giovedì 5 maggio 2016

PERCHE’ CORRADO AUGIAS FAREBBE BENE AD ANDARE A LEGGERE IL GIORNALE SULLE PANCHINE DEI GIARDINETTI CON I COLLEGHI PENSIONATI



Lasciare intuire, seppur velatamente, che la presunta sessualizzazione delle bambine è all'origine degli abusi di un pedofilo depravato è tentare di alleggerire l'abominevole colpa di cui si è macchiato. È lo stesso principio secondo il quale una donna con la mini, che si ritrova sbattuta a terra e violata da uno stupratore, se l'è andata a cercare.
Fortuna aveva i boccoli biondi e nella foto "dello scandalo" era in posa, cercava di essere carina. Ammiccava all'obbiettivo, a chi vi era dietro. Non strizzava l'occhio alla libidine di un adulto. Manco lo sapeva, povera bambina, cosa fosse la libidine. E non lo sanno le bambine di tutto il mondo che stressano le mamme per mettere il lucidalabbra in discutibile accoppiata col pannolone. Non lo sanno le bambine che, guardando dei cartoni dove le protagoniste hanno gonne inguinali o tutine attillate, vogliono vestirsi allo stesso modo.
E non le hanno nemmeno le mamme che, lo ammetto, conciano le loro figlie come bamboline improbabili. Che non lo fanno certo per favorire le fantasie malate di qualcuno, per solleticargli la perversione di un desiderio abietto. Lo fanno perché a loro piace così, indipendentemente dalla classe sociale (quando la pezza è peggiore del buco...). Perché il buon gusto nel vestire se stesse o le proprie figlie non si acquisisce con lo studio disperato dell'enciclopedia britannica o con un conto corrente a 9 zeri. È questione di sensibilità e modelli di riferimento: io mia figlia non la vestirei mai con un sari rosa, eccezione fatta per una festa di carnevale, a Nuova Delhi sarebbe normale, qua no. Qua è normale vestire le bambine come piccole donne: entrate in un negozio di abbigliamento e ditemi se non vi imbattere in almeno tre tipologie diverse di leggins panterati, leopardati o tigrati. Quindi, gentilmente, non accusate le mamme e le loro bambine di trasformarsi con quotidiana malizia in oggetti del desiderio sessuale. Una donna, a qualunque età, ha il sacrosanto diritto di vestirsi come le pare senza farsi manco sfiorare dal dubbio che ci sia un malato di mente che legge nella sua carne un invito ad abusarne.
Non ribaltiamo la realtà per piegarla a spiegazioni che mostrano come, anche tra coloro che hanno titoli di laurea e sono baroni riconosciuti della cultura, si nascondano sacche di classismo maschilista. Perché se Corrado Augias non aveva mai visto prima la foto posata di una bimba che gioca a fare la grande il problema è suo che vive in un mondo che non esiste più e che, permettetemi di dirlo, non sono sicura fosse poi tanto migliore di questo. Perché nel suo mondo, quello in cui i bambini "vestivano alla marinara", il reato di stupro era contro la morale e non contro la persona. Perché l'aborto era illegale e il divorzio non contemplato. Le bambine più povere venivano mandate a lavorare e nessuno insegnava loro che un uomo non è in nessun caso il loro padrone.
Se il prezzo della libertà di autodeterminazione che dobbiamo pagare è vedere delle bimbe vestite di improbabili lustrini, mi sta più che bene. Conosco ragazzine che arrivano a malapena al banco di prima elementare che pretendono di acconciarsi come starlette da TV locale e se ne vanno in giro con la stessa tranquillità delle loro coetanee in calzettoni al polpaccio. Perché i bambini non sono oggetti sessuali. Mai, in nessun caso.
Chiunque in una chioma bionda e un sorriso ammiccante (alla mamma che scattava la foto) legga altro dalla normalità del mondo di oggi, forse, dovrebbe iniziare a dubitare della propria capacità di intendere il presente. E, infine, chiunque sia capace di accusare la mamma di Fortuna (che di colpe di sicuro ne avrà, ma non certo questa) di vestire sua figlia da Lolita per soddisfare la sua frustrazione di donna che avrebbe voluto fare la velina sposata a un calciatore ed è finita col fare la sciupata moglie di un galeotto dovrebbe ricordarsi che sognare per la propria figlia un destino migliore di quello a che si vive, non solo è lecito, ma anche doveroso. Che non tutte le mamme vogliono le figlie laureate con lode e bacio accademico. E noi, che siamo laureate e abbiamo avuto pure 'sto bacio, dovremmo smetterla di sentenziare su cosa sia lecito desiderare per i figli non nostri.