mercoledì 22 marzo 2017

UN IDIOTA A BRUXELLES. ECCO UN VERO ESEMPIO DI RAZZISMO



Grazie, caro #Dijsselbloem.
Perché oggi hai fatto provare a tutti gli italiani cosa si provi a essere terroni. Cosa si prova ad aver a che fare con un interlocutore che pensa che tu sia affetto da una tabe genetica o culturale per cui, non importa chi tu sia, comunque appartieni a "Terronia": la terra dei debosciati, di chi vive "al di sopra delle proprie possibilità", godendo del sole, del mare e del mandolino, incline ai vizi della carne e che, invece di lavurer, spende e spande risorse - non sue -, in sollazzi e godimenti parassitari.
Sì, perché la sottocultura di questo grigio burocrate europeo - che fra l'altro è una sorta di perito agrario, con quale autorità debba occuparsi dell'Europa, è il grande mistero -, non viene da Marte, ma ha - in antropologia -, nome e cognome: si chiama ipotesi culturalista. Ed è esattamente quel discorso razzista che i "padani" per tanti anni, e ancora oggi, hanno fatto nei riguardi dei meridionali. Ma si è sempre meridionali di qualcuno, e oggi la solfa culturalista viene dal Nord Europa e investe tutti gli italiani.
Welcome to Terronia, my beloved Padanian friends! Non sentite quanto suonano simili gli offensivi stereotipi nord europei verso gli italiani spreconi al sole mediterraneo (o padano, poco importa: Milano splende comunque più di Amsterdam) alle vecchie invettive bossiane "old school"? La retorica delle laboriose formiche tedesche contro le prodighe cicale italiane è identica al "discorso foucaultiano" sui napoletani sussidiati per andare al mare. Le immersioni a Posillipo Vs le abluzioni rituali nel Po in quel di Pontida. Le similitudini, in Europa, sono tali che il premio nobel Paul Krugman ha definito i fenomeni di desertificazione industriale prodotti da certe dinamiche innescate dall'Euro, in presenza di paesi che praticano dumping salariale e surplus commerciale come la Germania, "mezzogiornificazione".
E per l'Italia, novello Mezzogiorno di Olanda e Germania, come sempre accade, oltre il danno la beffa. Non solo soffri economicamente, ma le tue sciagure - di origine politica e causate anche dalle scelte di Berlino -, diventano una "tua colpa". Perché, cari italiani, siete caldi, sensuali, festaioli e, magari, inseguite le sottane tedesche a Rimini e Riccione, mentre gli Junker prussiani si fanno "un cuore così". Si chiama inversione della colpa. È un classico meccanismo psicologico da "capro espiatorio". Perché se sei terrone quando l'economia e la politica non funzionano, allora è compito del più ricco padano/teutonico darti una mano. Ma se sei terrone perché lombrosianamente sei corrotto, sprecone e guascone, allora la sfiga te la meriti e ti abbandono, altro che aiuto. Con buona pace dei valori di solidarietà e fratellanza presenti nella Costituzione italiana e nei Trattati europei.
Insomma, Dijsselbloem - da rozzo qual è -, è espressione di un paradigma antropologico preciso: quello culturalista. Ampiamente sconfessato dalla migliore dottrina sociologica, ma che riscuote sempre un certo successo perché fa dormire sogni tranquilli ai più fortunati e ricchi, espungendo un dato banale: se le risorse sono scarse e sono ridistribuite in modo ineguale, la ricchezza padana/teutonica è la povertà di Mezzogiorni vari. Ma il paradigma culturalista silenzia valutazioni socioeconomiche - dell'economia della dipendenza, si dice in termini tecnici: penso a intellettuali come Wallerstein e Gunder Frank - e la tua povertà diventa una tua colpa.
È interessante notare come debito, in tedesco, si dica "schuld", e con quella parola si indichi anche la colpa. Secondo Max Weber, d'altronde, l'etica capitalista coincide con quella protestante, per la quale - in una teologia della grazia e predestinazione -, la povertà è la dimostrazione che, per Iddio, non ti salverai. Insomma, terroni di tutto il mondo, siate "cornuti e mazziati": poveri e ve lo meritate, poiché prodighi e playboy. Si tratta di ideologie sottilissime e attive da millenni, perché già Aristotele parlava della "teoria dei climi" e del fatto che chi vive al sole pensa a far l'amore, mica a produrre. Non vi ricorda la solfa degli africani o dei brasiliani meno sviluppati perché più interessati al ritmo e alla salsa? Queste teorie, inoltre, sono state ampiamente utilizzate per "marchiare" i meridionali, basti pensare al padre dell'antropologia criminale, Cesare Lombroso. Ma la vita è una ruota.
Caro imprenditore della Brianza: credevi di essere operoso e di pagare i vizi duosiciliani? Oggi il terrone sei tu. Benvenuto nella realtà. Intanto, provate a chiedere alla destra scandinava cosa pensi degli olandesi, terra di vizi, red light district e spinelli. Sicuri che siamo solo noi, "terroni doc", i veri scansafatiche?
Alessio Postiglione – Huffington Post