giovedì 19 novembre 2015

L’ISIS E’ IN GUERRA CON NOI, NOI NON LO ABBIAMO CAPITO ANCORA. ASPETTIAMO UNA DICHIARAZIONE FORMALE?



Con i massacri di Parigi il messaggio dell'Isis alla Francia, e al resto dell'Occidente, non poteva essere più diretto. Noi, fondatori dello Stato Islamico di Siria e Iraq, nuovi leader degli integralisti islamici sunniti del mondo, siamo in guerra contro di voi e chiamiamo tutti i nostri fratelli a uccidere gli infedeli (cioè islamici moderati, laici, cristiani, ebrei, omosessuali, femministe... la lista è lunghissima). Reagite culturalmente? E noi vi ammazziamo i vignettisti che ci deridono - vedi Charlie Hebdo. Reagite militarmente bombardandoci, come ha fatto di recente la Francia: e allora noi vi ammazziamo i civili. Tanto che ci vuole: basta avere un coltello, una pistola, un kalashnikov, una bomba a mano (roba facilissima da trovare in giro al giorno d'oggi) e uccidere a caso chi incontriamo per strada. E lo facciamo dove meno ve lo aspettate: al ristorante, allo stadio o a un concerto. Nel caso non riusciate a capire perché vi ammazziamo nella quotidianità ve lo spieghiamo subito: non vogliamo solo colpire luoghi simbolo di perdizione per paranoia religiosa, vogliamo proprio farvi paura dalla mattina alla sera finché non rientrate a casa. Il messaggio è forte e chiaro: siamo in guerra con voi e se reagite vi uccidiamo. Non fate nulla: bravi, state lì fermi che prima o poi veniamo a prendervi in ogni caso. Ma magari saremo più clementi con chi non si converte all'unica Fede nell'unico Dio se non ci ha bombardato. E sapete perché facciamo tutto questo? No? Ma ve l'abbiamo detto mille volte: il nostro obiettivo è il Califfato e l'espansione con le armi dell'Islam. Adesso l'avete capito?
L'Occidente contemporaneo, probabilmente non l'ha ancora capito. Le donne yazide vendute come schiave sessuali, i soldati iracheni sciiti freddati a migliaia, i cristiani del Medio Oriente assassinati come bestie, il mattatoio di civili francesi uccisi lo scorso week-end, gli inglesi, gli spagnoli, gli americani uccisi nei precedenti attentati, i vignettisti, i giornalisti, registi e scrittori minacciati o caduti per mano degli integralisti islamici sunniti in occidente in tutti questi anni non gli hanno scosso la coscienza e l'intelletto a sufficienza. Anzi, sono stati considerati un sacrificio necessario per poter continuare a dare le stesse risposte e vivere sempre delle stesse illusioni intellettuali e morali: l'integralismo islamico è in guerra con noi, ma non è necessaria una guerra per sconfiggerlo. Certo, questo significa rinunciare ad alcuni nostri valori fondanti perché troppo smaccatamente avversi a quelli dell'Islam integralista, sacrificare le nostre libertà di espressione perché altrimenti rischiamo di provocare la loro reazione violenta e di essere uccisi, avere nostri familiari ammazzati a caso a causa degli attentati, assistere ai massacri in Medio Oriente senza fare tutto il necessario per evitarli, dover contenere a fatica derive nazionaliste, fasciste, naziste e islamofobiche in Europa che traggono forza dalla mancanza di reazione delle forze politiche moderate, rischiare di essere travolti da eccessi di intolleranza incontrollabili verso l'Islam nel suo complesso. Ma almeno noi non rispondiamo con la violenza alla violenza.
Ma è l'illusione più pericolosa di tutte quella di poter vincere i conflitti ideologici e religiosi con l'Islam integralista sunnita mantenendo lo scontro solo su un piano intellettuale, etico e politico senza mai confrontarsi militarmente. Perché l'Islam integralista sunnita si nutre della guerra santa, e deve continuare a farla per poter giustificarsi agli occhi dei suoi stessi fedeli. E più fa la guerra, più gente ammazza, più è feroce, più si dimostra vincente militarmente e più adepti alla guerra santa riesce a reclutare. L'Occidente deve intervenire militarmente prima che sia troppo tardi, da solo o in compagnia dei suoi nemici-amici (Russi, Siriani leali ad Assad, Iraniani, Hezbollah), non importa se mirando a dividere in due la Siria e in tre l'Iraq o tenendoli uniti, fa differenza strategica ma non sostanziale in questo momento, perché il punto vero è solo che bisogna agire in fretta. Altrimenti le democrazie rischiano domani di ritrovarsi a dover affrontare non un piccolo stato come l'Isis di oggi ma un impero del male di vaste proporzioni in Medio Oriente che potrebbe avere la forza morale e materiale per sconfiggerle. Il Nazismo dovrebbe averci insegnato che il male va combattuto subito altrimenti diventa un cancro estirpabile solo al prezzo di milioni di vite innocenti. La storia purtroppo in occidente si studia di frequente, ma la maggior parte delle volte non la si capisce per niente. Una mancanza che continua a costarci carissima anche oggi.