Abbiamo appena celebrato il 70° compleanno della
Liberazione e due giorni dopo ci troviamo in piazza a difenderla da chi l’altro
ieri l’ha insultata, festeggiandola con la retorica di rito con ghirlande e
alloro. Ci vogliamo distinguere da costoro che svuotano la Resistenza,
aboliscono la Liberazione, stravolgono la Carta Costituzionale che gli vieta di
fare quello che stanno facendo e scegliamo di stare dalla parte della dignità e
della legalità, difendendo la nostra sovranità popolare e rifiutando ogni forma
di delega in bianco. Chi delega diventa complice e còrreo, chi si disinteressa
lascia spazio agli incompetenti, ai corrotti e ai maneggioni. Non è più tempo
di mugugno, ora è tempo di RESISTENZA.
Sì, VOGLIAMO RESISTERE al governo Renzi e a chi lo ha
sostenuto fino a ieri e continua a sostenerlo, per il sopruso che sta
commettendo in faccia al popolo italiano. La Legge elettorale e la riforma
della Costituzione non sono materia di governo, ma appartengono di diritto al
parlamento; non a questo parlamento che la Corte Costituzione, dichiarando
illegittima la «legge porcata» che l’ha eletto, ha dichiarato anche,
indirettamente, che esso è pure illegittimo. Questo Parlamento, pertanto, non
può votare né la legge elettorale né la riforma costituzionale.
Per la prima volta in Italia ci troviamo di fronte ad
un’offesa diretta alla Democrazia: il presidente del consiglio dei ministri non
è stato eletto da alcuno; il suo governo meno ancora, il Parlamento è composto
da nominati dai partiti, ma non dal popolo sovrano, il quale, esautorato, non
ha potuto esercitare la propria sovranità nelle forme previste dalla
Costituzione. L’Italia oggi è fuori legge per colpa di una massa di indegni che
rappresentano solo se stessi e i 20 mila euro mensili che si beccano alla
faccia nostra.
Se passa questa doppia porcata, detta eufemisticamente
«Italicum» e contro-riforma costituzionale, la Camera dei Deputati non solo
aumenterà di numero, ma non sarà mai più eletta. Essa, inoltre, sarà alla mercé
del governo che farà eleggere solo chi garantirà obbedienza pronta, cieca e
assoluta, precipitando in pieno fascismo. Il parlamento è già oggi quello che
voleva fosse Mussolini, come dichiarò nel suo discorso d’insediamento da presidente
del consiglio, il 16-11-1922: «Quest’aula sorda e grigia, bivacco di manipoli».
Ciò accade a 70 anni dalla Liberazione non più per mano di Mussolini, ma del Pd
e di un presidente del consiglio non eletto che sta modificando le Istituzioni
nate dalla Resistenza in Ogm del suo personale potere.
Se passa questo mostro renziano, colpevole il Pd,
minoranza del «penultimatum» compresa, responsabili primari di questo scempio e
stupro, si modifica l’assetto democratico e istituzionale. Prevale la forza del
governo sia sul parlamento sia sulla magistratura, eliminando così i tre
classici poteri bilanciati: legislativo, esecutivo, giudiziario. Un governo che
condiziona il parlamento è una struttura di potere che sottomette ogni dissenso
ed elimina ogni contrappeso, per cui la Magistratura sarà, di fatto, eliminata
o asservita, perché condizionata dalle leggi votate da un parlamento succube
del governo.
Se passa questa legge ignobile e immorale, si realizza
in Italia il «Piano di Rinascita Democratica» della P2 di Licio Gelli, di
Berlusconi e della Massoneria. È triste prendere atto che oggi tutto ciò è
opera di coloro che si dichiarano eredi di De Gasperi, di Moro, di Berlinguer,
di Pertini e che due giorni fa passeggiavano facendo finta di onorare la
Resistenza e la Liberazione. Renzi è l’erede in quanto figlio naturale di primo
letto del narcisista che ha rovinato l’Italia con la nostra ignavia.
Renzi e Berlusconi sono la stessa versione, più
aggiornata e meno impresentabile. Fanfarona, indecente, ignobile e anticostituzionale
e antidemocratica. Con la riforma costituzionale è abolito il Senato che
diventa il giaciglio di riposo per i servi fedeli dei partiti, parcheggiati
nelle Regioni e nei Comuni. Non diminuirà nemmeno il costo perché il gettone di
presenza e le spese di viaggio e di residenza saranno tutte a nostro carico.
Non possiamo permetterlo, non dobbiamo tollerarlo.
Se passa la riforma della legge elettorale, è
eliminato l’articolo 1 della Carta Costituzionale che, lapidario, in quindici
parole, al comma 2, afferma: «La sovranità appartiene al popolo, che la
esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». È eliminato l’art. 48
che attua il primo: «Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno
raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il
suo esercizio è dovere civico».
Il Governo Renzi, il Pd e il parlamento ci stanno
espropriando non solo dei diritti, ma anche dei doveri perché il voto è un
«dovere civico» al quale non possiamo rinunciare senza abdicare dalla nostra
condizione di cittadini. Il 4 comma dell’art. 48 s’impone a chiunque per
lucidità, potenza e gentilezza: «Il diritto di voto non può essere limitato se
non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei
casi di indegnità morale indicati dalla legge».
Ecco il punto: per l’art. 48 abbiamo il «dovere civico
del voto» e anche il «diritto di voto» che non possono essere conculcati,
manomessi, aggirati o ridotti. Nessuno può disporre del diritto-dovere di voto
dei cittadini che è il fondamento non solo etico, ma giuridico ed esistenziale
della Democrazia: una testa un voto. Ci dobbiamo opporre con tutte le nostre
forze e fare cadere questo governo per indegnità morale e attentato alla
democrazia.
Noi dobbiamo RESISTERE, RESISTERE, RESTIRE e se
necessario opporre i nostri corpi inermi perché questa legge non passi e non
passi a maggioranza di una sola parte di un partito che riesce a fare
esattamente quello che fece il partito fascista del duce. Noi dichiariamo il Pd
colpevole di lesa democrazia e di lesa sovranità popolare. Affermiamo che il Pd
ha tradito lo spirito e la lettera della RESISTENZA, della LIBERAZIONE, della
DEMOCRAZIA, del SOCIALISMO e anche del LIBERARALISMO. Questo partito,
berlusconizzato fino a superare il maestro, come l’apprendista stregone, si è
trasformato nel partito rifugio dei fascisti, della destra, e oggi anche di
Pierluigi Vinai che passa da Berlusconi/Scajola a Renzi come niente fosse
accaduto.
Chi vota questo partito o chi in questo partito ha militato
fino a ieri, non è degno di celebrare la Resistenza né può parlare in
nome dei Padri costituenti che oggi tradisce sempre più, giorno dopo giorno.
Il 5 dicembre 1946, nel progetto di Costituzione,
discusso dalla commissione dei 75, su proposta dell’on. Giuseppe Dossetti,
all’art. 50 §2 prevedeva: «Quando i pubblici poteri violino le libertà
fondamentali ed i diritti garantiti dalla costituzione, la resistenza
all’oppressione è diritto e dovere del cittadino». Un anno dopo, nel 1947,
nella discussione in aula, su proposta di alcuni deputati liberali e repubblicani,
appoggiati dai Dc, il comma fu espunto dal testo definitivo della Carta. Resta
la dichiarazione del democristiano Mortati che pur dichiarandosi contrario
all’inserimento, affermò che «la resistenza trae titolo dal principio della
sovranità popolare» che legittima i cittadini più sensibili a difendere la
Costituzione minacciata.
Questa sera noi siamo gli eredi dei Deputati
Costituenti e affermiamo il nostro diritto dovere di RESISTERE a QUESTA LEGGE
ELETTORALE che abolisce la Democrazia e alla riforma della Costituzione che
distrugge la forma dello Stato, mettendola nelle mani della mafia dei partiti.
Sono vecchio, ma sono ancora capace di scalare i monti
e, armato della mia dignità e della mia coscienza, pronto a difendere ad ogni
costo la Democrazia, la Costituzione del ’48 e la dignità del popolo italiano.
La Liberazione celebrata l’altro ieri è ora e qui e c’impegna a liberare
l’Italia da un governo illegittimo e da un parlamento di ladri e di predoni.
RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE. Con la Costituzione in mano.
Paolo
Farinella, prete – Micromega ©