sabato 11 gennaio 2014

IL TERZO MONDO ARRIVA IN GRECIA



Un nuovo terzo mondo

Se l'Italia sta attraversando una della fasi più critiche dal dopoguerra, in altri Paesi della periferia europea la situazione è ormai da Terzo Mondo. La fame non è più una realtà lontana, confinata nel centro Africa o in America Latina, ma lambisce i confini di un Continente la cui tradizione economica e culturale è una delle più antiche al mondo.

La Grecia, uno dei primi Paesi a venir piegato dalla crisi, è ormai affamata. Una stima allarmante dell'Unicef ha rivelato che quasi mezzo milione di bambini soffre la fame. Passeggiando per le strade di Atene si notano sempre più mendicanti e bambini sottopeso, ma anche là dove non arriva l'occhio del turista, le famiglie vivono un dramma quotidiano.

Secondo gli ultimi dati almeno 1 bambino su 4 soffre la fame e 439.000 minorenni sono in condizioni di povertà. Dati che affidano alla Grecia un triste primato, quello del Paese OCSE con la più elevata percentuale di bimbi sottopeso. Sembra di fare un salto indietro di qualche decennio, il lavoro minorile è divenuto una pratica sempre più diffusa, così come gli abbandoni scolastici.

Ma non sono solo i bambini a pagare il prezzo della crisi e di scelte estreme a livello economico-politico. I suicidi si moltiplicano (solo nel 2011 c'è stato un aumento del 40%), a testimoniare il dramma umano che molti stanno vivendo dall'inizio della crisi. Cresce anche la criminalità: omicidi, rapine e scippi sono pressoché raddoppiati. Aumentano anche le frodi ai danni dello stato, come la pratica diffusa di contrarre il virus dell'HIV per accedere al sussidio di 700 euro mensili.

Mancano servizi essenziali, come quelli sanitari, dopo che alcune multinazionali hanno deciso di abbandonare la Grecia, perché è un business non più redditizio: l'ossigeno ed una serie di altri farmaci non comuni sono introvabili.

Le tensioni sociali crescono e sfociano sempre più in episodi violenti e proteste di piazza, che spesso vengono represse con la forza. Un'emergenza che il Governo Samaras ha ben presente tanto da aver riconosciuto la possibilità di vendere nei supermercati anche i prodotti scaduti, ad un prezzo del 30% di quello originario. Il Premier, in occasione di una recente visita a Berlino, ha messo in chiaro che non vi saranno più tagli a pensioni e stipendi pubblici.
La crisi ha divorato i risparmi di una vita

Nelle poche grandi città presenti in Grecia la situazione è drammatica, mentre il disagio è leggermente minore nelle floride isole turistiche (da Santorini a Rodi) dove il turismo è tornato in massa, complici anche i prezzi d'occasione garantiti dalla crisi. Un'economia agricola domina le campagne e le zone montane, dove la popolazione fa quel che può per sopravvivere e si torna a produrre in casa, proprio come nell'immediato dopoguerra.

Anche le famiglie non ancora ridotte in povertà sono allo stremo. Il consueto sondaggio della società di ricerca Public Issue, su un campione di un migliaio di persone, evidenzia che in molti hanno dato fondo a tutti i loro risparmi durante la crisi, dilapidando patrimoni accumulati in decenni.

Almeno 1 greco su 5 dichiara di aver dato fondo a tutte le proprie risorse, il che spiega la progressiva riduzione dei depositi bancari, mentre 3 su 4 dichiarano più genericamente di aver intaccato i propri risparmi. Più in generale, l'82% degli intervistati ammette di trovarsi in una situazione peggiore di un anno fa.

Sebbene la speranza sia l'ultima a morire, l'ottimismo è veramente poco fra i greci, ormai prostrati dalla crisi e dalle severe misure di austerity imposte dalla UE e dal FMI. Il 92% del campione, infatti, dichiara che non riuscirà a mettere da parte alcun risparmio nel corso del prossimo anno.

Una situazione che va anche accrescendo le diseguaglianze sociali e creando una piccolissima oligarchia di "Paperoni": solo 11 persone in Grecia si concedono ancora il lusso di sfrecciare in Ferrari. Secondo i dati forniti dal Ferrari Club Hellas sono undici gli iscritti fra medici, avvocati, liberi professionisti e uomini d'affari. Un dato che non sorprende dato che possedere una "rossa" ha un costo non indifferente, non solo in termini di spesa iniziale (circa 200 mila euro), ma anche in termini di spese di mantenimento (6.000 euro di assicurazione annua, 1.400 euro di bollo e 7.000 euro di imposta sui beni di lusso).
Una realtà fagocitata dall'Euro

I mali della Grecia nascono dal suo disgraziato ingresso nell'euro, che forse non avrebbe dovuto aver luogo nei tempi e modi in cui è stato pianificato, ma che ha anche accusato l'impatto di una crisi senza precedenti, che nessuno aveva preventivato.

Ad acuire le difficoltà anche la miopia dell'Europa, che ha imposto durissime misure di austerity, dietro la concessione degli aiuti internazionali.

Un sonoro "Basta!" è stato pronunciato di recente dal Presidente della Repubblica, Karolos Papoulias, che in occasione delle commemorazioni per la resistenza ha dichiarato: "I greci hanno dato il sangue e qualunque cosa potevano, nel 1940 ed oggi, hanno dato tutto... per superare la crisi. Ciò deve essere apprezzato dall'Europa. Il popolo greco non darà più altro".

Si è chiuso una decina di giorni fa l'ultimo round di negoziati fra la Grecia ed i rappresentanti della Troika, termine che sta ad indicare il trio UE-BCE-FMI, che pur confermando i progressi fatti dal governo ellenico per risanare i conti, hanno sottolineato che vi sono ancora alcuni problemi da risolvere in tema di riforme economiche. Più volte l'Eurogruppo ha bacchettato Atene per il ritardo delle riforme strutturali, mentre la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha accolto con un ghigno soddisfatto l'emergere di un surplus a livello di budget statale.