lunedì 9 dicembre 2013

NEL 2014 6,1 MILIARDI DI NUOVE TASSE



Nel 2014 la pressione fiscale diminuirà dello 0,1 per cento, ma nonostante ciò, gli italiani pagheranno quasi 6,1 miliardi di euro di nuove tasse”. A fare ancora una volta i conti in tasca agli italiani è la Cgia, che in un comuncato spega che
se in un primo momento tutto ciò può sembrare un paradosso, in realtà, visti i dati presentati il 29 ottobre scorso dal ministro Saccomanni nell’audizione tenutasi presso le Commissioni riunite di Camera e Senato, le cose andranno proprio in questo modo a meno che il Parlamento non le modifichi in sede di approvazione del disegno di legge sulla Stabilità.
La Cgia è partita analizzando proprio i dati presentati dal Ministro, che illustravano nel 2014 che la pressione fiscale si attesterà al 44,2 per cento, 0,1 punti in meno rispetto al 2013. E ha ricordato che la pressione fiscale è data dalla somma tra la pressione tributaria e quella contributiva, aggiungendo che la pressione tributaria è il rapporto tra la somma delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e il Pil e che questo indicatore attiene al criterio del sacrificio (l gettito di imposte, tasse e tributi va a finanziare i beni comuni, come la sanità, la giustizia, la scuola, etc.) mentre la pressione contributiva è il rapporto tra il gettito dei contributi previdenziali e il Pil e che questo indicatore, invece, attiene al criterio del beneficio. Più soldi verso allo Stato, maggiore sarà la pensione che otterrò una volta terminato.


In termini assoluti quindi le entrate tributarie cresceranno, rispetto al 2013, di oltre 17 miliardi di euro. Undici miliardi saranno riconducibili alla crescita nominale del Pil che trascinerà verso l’alto il gettito di imposte, tasse e tributi, gli altri sei, invece, graveranno sulle tasche di tutti noi a seguito, spiega la Cgia, che fa tutto un calcolo dettagliato:
dell’aumento dell’Iva avvenuto a partire dallo scorso primo ottobre (+ 3,17 miliardi di euro);
della diminuzione della deduzione forfetaria dal 15 a 5 per cento in capo ai locatori (627 milioni di euro);
dell’incremento del gettito Iva dovuto allo sblocco dei pagamenti della Pubblica Amministrazione (600 milioni di euro);
del ritocco all’insù delle accise sui carburanti, sul vino, sulla birra, etc. (284 milioni);
dell’incremento dell’Iva sugli alimenti e le bevande in vendita presso i distributori automatici (104 milioni di euro);
di altri 1,108 miliardi di euro di maggiori entrate nette “introdotte” dal disegno di legge sulla Stabilità, così come approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nelle settimane scorse.

Pertanto, nel 2014 la pressione tributaria salirà al 30,5 per cento, 0,2 punti in più del valore raggiunto quest’anno.

Rispetto al 2013, invece, le entrate contributive aumenteranno di oltre 1,9 miliardi di euro: le ragioni vanno ricercate negli aumenti delle aliquote previdenziali che interesseranno i lavoratori autonomi e nell’incremento del gettito contributivo in capo ai lavoratori dipendenti per via degli aumenti contrattuali.

Nonostante ciò, la pressione contributiva scenderà di 0,3 punti attestandosi al 13,7 per cento. Questa diminuzione del valore percentuale si verificherà perché l’anno prossimo il Pil crescerà in misura maggiore dell’incremento registrato dalle entrate contributive.

Nel comunicato si legge poi che “pertanto, sommando la variazione della pressione tributaria (+ 0,2) con quella contributiva (- 0,3) otterremo una diminuzione della pressione fiscale di 0,1 punti: quest’ultima si attesterà al 44,2%”.
Rispetto al 2013, gli italiani saranno chiamati a pagare 17 miliardi di tasse in più: 11 li possiamo ritenere indolori – dice la Cgia - perché derivano dall’aumento del reddito nazionale (più si produce ricchezza, maggiori solo le entrate), mentre gli altri 6 miliardi sono originati da precise disposizioni normative e rischiano di mettere in seria difficoltà soprattutto le famiglie”.
Se la diminuzione della pressione contributiva interesserà solo gli occupati, l’aumento di quella tributaria – spiega il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – ricadrà su tutti i cittadini, penalizzando soprattutto i pensionati e coloro che non lavorano. Purtroppo, questi ultimi non potranno beneficiare della contrazione del carico contributivo”.
Fonte: CGIA di Mestre