venerdì 18 marzo 2016

CARI MATTEO E DENIS, AVETE VINTO VOI. AVETE RIDOTTO L’ITALIA PEGGIO DEL BRASILE



Non preoccuparti della condanna in primo grado per concorso in corruzione né degli altri quattro processi che stai affrontando con accuse che vanno dalla bancarotta fraudolenta alla truffa aggravata allo Stato, dalle false fatture al finanziamento illecito. Tu puoi stare serenissimo: nessuno tra i tuoi sodali di Palazzo te ne chiederà conto. Tantomeno batterà ciglio il Partito Democratico. Non tanto per il sostegno fondamentale che stai dando al governo ma perché ormai sei stato accettato come uno di loro, anzi: sei considerato non la stampella ma il braccio destro del premier Matteo Renzi. Sei, come lui, un intoccabile. Certo gli elettori, l’opinione pubblica, qualche giornale solleverà l’ormai mitologica “questione morale” ma è appunto mitologica: scomparsa da ideali e valori politici gradualmente, sorte che spetta ormai anche alla democrazia. È questione di tempo ormai, tranquillo. E poco importa poi se fuori dal Palazzo i cittadini storcono il naso: comandate voi, mica quel popolo un tempo sovrano.
Certo magari alle prossime amministrative qualche voto non andrà dove deve. L’emorragia potrebbe colpire il Pd, ma se vi organizzate bene, tra fedeli di Nicola Cosentino (con cui sei a processo a Firenze) in Campania e di Totò Cuffaro e dei vari pregiudicati e spregiudicati dell’ex centrodestra potrete bissare il successo delle primarie. Vendere qualche tessera, comprare una manciata di voti e il gioco è fatto.
Insomma: possono condannarti anche in tutti i cinque processi ma lì resterai. A votare la riforma Costituzionale, a sostenere con la fiducia l’esecutivo, a poter parlare come statista e non da condannato. E di fatto lo spessore di quanti hai attorno ti concede il lusso di spiccare. Pensa che gran classe politica abbiamo. Volevo quindi farti i complimenti. Ma mi piacerebbe molto chiederti se tutto questo l’avevate calcolato e previsto tu e Matteo. Sì, so quasi tutto. È inutile che fai ripetere (e scrivere) al tuo sodale (e coimputato) Massimo Parisi che tu fino al 2014 neanche avevi il numero di telefono di Renzi e non vi conoscevate. Va bene per chi vuol crederci. Sappiamo che invece già a inizio anni 2000 eri in affari con il padre del premier, Tiziano Renzi. Che nel 2005 in prefettura a Firenze presentasti tu il tuo amico Matteo con entusiasmo a Silvio Berlusconi. E sempre tu, nel 2008, portasti l’allora anonimo e sconosciuto presidente della Provincia al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini sul palco con te per sdoganarlo a quel mondo di ciellini affaristi capitanati da Roberto Formigoni. E sempre tu, sempre nel 2008, facesti accomodare Matteo al tavolo d’onore insieme a te e consorte alla festa per i dieci anni della tua Ste, la società che pubblicava il Giornale di Toscana, poi miseramente fallita e per cui oggi sei a processo per truffa ai danni dello Stato con l’accusa di aver ricevuto illecitamente 20 milioni di euro dal fondo per l’editoria.
Sappiamo poi che gli hai proposto di passare nel centrodestra e quando lui ti ha detto di no, che sarebbe stato un suicidio (come dargli torto), ne hai sostenuto la candidatura alle primarie a sindaco di Firenze, che la tua signora si spinse a organizzare un evento elettorale per l’amico Matteo e che quando al ballottaggio con il tuo candidato sindaco, l’ex portiere della nazionale Giovanni Galli, portasti in dote a Renzi circa 20 mila voti del centrodestra. A Matteo e non al tuo Galli. Ne è passato da allora di tempo. E ne avete fatta di strada, tra Arcore e Palazzo Chigi. Ancora nel 2012 tentasti, con il tuo amico Marcello Dell’Utri insieme a Diego Volpe Pasini, a convincere Berlusconi con un progetto che chiamaste “Rosa Tricolore” a investire politicamente su Renzi come successore ed erede dell’ex Cavaliere, mettendolo persino nero su bianco. E mai, nei due anni successivi, hai criticato o attaccato Matteo né lui è stato da meno con te.
Insomma, come vedi un po’ di cose sono purtroppo ormai note. Quindi, in confidenza, vorrei chiederti se tutto questo era programmato. Se sì, complimenti vivissimi. Avete infinocchiato un intero Paese e tre diverse classi dirigenti di vecchio corso. Chapeau. Ora non vi ferma più nessuno. Potete concentrarvi sulla Costituzione, stravolgendola come preferite. Potete depenalizzare altri reati, magari anche quelli bancari, così anche il tuo processo per bancarotta fraudolenta può averne giovamento e ne avrà anche il padre del ministro Boschi che rischia di condividere con te il capo di imputazione per la banca popolare dell’Etruria. Potete alzare ulteriormente i limiti delle false fatturazioni, così anche un tuo altro processo sarà destinato a chiudersi in nulla e i vostri grandi amici imprenditori ed evasori saranno soddisfatti. Potete occupare i vertici dei servizi segreti, scegliervi insieme i procuratori amici, i giudici della Cassazione e della Corte Costituzionale. Avete un’autostrada davanti. Avete mani libere per trasformare questo Paese a vostra somiglianza.

In Italia non esiste più opposizione: a sinistra è rimasta la sola formazione di SEL, in totale sbando e crisi di identità, per di più priva di un leader (Nichi è impegnato a fare il “mammo” e non ha più tempo per la politica, per fortuna). La destra si è sfarinata in una serie di partitini privi di qualsiasi strategia o linea politica. Il Partito della Nazione è già una realtà: l’attuale PD ha stabilmente occupato il centro, con qualche timida puntatina a sinistra e i piedi saldamente ancorati a destra. Berlusconi ha definitivamente seppellito il centro destra, Vendola ha fatto lo stesso con la sinistra. Il PD si trova in balia di un nocchiero ubriaco che non capisce nulla di economia e finanza e mastica poco anche di scienze politiche. Sa solo parlare, un cicaleccio continuo, petulante, molesto, irritante, privo di reale contenuto. Non venite a dirmi che i cinque stelle fanno opposizione: il movimento si sta lentamente sbriciolando, sbiadisce a vista d’occhio, si è appannato col tempo e ha perso di credibilità. In più, manca di una vera e propria cultura politica. Grillo e quel losco figuro di Casaleggio hanno finito con l’ammazzare la propria creatura, invece di farla camminare con le proprie gambe. Una democrazia senza opposizione finisce di essere una democrazia. Al punto in cui siamo, torna di gran moda il famoso film di Monicelli “Vogliamo i colonnelli”.