Con il termine di assistenza sanitaria è di pacifico
intendimento far riferimento all'insieme delle prestazioni ed iniziative volte
alla prevenzione e cura della salute. Noi italiani da quando nasciamo
percepiamo quasi osmoticamente come l'assistenza sanitaria sia un diritto
insindacabile ed imprescindibile, meglio ancora un diritto che la nostra
vetusta Costituzione sancisce con quella intonazione pomposa del primo
capoverso all'articolo 32 (La Repubblica tutela la salute come fondamentale
diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure
gratuite agli indigenti). Diamo per scontato che le cure e tutte le loro manifestazioni
pratiche (farmaci, protesi, visite, ricoveri, degenze e cosi via) debbano
essere fruibili a tutti indistintamente dalla classe sociale di appartenenza e
soprattutto debbano essere gratuite a prescindere dall'aspetto meritocratico per cui queste vengono
richieste (tralasciamo per adesso l'applicazione del ticket sanitario). Quando
pensiamo agli Stati Uniti ci viene da rabbrividire sapendo che ognuno si deve
arrangiare e procurarsi privatamente la propria copertura sanitaria.
Stranamente anche gli Statunitensi rabbrividiscono pensando alla fiscalità
della copertura sanitaria italiana.
Non riescono a capire perchè il singolo contribuente
deve partecipare alla copertura delle spese sanitarie altrui. Ovviamente Stati
Uniti ed Italia rappresentano i due estremi che individuano i modelli operativi
di intervento per la copertura sanitaria: totalmente pubblica o totalmente
privata. Pensate che attualmente proprio Obama ha raggiunto il minimo di
consenso e popolarità proprio grazie alla sua volontà di istituire l'Obama
Care (tecnicamente conosciuto con il nome di Patient Protection and Affordable
Care Act), la tanto denigrata copertura federale che promette assistenza
sanitaria generica a circa 38 milioni di americani indigenti: per lo
statunitense medio il tutto è visto quasi fosse una sorte di crimine
federale o una scandalo nazionale. Ma torniamo a noi: la soluzione di
ottimo con grande presunzione si posiziona ad un livello intermedio nel senso
che lo stato sociale deve garantire cure ed assistenza in prossimità di casi
conclamati di vita o di morte o innanzi a malattie genetiche e severe
patologie mortali, eliminando invece tutte quelle attenzioni e cure tipiche di
patologie generiche o croniche frutto solitamente di scarsa o addirittura
inesistente prevenzione da parte del singolo contribuente.
Su questa base ho voluto sviluppare ed articolare la
sezione denominata Salute ed Assistenza Sanitaria all'interno del mio Maniesto Economico in cui gli
attuali oneri di assistenza e copertura sanitaria vengono splittati in due aree
di competenza, una pubblica generica ed una privata dedicata. Sono rimasto
molto sorpreso dal livello di consenso ed approvazione ricevuto, pur
considerando l'impopolarità della proposta, soprattutto dal personale
medico e sanitario. Non nego anche le email di insulto dai contenuti incivili
recapitatemi anonimamente da chi contestava e denigrava con veemenza la sua
ipotetica applicazione, soprattutto non concependo il perchè pagare
privatamente quando la fiscalità diffusa oggi garantisce tutti. Su questo
vorrei che ognuno si soffermasse a quanto segue: la spesa sanitaria in Italia
nel 2012 è costata 112 miliardi di euro, oltre il 7% del PIL del paese, un
capitolo di spesa che cresce mediamente tra il 3/4% all'anno (abbastanza
comprensibile a fronte dell'invecchiamento della popolazione e
dell'allungamento della speranza di vita). La legge di bilancio ha stimato
per competenza in 500 MLD i costi di esercizio comprensivi degli interessi
per il 2012, questo significa che la sanità nazionale pesa oltre il 22% se
rapportata alla copertura delle rispettive entrate fiscali.
Ora fate
questa simulazione: supponiamo che guadagnate 20.000 euro all'anno lordi e dopo
aver versato tasse e ritenute ve ne restano 12.000 euro come reddito
disponibile netto, possiamo idealmente quantificare in quasi 1.800 euro l'onere
fiscale della vostra assistenza sanitaria nazionale (calcolati come il 22%
di 8.000 euro). Quindi in poche parole pagate ogni anno circa 1.800 euro per
usufuire dell'assistenza sanitaria “gratuita tutto compreso” (magari anche se
non ne avrete mai necessità). Ma se è tutto gratuito, ticket a parte, grazie
alle tasse che avete già pagato, mi spiegate perchè quando vi rivolgete
al servizio sanitario nazionale e desiderate fruire in tempi rapidi (entro
trenta giorni ad esempio) di una prestazioni mediche specifica o anche urgente siete
costretti a rivolgervi alle strutture convenzionate e pagare privatamente
il servizio richiesto in quanto il servizio pubblico (che pagate) non è in
grado di erogarvi la prestazione i tempi ragionevoli ? Mi sembra come pagare
la polizza RCA per l'assicurazione sul propria vettura ed in presenza di un
sinistro/incidente la compagnia di assicurazione vi dice di pagare con denaro
vostro il danno per cui vi siste assicurati ! Evviva l'articolo 32 della
Costituzione, mi raccomando continuamo a tenere il paese ancorato a idealismi
medioevali e fallimentari.
Eugenio Benetazzo –
eugeniobenetazzo.com