mercoledì 21 marzo 2012

FINE DELLA SPOCCHIA OLANDESE


Un tempo esistevano i paesi virtuosi, che presentavano deficit e debiti pubblici esemplari, da "cattedra" per i disgraziati Piigs e altre economie europee che male avevano fatto i loro conti. Per evitare il peggio, questi paesi virtuosi si misero d'accordo e crearono il cosiddetto "Fiscal Compact": un insieme di sanzioni e di regole che molti analisti - leggi articoli sotto - hanno presentato come una vera e propria minaccia all' esistenza stessa di sovranità nazionale.

Tutto, alla fine, per far piacere a loro, i paesi virtuosi: Germania (prima di tutto lei, vera artefice del trattato sull'Unione fiscale), Francia e Olanda.
Ma ora arriva l'imbarazzo, che non è poco, proprio per l'Olanda, : già, la stessa che lo scorso anno aveva fatto tremare i paesi europei non virtuosi, per bocca del premier Mark Rutte e del ministro delle finanze Jan Kees de Jager: entrambi avevano affermato che i paesi che non avessero rispettato le regole fiscali avrebbero dovuto essere esplusi dall'Eurozona .

Lo scorso settembre, la coppia disse: "Un accordo è un accordo. Da ora in poi dobbiamo impedire ai paesi di violare le regole beneficiando dell'impunità", aggiungendo : "in futuro, ci potrebbero essere sanzioni definitive che potrebbero costringere alcuni paesi a lasciare l'euro".

Ma cosa risponderà ora la "virtuosa" Olanda ai paesi che non ha fatto altro che bacchettare negli ultimi mesi? E cosa dirà la Germania, certamente imbarazzata nel vedere che lo stato tra i suoi alleati più stretti nel perseguire la strada del rigore fiscale, è il primo tra i virtuosi ad aver dato il cattivo esempio?

I numeri parlano da soli. Stando a un articolo pubblicato sul Telegraph, il "National Bureau for Economic Policy Analysis (CPB) ha reso noto che il deficit di bilancio olandese potrebbe crescere fino al 4,6% del Pil sia quest'anno che l'anno prossimo; e il livello è decisamente superiore a quella soglia del 3% che 25 paesi dell'Ue si sono ripromessi di centrare entro il 2013. Ma c'è anche di peggio. In un rapporto, il CPB afferma che "l'Olanda deve far fronte agli stessi problemi di Italia e Spagna".

Le ultime parole famose, dunque. Secondo il think tank, il governo olandese sarà costretto a questo punto a introdurre misure di austerity, se vuole centrare i target stabiliti con il Patto fiscale. E proprio il rafforzarsi delle misure di austerity, per andare incontro a quanto ha voluto prima di tutto la Germania, a cui l'Olanda si è placidamente accodata, continua a spaventare diversi economisti, e non solo.

Francois Hollande, candidato socialista alla corsa presidenziale in Francia e in testa nei sondaggi, sta conquistando per esempio un nutrito gruppo di alleati nella campagna anti patto fiscale. E Tim Geithner, segretario al Tesoro Usa, ha avvertito contro l'introduzione di misure e sanzioni che potrebbero far inceppare il cammino verso la ripresa della già debole Europa, parlando di una "spirale di austerity che uccide la crescita e che si rafforza da sola".
Fonte: wallstreetitalia


Sembra incredibile, dopo quattro anni di contrazione economica mondiale, sembra incredibile dicevamo che esistano ancora paesi così tronfi e pieni di boria da non capire che l’Europa è condannata a restare unita, nel bene e soprattutto nel male. Non esistono paesi virtuosi, così come non esistono paesi particolarmente dissennati. Con al sola eccezione della Grecia, un paese governato da una cricca di malfattori truccatori di bilanci, un paese già fallito ancora prima di entrare nell’euro, tutti gli altri, Portogallo e Irlanda compresi, pur presentando debolezze strutturali, saranno condannati al fallimento solo se seguiranno la strada che una Unione Europea criminale ha tracciato per la Grecia. L’errore che non possiamo perdonare a Monti è quello di aver dato corso, nella prima manovra (quella dei tagli e delle imposizioni fiscali)alla famosa letterina pervenuta dalla UE. Sembrava il decalogo del perfetto fallimento, i comandamenti del paese destinato al default. Il “Fiscal compact” non va bene neppure per i paesi più ricchi e con un asset più equilibrato, figuriamoci per quelli che presentavano già da prima deficit pubblici molto alti, pubbliche amministrazioni pletoriche e mal funzionanti, carenza di materie prime, dipendenza dagli altri paesi per l’energia, classi politiche non all’altezza. Apprezziamo in Monti la seconda parte, quella attuale, della sua manovra: la riforma previdenziale, quella del mercato del lavoro, le liberalizzazioni. E’ un vero peccato che i provvedimenti tributari e fiscali abbiano sortito il solo risultato di fare aumentare il debito pubblico (non lontano dai 2.000 miliardi) ed un rapporto debito/PIL sempre peggiore, dal momento che il PIL è in recessione. Lo spread comincia a risollevarsi, sarà necessaria un’altra bella manovrina. Tornando all’Europa, come diceva Draghi: “l’Euro è una moneta piena di difetti, ma è una moneta irreversibile.” L’aspetto grottesco della vicenda è che l’Europa, nonostante non sia riuscita (anzi, non ci abbia neppure provato) a darsi una costituzione ed una unione politica, è obbligata a restare unita, fino in fondo. Il destino di un paese è il destino di tutti gli altri. Siamo legati indissolubilmente gli uni agli altri, con la sola eccezione della Grecia, che è già, di fatto , fuori dall’euro. Gli spocchiosi olandesi, che credevano di essere i primi della classe, meglio dei tedeschi, devono fronteggiare a loro volta le conseguenze della fallimentare politica tedesca: i sacrifici, la pressione fiscale, i tagli da soli non bastano. Deprimono l’economia generando un circolo vizioso dal quale non si esce più, avvitandosi sul debito pubblico. Le ultime vittime di questa politica, fortemente voluta da un dilettante dell’economia come Schaeuble, sono proprio gli olandesi. Scendano pure dal piedistallo, i signori dei Paesi Bassi, e comincino anche loro a prendere in considerazione l’unica cosa da fare nei periodi di forte contrazione economica: le politiche Keynesiane, l’intervento dello stato direttamente nell’economia e soprattutto nella finanza, che continua imperterrita ad essere deregolata, in preda a derivati, cartolarizzazioni e fondi hedge. Benvenuti nel club dei PIIGS cari olandesi, è suonata l’ora anche per voi.