sabato 27 giugno 2015

VAROUFAKIS BUTTATO FUORI DALL'EUROGRUPPO



È rottura definitiva tra Grecia e creditori. Al termine dell'Eurogruppo i ministri delle Finanze dell'Eurozona hanno deciso di non accogliere la richiesta del governo greco di estendere l'attuale programma di salvataggio in scadenza il 30 giugno di alcune settimane e hanno deciso di riunirsi nuovamente senza la delegazione greca e il ministro Yanis Varoufakis.
Un gesto senza precedenti in queste settimane e che segna la fine del negoziato tra Atene e le istituzioni. Con parole durissime il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha criticato la "negativa" decisione del governo ellenico di indire un referendum per il prossimo 5 luglio sulle proposte dei creditori. Il programma di aiuti "per quanto triste, si concluderà martedì sera", ha sottolineato Dijsselbloem, spiegando che la nuova riunione senza i rappresentanti greci serve "per prepararci a tutto quello che è possibile fare per preservare la stabilità e la solidità dell'Eurozona".
Con la decisione di tenere una consultazione popolare sull'ultima proposta da parte dell'Ue, «la Grecia ha deciso di concludere unilaterlamente i negoziati», ha affermato il ministro delle Finanze della Germania, Wolfgang Schaeuble. «Il programma di aiuti si concluderà martedì (30 giugno, ndr)», ha aggiunto.
ROTTURA SUL REFERENDUM. Negativo anche il commento del presidente dell'Eurogruppo, Jereon Dijsselbloem: «Sono sorpreso molto negativamente dalla decisione dei greci. Hanno apparentemente respinto l'ultima proposta dei creditori e deciso di indire un referendum con una indicazione negativa». «Si tratta di una decisione triste di chiusura» di fronte ad una porta che invece per parte europea restava aperta.
Sulla stessa linea il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici: le trattative con la Grecia erano proseguite fino alla serata di venerdì 27 giugno, ha detto, ma ora «sono state di fatto interrotte dall'annuncio di referendum. Ora sta all'Eurogruppo prendere la responsabilità di valutare se un accordo è ancora possibile».
Totale chiusura nei confronti di Atene è stata invece espressa dal ministro delle Finanze finlandese Alexander Stubb: con la decisione della Grecia di tenere un referendum, ha detto Stubb all'arrivo all'Eurogruppo straordinario, il «piano B» su un non accordo, con conseguente insolvenza della Grecia e possibile uscita dall'euro, «è diventato il piano A».
FMI: «CONTINUIAMO A LAVORARE PER UN ACCORDO». La direttrice del Fondo monetario internazione, Christine Lagarde, ha a sua volta affermato che l'istituzione continuerà a lavorare per cercare un accordo che consenta di aiutare la Grecia. Ma questo poggia su «due pilastri»: da parte dei greci servono «riforme strutturali e risanamento», da parte dei suoi partner europei, ha affermato Lagarde giungendo all'Eurogruppo serve «sostegno finanziario e operazioni sul debito per renderlo sostenibile».