giovedì 12 gennaio 2012

SCIACALLI SUI MERCATI


Nessuno le controlla, sono una manciata a livello mondiale, ma tre fanno il bello e cattivo tempo.
Declassano intere economie e debiti di paesi sovrani.
Le agenzie di rating, sono piene di conflitti d’interessi e corresponsabili di una crisi sistemica mondiale.
Nonostante le dichiarate doti chiaroveggenti, sono state “incapaci” di vedere l’avvicinarsi della crisi americana dei sub-prime nel 2007, prodotti da loro dotati di tripla A, fino al giorno del loro crollo; non sono riuscite a prevedere la crisi del debito sovrano della zona euro, come sottolinea il Fondo Monetario Internazionale, e neppure il fallimento della Lehman Brothers nel 2008.
Fino all’ultimo non si accorsero di nulla, come mai? Sviste? Incapacità professionale? O strategie mirate?
Per dare una risposta, è necessario osservare chi le controlla.
Verranno analizzate in proporzione alla quota di mercato del settore rating.

Moody’s Corporation
Fondata nel 1909 è  presente in 26 paesi e ha circa 4500 impiegati.
Rappresenta il 40% della quota di mercato del settore rating
La sede principale si trova a New York, nella Sixt Avenue.
I proprietari di Moody’s sono:

-          Berckshire Hathaway Inc. (Warren E. Buffet): 12,80%
-          Capital World Investors: 12,60%
-          The Vanguard Group Inc. (5,02%)
-          Price (T. Rowe) Associates Inc. : 5,95%
-          BlackRock Fund Advisors (3,68%)
-          State Street Global Advisors (3,24%)
-          Decine di altri investitori
Il 24 settembre 2002 un elicottero è atterrato sul prato di Waddedson Manor nella proprietà nel Buckinghamshire, in Inghilterra.
Dall'elicottero sono scesi Warren Buffet, ufficialmente il secondo uomo più ricco del mondo, in realtà un giocatore di basso rango e Arnold Schwarzenegger, a quel tempo candidato Governatore della California.
Il patron di casa era nientepopodimenoche Nataniel Charles Jacob Rothschild, erede della dinastia europea di fantamiliardari e uno degli uomini più influenti e potenti del mondo.
Warren Buffet è infatti uno dei tanti agenti Rothschild.

Standard & Poor’s
Fondata nel 1860 è presente in 23 paesi e impiega circa 10.000 persone.
Rappresenta il 39% della quota di mercato del settore rating.
La sua sede principale si trova a New York.
La proprietà è di McGraw-Hill Companies Inc., il colosso delle comunicazioni, dell’editoria e costruzioni, presente in quasi tutti i settori economici.
Il presidente di McGraw-Hill è Harold McGraw III, membro del Board of Directors della United Technologies (multinazionale statunitense dell’aviazione e armamenti) e membro del Committee on Directors Affairs della Conoco Phillips (colosso del petrolio ed energia).
Gli azionisti della McGraw-Hill sono
-          Capital World Investors (10,26%),
-          The Vanguard Group Inc. (4,58%),  
-          BlackRock Fund Advisors (4,47%),
-          State Street Global Advisors (4,25%),
-          Oppenheimer Funds Inc. (4,04%),
-          JANA Partners LLC (3,48%),
-          e decine di altri investitori.
Al primo posto tra gli azionisti di McGraw-Hill, figura il Capital World Investors: una delle più grandi società di gestione del risparmio U.S.A.Oggi Capital è il primo azionista di McGraw Hill (il gruppo che controlla Standard & Poor's) e nello stesso tempo è anche il primo socio della concorrente Moody's.
Un altro affezionato alle agenzie di rating è il fondo americano: State Street Corp.
State Street infatti è il secondo azionista di McGraw Hill/Standard & Poor’s e il settimo di Moody's.
Gli azionisti di State Street Corporation sono:
-          Barlays Plc,
-          Citigroup Inc.,
-          General Electric Co.,
-          Invesco International Ltd.,
-          Northern Trust Corp.,
-          Putnam LLC,
-          Vanguard Group,
Lo stesso dicasi per l’altro fondo USA, BlackRock: è l'undicesimo socio di Moody's e il sesto della concorrente.
Gli azionisti attuali di BlackRock Financial Management Inc. sono: Merrill Lynch & Co. (49,8%) e P.N.C. Financial Services Group Inc.
La banca d’investimento Merrill Lynch nel settembre 2008, dopo la crisi finanziaria e un periodo di forti perdite è stata acquistata dalla Bank of America, i cui azionisti sono: Barclays Plc., FMR Corporation, State Street Corporation, Axa, Putnam LLC, Vanguard Group, Capital Research & Management Inc., e pochi altri.
Continuando a spulciare, si ritrovano sempre e solo gli stessi nomi, gli stessi azionisti che da una parte e dall’altra controllano i gruppi bancari o i fondi d’investimento che a loro volta controllano le agenzie di rating.
Non è strano quindi che a Lisbona la Procura ha aperto un'inchiesta dopo aver ricevuto una denuncia da alcuni professori che puntano il dito proprio sul fatto che i principali azionisti di Moody's e Standard & Poor's siano gli stessi grandi fondi americani.
In pratica i grandi fondi USA sono da un lato gli investitori che utilizzano i rating per decidere quali obbligazioni comprare, e dall'altro sono anche i "padroni" delle agenzie che stilano le pagelle.  Non male come conflitto d’interesse.
Ma tale conflitto è ancora più occulto e gravoso se pensiamo che oggi pochissime famiglie, come per esempio i Rothschild, sono in grado di controllare tutto quanto attraverso agenzie, società e agenti.
Banchieri/filantropi/agenti come Warren Buffet e George Soros, tanto per citare i più famosi, che servono la causa speculando a destra e a manca con i loro fondi miliardari.
La strategia è sempre la stessa: Problema-Reazione-Soluzione.
Accendono la miccia e scatenano le guerre nei vari paesi, per distruggere tutto quello che si può distruggere, per poi ricostruire, guadagnandoci sopra.
Declassano i debiti nazionali, per poi specularci sopra e alla fine comprare le aziende e società importanti con gli spiccioli.
Ecco quello che è successo in Italia.
Nel mese di agosto 1992, Standard & Poor’s declassa il debito italiano e casualmente a settembre, l’ebreo di origine ungheRere George Soros, specula sterlina contro lira.
Risultato? Svalutazione del 30% della lira, uscita dallo S.M.E. (mercato europeo).
In questa maniera i capitali anglo-statunitensi che sono arrivati nel nostro paese per comprare a prezzi stracciati, aziende e società importanti per l’intera Italia: Iri, Enel, Ina,  Eni, Cirio, ecc.
Il declassamento del debito italiano da parte di Standard & Poor’s, è stata la testa di ariete che ha permesso la speculazione spietata e criminale.
Questo è il modo in cui vengono usate le Agenzie di Rating, tutte controllate dai soliti noti.

Fitch Ratings
Fondata nel 1913 è presente in 51 paesi e occupa circa 2000 persone.
Rappresenta il 16% della quota di mercato del settore rating
Le sedi principali si trovano a New York e Londra.
E’ di proprietà di Fitch Group, i cui azionisti sono: la francese Fimalac (60%), Hearst Corporation (40%). A proposito, non è stata Fitch a confermare, per tutto il 2012 la tripla “A” per la Francia? Che combinazione! E’ plausibile chela francese Fimalac possa avere influenzato questa decisione?
Marcello Pamio - disinformazione.it

CONCLUSIONI
Ampiamente annunciato, è arrivato il declassamento di due “notch” da parte di “standard & Poor’s”, l’Italia passa da una “A+” a “BBB+” con il consueto outlook negativo. Ora, che cosa sono le agenzie di rating lo abbiamo esaurientemente già esposto, come pure chi siano i pupari che animano le marionette delle tre gemelle. Una agenzia di rating, per sua definizione, deve non trovarsi in conflitto di interessi, non deve cioè essere una società per azioni, i cui azionisti, guarda caso, sono operatori, investitori e speculatori sui mercati internazionali. Se un milionario americano declassa il debito di un paese sovrano, e poi specula sull’impennata dello spread e dei CDS, e sui titoli bancari in caduta libera di quello stesso paese, si colloca al di fuori della legalità, comunque la si intenda, entra, in un certo qual modo, in una zona grigia di criminalità finanziaria. Le ricadute sul paese declassato per i soli fini speculativi di pochi individui, persone in carne ed ossa come noi, provoca, a cascata, perdita di posti di lavoro, chiusura di aziende e fabbriche, diminuzione dei consumi, debolezza della moneta, calo del PIL in valore assoluto. E’ ovvio che le agenzie di rating , considerati soprattutto gli errori madornali, volontari o meno, del passato, non posseggono gli strumenti e le capacità per valutare un sistema paese intero: possono emettere un rating su di una società, su un istituto bancario, mai sul sistema complessivo di una stato sovrano. Quindi, la cosa più ovvia sarebbe quello di impedire l’espressione di giudizi su paesi sovrani, per la mancanza ovvia di obiettività e per l’enorme margine di incertezza che tale valore può assumere. L’ultima settimana è stata particolarmente positiva per i mercati europei, segnatamente quelli italiani. L’immagine di leader di statura europea di Mario Monti che prima vara una manovra fiscale, poi si appresta a licenziarne un’altra fatta d liberalizzazioni e privatizzazioni, le dichiarazioni della Merkel, incoraggianti sul fronte del consolidamento del fondo di stabilità, una apertura ad una futura possibile emissione di eurobond, tutto lasciava supporre di avere imboccato una strada in salita, certo, ma pur sempre un varco verso l’uscita dall’emergenza più immediata. E proprio quando le borse europee conoscevano un periodo di segni positivi, Piazza Affari cominciava a navigare sopra i 15.000 punti, ecco arrivata, puntuale, precisa, la bocciatura dell’agenzia governata dai milionari americani “Standard & Poor”. Le borse sono crollate, e tutto, euro compreso, viene rimesso in discussione. E’ il momento delle domande irrinunciabili, ineludibili. Perché i mercati continuano a dare ascolto a questi gaglioffi prezzolati, a questi killer dell’economia, che si permettono il lusso di giudicare stati sovrani, provocando reazioni a catena sulle economie reali, soprattutto, dal 2007 in poi, emettono giudizi solo negativi, queste cassandre da due soldi? Altra domanda: perché non è mai stata creata una agenzia europea? Se ne parla da anni, ma non se ne è mai fatto nulla. E allora il sospetto più legittimo, collegandoci al post precedente sull ‘ambivalenza della Germania, è quello che dietro a questa strategia della tensione, dietro a questo terrorismo finanziario, ci sia ancora una volta,oltre, ovviamente agli Stati Uniti, la Germania. La stessa Germania che stampa clandestinamente marchi  in due tipografie svizzere, la stessa Germania che si prepara al piano “B”, quello di una eventuale uscita unilaterale dall’euro. Il 50% dei tedeschi sarebbe favorevole ad una uscita dalla moneta unica, senza capire che il debito reale delle Germania, che ha truccato i conti, è spaventoso, che il sistema bancario tedesco non è in grado di affrontare il terremoto che seguirebbe all’estinzione dell’euro, che le esportazioni tedesche subirebbero una brusca battuta di arresto. La conclusione non può che essere che la decisione di Standard & Poor è stata pilotata dagli speculatori che detengono la maggioranza delle azioni dell’agenzia medesima, e l’altra conclusione, più amara, è che ad impedire la nascita di una agenzia europea e a lasciare intatto lo strapotere di questi delinquenti finanziari sia propria la Germania, un paese inaffidabile e cinico, geloso dei propri poteri e privilegi, un paese talmente tronfio, borioso e bugiardo che quando verrà il momento di andare ognuno per la propria strada, non rimpiangeremo di sicuro.
Il ridicolo strapotere delle agenzie di rating è uno dei prodotti più deteriori del capitalismo nella sua parabola finale. Il capitalismo neoliberista si fondava sulla crescita illimitata dei consumi: ora sappiamo, qualora non lo avessimo ancora capito, che i consumi non possono crescere indefinitamente. Si arriva, ad un certo punto, ad una rottura, ad una flessione della curva dei consumi, fino alla depressione dei medesimi. La crisi irreversibile del capitalismo è cominciata con la sovraesposizione della finanza, e con il ruolo predominante che ha assunto sull’economia reale. Armi da guerra come le vendite allo scoperto, i derivati, le cartolarizzazioni, i fondi hedge, i futures, il mercato finanziario applicato alle “commodities”, alle materie prime che non dovrebbero essere soggette ai giochi della finanza, tutto questo è il frutto degradato del capitalismo nella sua fase finale. Il capitalismo è un sistema economico sbagliato dalle fondamenta perché si basa sul profitto quale unica finalità dell’operare umano: il trionfo dell’egoismo sell’etica. Non poteva che produrre i presupposti per la sua implosione, ma non avendo saputo sviluppare gli anticorpi necessari per una transizione “pilotata” ad un altro sistema, il capitalismo finisce nella tragedia, nell’indigenza, nel buio della miseria, nello spettro della povertà. E allo stesso tempo nella smisurata ricchezza di un pugno di milionari ebrei americani. Il capitalismo non è un sistema che si riforma, si può solo spazzare via.