domenica 19 aprile 2015

UN UOMO MEDIOCRE PER UNA MOGLIE AMBIZIOSA



Tiziana Miceli, moglie del ministro dell’Interno Angelino Alfano, è una di quelle atipiche figure femminili del mondo politico italiano.
Come tante altre consorti famose, a partire dalla First lady, non le vedi e non le senti mai, a parte gli eventi istituzionali, ma ci sono. Eccome se ci sono.
Anzi, sono esattamente quelle che comandano davvero in famiglia, al punto da gestire gli affari.
Quelli veri, s’intende.
L'AMICO E VICINO MAURO MASI. E così il settimanale l’Espresso ha pensato bene di andare a sfruculiare dentro la coppia Alfano-Miceli scoprendo un bel po’ di cose interessanti.
La signora Tiziana, infatti, ha appena ricevuto (almeno) cinque consulenze pubbliche giratele da Mauro Masi, ex direttore generale della Rai ora a capo della Consap.
E Andrea Gemma, avvocato del Nuovo centrodestra, nonché amico fedele e fidato di Angelino (piazzato all’Eni) ha vinto un appalto da 630 mila euro.
STUDIO CONSULENTE CONSAP. Nel dettaglio tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 lo studio della Miceli, la Rm-Associati (di cui risulta socio anche l’avvocato Fabio Roscioli, legale di Alfano) è diventato consulente della Consap grazie a una delibera firmata da Mauro Masi, amministratore delegato della società ed ex direttore generale della Rai.
Piccolo, ma non troppo, particolare: i Masi e gli Alfano abitano nello stesso stabile, una lussuosa palazzina dei Parioli, a Roma, di proprietà della famiglia Ligresti.
Si sa, tra coinquilini ci si scambia convenevoli e cortesie. Se poi queste si trasformano in consulenze che importa.
Una riforma della mediazione civile tutta per lei
Fatto è che la signora Miceli in Alfano pare abbia una particolare predilezione per le consulenze, tutta roba per la quale il marito avrebbe sempre fatto il bravo consorte.
LITE GHEDINI-ANGELINO. Non a caso già nel 2013, quando era in pieno svolgimento il duello rusticano fra i falchi dell’allora Popolo della libertà e gli scissionisti, finiti poi nel Ncd di Alfano, il ministro dell’Interno si trovò a doversi difendere dal fuoco amico attizzato dall’allora compagno di partito, nonché avvocato di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini.
Anche in quella circostanza tutto ruotava intorno alla signora Miceli, anzi l’avvocato Tiziana Miceli. 
Secondo la versione che circolava tra i falchi del Pdl, l’accusa era che Alfano si era “inventato” la riforma della mediazione civile per favorire la moglie.
TRA LE PRIME A BENEFICIARNE. L’avvocato Miceli, civilista, fu tra le prime mediatrici a operare in Italia dopo la svolta del consorte guardasigilli.
Altro modesto dettaglio. Alfano ha sempre negato il consenso, invocando  la legge sulla privacy, per la pubblicazione dei dati reddituali della moglie.
Così si conoscono le cifre del marito, ma non le sue.
Del resto nel 2010 la moglie di Alfano denunciava circa 230 mila euro. 
Pare sia stata lei ad 'allontanare' Alfano dalla Sicilia
E non è tutto.
La Miceli in passato ha ottenuto altri incarichi da alcune amministrazioni pubbliche siciliane (dalla provincia di Palermo all’Istituto autonomo case popolari di Palermo) sempre controllate dal centrodestra, mentre nel 2014 la moglie di Angelino risulta aver difeso anche gli interessi di una società (la Serit) assieme al collega Angelo Clarizia.
E poi ci sono le leggende metropolitane.
RICHIESTE IN VIALE MAZZINI. Quella più sfiziosa, ossia la più gettonata fra i deputati della Camera, narra di quando Angelino sarebbe andato a incontrare il vertice della Rai, dove lavora il compagno del ministro della salute Beatrice Lorenzin, e la prima cosa che avrebbe chiesto al management di Viale Mazzini sarebbe stata una consulenza per la moglie.
E sì, quante storie girano nel Transatlantico di Montecitorio.
ISOLA RIPUDIATA NEL 2008. Come quella secondo la quale Alfano avrebbe, di fatto, ripudiato la Sicilia. Nel 2008, quando la Sicilia tornò precipitosamente al voto dopo le dimissioni di Cuffaro, il nome di Angelino riprese a circolare come candidato presidente proprio mentre Miccichè faceva un passo indietro per cedere il posto a Raffaele Lombardo.
Ma il titolare del Viminale, di tornare in Sicilia, non vuole saperne.
Pare che a sostenere questa sua scelta, abbia influito, e non poco, la moglie Tiziana. Ed è forse anche per questo che, nello stesso anno, convinse l’amico Aldo Piazza, sindaco di Agrigento, a non ricandidarsi per il secondo mandato.
Nel frattempo, Alfano, ‘raffreddò’ i propri rapporti con Gianfranco Miccichè e si avvicinò al capogruppo del Senato, il palermitano Renato Schifani. Con il quale continua ad andare a braccetto...  (source)