andare a nozze con i fichi secchi. Le nozze, beninteso, sono proprio quelle del celebre Figaro mozartiano.
2) SECONDO PRINCIPIO DEL TEOREMA DI FIGARO
Allo stesso modo, nelle medesime circostanze e considerate le risorse a disposizione, nel caso in cui si dovesse disporre dei soli fichi secchi, risulta impossibile andare a nozze. In parole più semplici, se abbiamo i fichi secchi, a nozze non ci possiamo andare.
I due principi possono apparire contraddittori, ma non è così. Se esistono uomini politici che continuano caparbiamente (e forse anche un po’ stupidamente) a portare avanti l’illusione di riformare a costo zero, il teorema di Figaro può essere di una qualche utilità. Non si fanno riforme a costo zero, se a disposizione ci ritroviamo i fichi secchi, possiamo andare al mercato, a fare una passeggiata, in una sala da ballo, anche restare a casa a guardare la televisione, ma non possiamo andare a nozze. Piacerebbe a tutti realizzare una via di comunicazione diretta e telematica tra scuole e famiglie, sarebbe bello. Ma ci vuole il personale (ma non c’è, perché il risicato personale delle segreterie scolastiche è occupato a fare cose più serie ed urgenti), ci vogliono le risorse finanziarie per pagare la tecnologia, i dispositivi e le consulenze per fare partire la macchina (e le scuole italiane non hanno neppure i soldi per la carta da fotocopie). E allora, forse sarebbe meglio dirottare altrove i soldini che un certo ministro tascabile della repubblica sta impiegando per pubblicizzare una cosa che non si può attuare, per il semplice fatto che in luogo di ostriche e champagne ci ritroviamo con un pugno di fichi secchi. Non so se sono stato chiaro. Spero di sì. Chi ha orecchie per intendere, intenda.