giovedì 14 maggio 2015

UN ASINO IN CATTEDRA



Ricordate Celentano quando, nella trasmissione del sabato sera, scrisse su una lavagna (con la calligrafia da semianalfabeta che gli è propria) una frase diventata storica “la caccia e contro l’amore” rigorosamente con la “e” non accentata? Era il 1987 ed il Molleggiato cominciò così la sua carriera di “predicatore” dimostrando senza ombra di dubbio, come egli stesso ammise, di essere “il re degli ignoranti”.
Insomma per alcuni potrebbe suonare come un’offesa, per altri invece l’importante è essere il “re”, di cosa non importa.
Ebbene Renzi anche se solo tredicenne, avrebbe fatto bene a ricordarsi la gaffe di Celentano, invece ha voluto correre lo stesso rischio, e, dal punto di vista della “comunicazione”, si è dimostrato uno sprovveduto.
Personalmente non ho mai capito perché venga riconosciuta a Renzi una certa abilità nel comunicare, l’unica capacità che gli riconosco è la velocità con la quale digita sulla tastiera, un’attitudine certamente apprezzabile per una segretaria, ma null’altro.
Negli ultimi tempi, poi, sta assumendo sempre più atteggiamenti da smargiasso che non lo aiutano ad attirarsi simpatie, ed in particolare è stato criticato da una delle categorie più numerose fra i dipendenti pubblici, quella dei professori.
Renzi allora, con l’arroganza tipica di chi si “è montato la testa” ha voluto fare un gesto che, dal punto di vista della comunicazione, non lasciava dubbi, era una provocazione bella e buona.
Anziché con le solite slide, si è fatto riprendere mentre con dei gessetti colorati scriveva sulla lavagna incensando la propria “riforma”.
Il messaggio era inequivocabile colui che “scrivere sulla lavagna” è, per antonomasia, il professore, quindi il Premier, visto che si rivolgeva a loro, si ergeva a “professore dei professori”, insomma, in parole povere era come se dicesse “ora vi insegno io”.
Un gesto, sempre dal punto di vista della comunicazione, assolutamente da evitare per un personaggio pubblico, estremamente pericoloso, perché ti espone a figuracce, avrebbe avuto tutti i fucili puntati contro qualora avesse fatto anche il minimo errore.
Pensateci un attimo: un errore di grammatica, sintassi o quel che volete, su una slide, viene passato per un “refuso tipografico”, lo stesso errore scritto da una persona sulla lavagna viene interpretato in tutt’altro modo e chi lo commette passa immediatamente per ignorante (per questo Renzi avrebbe fatto bene a ricordarsi di Celentano).
Ebbene cosa scrive Renzi sulla lavagna?
scrive … cultura “umanista” (anziché umanistica ovviamente)
I professori (quelli veri) non aspettavano altro che l’ebetino di Firenze si dimostrasse tale e lo hanno “impallinato” prendendolo per i fondelli su tutti i social network.
Quando capirà l’ebetino che se sei nato mulo non potrai morire cavallo di razza? (source)