martedì 20 novembre 2012

FONDAMENTALISMO IRLANDESE



GALWAY  (IRELAND), 16 NOVEMBRE 2012 – La questione dell’aborto si riaccende in Irlanda. Questa volta, provocando una vittima. Una donna di 31 anni di origine Indu, Savita Halappanavar. I dottori le hanno negato l’aborto sulla base della legge irlandese di ispirazione cattolica, provocando così la morte della donna che si trovava alla 17esima settimana di gravidanza. Le indagini si stanno concentrando presso l’ospedale universitario di Galway, ( National University of Ireland in Galway) dove la donna è deceduta. I familiari raccontano che la donna ha più volte esternato la volontà di abortire con i medici, poiché avvertiva fortissimi dolori e contrazioni.  Tuttavia, secondo i medici irlandesi, il feto era ancora vivo e non sarebbe stato possibile praticare un’interruzione della gravidanza. <<Finché si sente un battito cardiaco del feto non possiamo fare niente>> avrebbero dichiarato i medici. La donna, pur non essendo né irlandese, né cattolica, ha dovuto piegare il suo destino a quello della legge irlandese. Il marito, di 34 anni, che vive a Galway dove lavora come ingegnere, si trova attualmente in India insieme ai familiari per i funerali di Savita. E’ beffardo a volte il destino: a Savita, è toccata la fortuna di poter vivere ed essere curata in un paese occidentale, al contrario di molti altri indiani che vivono in assoluta povertà. Tuttavia, il prezzo da pagare è stato quello di piegarsi a leggi di ispirazione religiosa ancora più restrittive di quelle che sarebbero state applicate in India. Fortunatamente, il governo di coalizione irlandese sta ora lavorando su una proposta di riforma della normativa vigente, alla luce della sentenza del 2009 della Corte europea che stabilisce che un divieto assoluto di interrompere le gravidanze costituisca una violazione dei diritti umani delle donne.
LGISLAZIONE IRLANDESE IN MATERIA DI ABORTO – La legge irlandese che che regola l’aborto è l’Offences Against the Person Act e successivi emendamenti del 1861, paragrafi 58 e 59. L’atto, originariamente, prevedeva che ogni donna incinta, che, con l’intento di procurarsi l’aborto, si somministra del veleno o altre sostanze velenose, o utilizza strumenti o qualsiasi mezzo con l’intento di procurare l’aborto ad un’altra donna deve essere condannata all’ergastolo. Ovviamente, questa pena è stata poi mitigata dai successivi emendamenti. Ad esempio, con il referendum costituzionale dell’83, fu inserita la tutela della vita della madre, attraverso l’Ottavo emendamento, che recita come segue: “ Lo Stato Riconosce il diritto alla vita del nascituro e ,  con il dovuto riguardo di un diritto pari della madre, garantisce con le sue leggi, di difendere quest’ultimo diritto. Tuttavia, non vi è ancora nella legislazione irlandese, il riconoscimento del diritto all’interruzione della gravidanza.
CLARISSA MARACCI  per fattoediritto.it

Questa è la notizia. E’ morta di parto una giovane indiana, che c’è di strano? E’ morto anche il bambino, e allora? E allora di strano c’è che la piccola vicenda che abbiamo narrato è avvenuta nell’anno del Signore 2012 d.C., nel cuore dell’Europa, il continente liberale, socialdemocratico, con le democrazie più avanzate del globo, un faro di civiltà e benessere. Certo, se la famiglia di Savita è venuta in Irlanda per trovare il benessere può darsi che lo abbia trovato (anche se piuttosto modesto, date le condizioni economiche del paese), quanto alla civiltà, ha proprio sbagliato bersaglio. Nell’incivile India, il paese arretrato, autoritario, con grandi aree ancora selvagge, la sua vita sarebbe stata salvata. Nella civilissima Irlanda si è optato per la sua morte. Ci deve essere qualcosa, da qualche parte, che non funziona, che non gira per il verso giusto. Quello che non va, lo diciamo per gli islamici, ma vale ovviamente per tutti gli integralismi religiosi, è il fondamentalismo. E’ difficile da credere, lascia sbalorditi, eppure nel 2012, nel bel mezzo dell’Europa esiste un paese fondamentalista cattolico e non ce ne eravamo accorti, Ci voleva la morte di una donna innocente, che aveva il solo torto di attendere un bimbo, per dare una bella svegliata alle nostre coscienze ed inchiodare gli irlandesi alla gogna della loro condizione di fanatici religiosi. Il cristianesimo, ma solo quello cattolico, è la religione ipocrita per eccellenza. Predica il perdono dei nemici, il porgere l’altra guancia, l’uguaglianza dinanzi a Dio di tutte le creature, consiglia di non guarda la pagliuzza nell’occhio del proprio vicino trascurando la trave che si trova nel proprio, predica la tolleranza e la fratellanza universali, e poi fa ammazzare una donna perché una stupida, ottusa, fanatica legge liberticida dice che il feto va salvato “ad ogni costo”, finchè il suo cuore pulsa. Non ha importanza se la madre sta morendo e se un feto di diciassette settimane non sarebbe mai sopravissuto, la madre deve “partorire con dolore”, condannata dall’Antico Testamento, e se è il caso, deve morire. L’aspetto grottesco e tragico di questa vicenda è che il feto, in ogni caso, era così prematuro che non sarebbe sopravissuto comunque. Gli irlandesi hanno fama all’estero di essere delle teste di legno, delle “teste calde”, una razza dura, tenace, testarda e ribelle per eccellenza. Ce ne hanno dato una splendida prova. Esiste da qualche parte del mondo un popolo più ottuso? Il fondamentalismo irlandese probabilmente fatica a riconoscere ancora oggi un’anima alle donne: siamo proprio sicuri che la posseggono anche loro, così ferine, così legate alla terra, così materiali, concrete, fattrici per vocazione come giumente, e destinate ai lavori domestici, alla custodia del focolare? Che siano rimasti al Concilio Tridentino? Non sono arrivati alle verdi colline d’Irlanda le conclusioni del concilio Vaticano II? Qualche giorno fa in Europa, l’Irlanda, un paese menefreghista per eccellenza, euroscettico, che ha sempre badato agli affari propri infischiandosene dei partners europei, ha scritto una delle pagine più tetre, più buie della sua storia millenaria. Se l’India fosse a sua volta un paese serio richiamerebbe in patria l’ambasciatore per consultazioni, un piccolo segno. Si è semplicemente perpetrato un omicidio in nome di Dio. Ma che, siamo al tempo delle Crociate?  E chi è il nostro nemico? Ecco che cosa produce un malinteso senso della religione, vissuto in modo militante, sempre contro qualcosa o qualcuno, in antitesi con le più elementari norme di pietà e di compassione. E’ la religione che rende disumani, freddi, feroci, senza pietà. L’Irlanda non merita di stare in Europa, nel nostro continente ci possono stare i mussulmani non integralisti come i turchi, ma i fondamentalisti cattolici devono trovarsi un’altra casa, un altro alloggio. Non c’è posto per i fanatici, di qualsiasi parte siano, e soprattutto non c’è posto per gli assassini che uccidono con la benedizione dell’episcopato e del tribunale.