mercoledì 10 febbraio 2016

LE RADICI CRISTIANE DELL’OCCIDENTE. FU PAOLO AD INVENTARE, PIU’ CHE UNA RELIGIONE, LA NASCITA DELL’INDIVIDUO SOCIALE E SOLIDALE



Qualche anno fa si discusse animatamente sull'inserimento nella Costituzione europea di un riferimento alle "radici cristiane" della civiltà del nostro continente. Il tema, soprattutto sugli organi di comunicazione, assunse, come quasi sempre accade nel nostro Paese, una coloritura ideologica: un momento della classica e asfittica diatriba tra laici e cattolici, clericali e anticlericali.
Anche gli intellettuali pubblici, espressione per lo più di vecchie cultura politiche di marca illuministica, intervennero in modo casuale e prevedibile. Senza probabilmente conoscere gli studi che da vari anni stava portando avanti un autorevole storico delle idee di Oxford, allievo americano del grande Isaiah Berlin. Questi studi avrebbero poi messo capo alla pubblicazione, giusto due anni fa, di un volume di quelli che non è esagerato definire "epocali", nel senso che cambiano le prospettive e i modi di vedere storici al di là del senso e delle interpretazioni che si danno ai fatti. Sto parlando di Larry Siedentop e del suo L'invenzione dell'individuo.
Le origini del liberalismo occidentale che, dopo l'enorme successo e riscontro nel mondo anglosassone, esce ora nella traduzione italiana di Domenico Melidoro per i tipi di Luiss University Press (pagine 416, euro 24). "L'argomento principale di questo libro - scrive Siedentop- è che, nelle sue assunzioni fondamentali, il pensiero liberale è figlio del cristianesimo". In particolare, egli aggiunge, "il pensiero liberale emerse quando le intuizioni morali generate dal cristianesimo furono utilizzate contro un modello autoritario di Chiesa". Si tratta, come è noto, di una tesi non nuova, anche se minoritaria. Basti pensare a Benedetto Croce, che la espresse con chiarezza nel noto saggio del 1942 Perché non possiamo non dirci cristiani. Ma il pregio e l'enorme valore aggiunto dato dall'opera di Siedentop è di non limitarsi ad una analisi meramente concettuale o filosofica delle affinità e connessioni fra cristianesimo e liberalismo. La sua è piuttosto un'ampia storia che mostra in dettaglio, attraverso i graduali e spesso controversi processi della storia, l'emergere nel Medioevo, dallo sviluppo e riflessione (e messa in pratica politica) dei principi cristiani, delle strutture mentali o di pensiero che noi poi siamo soliti considerare come moderne. Arrivando persino, con un paradossale errore di prospettiva storica, a farle risalire, mercé la mediazione del Rinascimento italiano, alla cultura pagana di Grecia e Roma. Un errore avvalorato e propagatosi attraverso l'Illuminismo e la sua battaglia anticlericale. Nulla di più errato!
Come mostra chiaramente Siedentop, soprattutto nella prima parte del suo libro, quella cristiana, formalizzata da Paolo, fu una vera e propria rivoluzione mentale: la cultura pagana aveva come suoi presupposti da una parte la famiglia come entità sociale di base (le stesse polis non erano che alleanze fra clan familiari) e dall'altra l'idea di una strutturale diseguaglianza sociale fra gli esseri umani. Uomini e donne, patrizi e plebei, liberi e servi: ognuno aveva nella struttura sociale antica un posto preciso e prestabilito a somiglianza di quel che per loro era il cosmo. Lungi dall'essere una società secolare, quella antica era una società ove la religione entrava e definiva lo stesso focolare domestico. Il cristianesimo ruppe con questa mentalità. Lo fece attraverso la forza rivoluzionaria dell'idea di individuo, cioè dell'autonomia della coscienza morale (in rapporto diretto con Dio), e dell'idea conseguente dell'uguaglianza morale dell'umanità. Lo stesso matrimonio monogamico e indissolubile fu concepito come una forma di protezione e difesa della donna, moralmente uguale all'uomo per i cristiani.
L'idea di "libertà eguale", sviluppata teoricamente dai canonisti e nelle Università del tardo Medioevo, nonché dai movimenti monastici dei domenicani e dei francescani, fu fatta propria dal Papato. Gli stessi Stati sovrani nacquero successivamente a imitazione della razionalizzazione del potere realizzata dalla Chiesa fra dodicesimo e quattordicesimo secolo. Il secolarismo liberale non è l'opposto, ma l'inveramento dell'umanismo cristiano. Capisco che quelle di Siedentop sono idee in contrasto col nostro senso comune, ma i progressi storici, anche di storia delle idee, si realizzano solo avendo il coraggio dell'anticonformismo. Che non deve essere velleitario, ma documentato e provato, come qui accade, con la solidità dei fatti e dei ragionamenti.