Il 5% dei
contribuenti italiani dichiara più di 50mila euro lordi, ma vale il 37% degli
incassi Irpef del Tesoro. Cioè quei 2 milioni di persone che guadagnano poco
più 2.000 euro al mese netti paga 56,3 miliardi di tasse. Non stiamo parlando
di ricchi, ma di quella che una volta era chiamata la classe media.
Ci sono invece 10
milioni di contribuenti, un quarto del totale, che hanno un'imposta netta a
pari a zero. Per colpa o per dolo. Sono di fatto mantenuti, perché possono
usufruire della sanità pubblica gratis, beneficiano di sgravi a scuola e magari
ricevono pure un assegno pensionistico. Minimo, sì, ma con un'alta probabilità
immeritato, perché non hanno versato sufficienti contributi.
TASSE
Sta in questo
confronto il male dell’Italia: chi lavora, fatica e dichiara fino all'ultimo
euro al fisco è strozzato e paga i servizi cosiddetti pubblici come uno che
dichiara poco niente, di fatto azzerando il reddito. Non siamo ciechi: nel
2013, anno di riferimento dei redditi comunicati dal ministero dell’Economia,
si è chiuso con una contrazione nominale del Pil dello 0,4%, mentre quella
reale è dell’1,7%. Certo è che se affami il cavallo che tira il carro, prima o
poi il cavallo scappa o si ferma. Anche perchè le dichiarazioni 2014 su 2013
mostrano già un segno negativo.
PLATEA IN
CALO
In totale sono
circa 41 milioni i contribuenti che l’anno scorso hanno presentato il modello
Unico e il 730. In particolare il 730 è stato utilizzato da più di 17 milioni di
soggetti, quelli che, poveri loro, fra qualche giorno potranno usufruire del
modello precompilato. Il numero totale dei contribuenti è risultato comunque in
diminuzione (-425.000, pari al -1%) rispetto all’anno precedente.
Il calo ha
riguardato i lavoratori dipendenti (-334.000), specialmente quelli a basso
reddito e gli individui nelle due classi di età più giovani, riflettendo gli
andamenti congiunturali del mercato del lavoro nel 2013. Si è assistito anche a
un calo del numero dei soggetti che dichiarano reddito d’impresa (-60.000). Gli
effetti della riforma Fornero si sono riscontrati invece nella contrazione del
numero dei pensionati (-168.000).
LOMBARDIA
PRIMA
Il reddito
complessivo totale dichiarato ammonta a circa 811 miliardi di euro per un
valore medio di 20.070 euro. Il confronto con l’anno precedente mostra un
aumento sia del reddito complessivo totale (+0,6%), sia del reddito complessivo
medio (+1,5%), determinato principalmente dalla crescita dei redditi da
pensione (+2% il reddito totale, +3,2% il reddito medio, che compensa
ampiamente il calo del numero dei pensionati).
Insomma, è una
partita di giro: più pensioni, più Irpef. Il lavoro, il Pil non c’entrano.
Nello specifico la metà dei contribuenti non supera 16.213 euro di reddito
complessivo dichiarato. Si va dalla Lombardia, dove il reddito medio dichiarato
è più elevato (23.680 euro) al Lazio (22.310 euro), fino alla Calabria, che presenta
un reddito medio di 14.390 euro.
POVERI
IMPRENDITORI
Sorprendono poi
due dati: i redditi da lavoro dipendente e da pensione superano l’82% del
reddito complessivo dichiarato, in particolare il reddito da pensione supera
per la prima volta il 30% del totale del reddito. Eppure non siamo solo un
popolo di dipendenti o pensionati. Forse c’è qualcuno che scappa al fisco?
Forse più di qualcuno...
Quei “pochi”
lavoratori autonomi che presentano la dichiarazione dei redditi risultano
invece “ricchi” con un reddito medio pari a 35.660 euro, mentre il reddito medio
dichiarato dagli imprenditori è pari a 17.650 euro: inferiore a quello dei
lavoratori dipendenti (20.600 euro), di poco superiore a quello dei pensionati
a 16.280 euro. Il Tesoro precisa comunque, prima che parta la solita guerra di
classe inutile, che «per “imprenditori” nelle dichiarazioni Irpef si intendono
i titolari di ditte individuali, escludendo pertanto chi esercita attività
economica in forma societaria».
QUANTO SI
PAGA
L’imposta netta
Irpef ha un valore medio di 4.910 euro (+0,6% rispetto all’anno precedente) ed
è dichiarata da circa 31 milioni di soggetti pari al 76% del totale dei
contribuenti. Circa 10 milioni di soggetti hanno un’imposta netta pari a zero.
L’imposta netta totale dichiarata è pari a 152,2 miliardi.
Analizzando i
contribuenti per fasce di reddito si nota che nella classe fino a 15.000 euro
si colloca il 46% dei contribuenti, che dichiara solo il 5% dell’Irpef totale,
in quella tra i 15.000 e i 50.000 euro si posiziona il 49% dei contribuenti,
che dichiara il 58% dell’Irpef totale, mentre solo il 5% dei contribuenti
dichiara più di 50.000 euro, ma versa il 37% dell’Irpef totale.
I soggetti con un
reddito complessivo maggiore di 300mila euro (30.000 contribuenti) sono anche
tenuti al pagamento del contributo di solidarietà del 3% sulla parte di reddito
eccedente tale soglia. Quasi metà degli italiani paga poco o niente anche
perchè ci sono 29,2 miliardi di deduzioni e 64,4 miliardi detrazioni. Che
neutralizzano in parte anche le addizionali regionali (370 euro, +2,8% rispetto
all’anno precedente) e comunali stata (170 euro, +6,2%). (source)