lunedì 29 ottobre 2012

VINCERA' L'ASTENSIONE. E DOPO?



Il test elettorale appena svoltosi in Sicilia parla chiaro: ha votato meno del 50% degli aventi diritto. Non è solo un dato locale, è sicuramente predittivo delle prossime politiche nazionali, in qualsiasi momento si tengano. Ovunque sposti lo sguardo non vedi che faciloneria, pressapochismo, dilettantismo, impreparazione, propensione a delinquere, idee vecchie con il vestito nuovo, professionisti imbolsiti della politica, cotti e stracotti. Le dichiarazioni di Berlusconi rilasciate sabato 27 ottobre parlano chiaro: si naviga a vista, si avanza tentoni, brancolando nel buio, non esiste neppure un progetto degno di questo nome di legge elettorale sul quale far convergere il consenso dei partiti. E’ bastato che Berlusconi si sia sfogato per una condanna relativa ad uno dei suoi mille processi, per mandare i mercati in fibrillazione e fare crollare la Borsa di Milano, bruciando milioni di euro. Un crollo di parecchi punti solo per la velata minaccia di elezioni anticipate. Stiamo sul filo del rasoio, basta un rumor sul mal di pancia di qualche politicante per farci mangiare  la polvere, aumentare lo spread di venti punti, colpire i titoli bancari, mandarci sull’orlo del fallimento, farci diventare il paese che succederà alla Spagna nella lista delle nazioni aiutate dalla troika. Il mondo intero è preoccupato per l’instabilità politica italiana: gli osservatori sanno benissimo che la nostra bussola è impazzita. Non abbiamo un nocchiero, tutti i partiti, con l’eccezione di Casini, sono contrari ad un Monti bis, ma allo stesso tempo sono divisi, litigiosi, rissosi, privi di idee concrete, del tutto inetti ad affrontare una crisi globale. Non esiste in parlamento un solo uomo capace di discernere qualcosa di economia e finanza. O sono invecchiati sui banchi di Motecitorio non facendo praticamente nulla (D’Alema) o  si sono improvvisati politicanti senza basi e senza costrutto. L’Europa sa bene che la nausea di questa classe politica impreparata e corrotta non potrà che condurre all’astensionismo da un lato e alla vittoria del populismo dall’altra. Arrivano gli uomini della provvidenza. Grillo , chiuso nella sua torre d’avorio cibernetica spara stupidaggini dalla mattina alla sera: basta leggere un suo discorso. Si affida all’improvvisazione, ma se uno dei suoi sproloqui viene messo per iscritto, al netto delle parolacce, non rimane che una misera demagogia da dilettanti, in quello che dice un terzo corrisponde alla verità , i rimanenti due terzi sono frutto della sua mente devastata, sono pura immaginazione. Un uomo che non sa distinguere un fondo hedge da un ETF non può governare un paese nel mirino degli speculatori, che non aspettano altro che il crollo della politica, seppellita dagli scandali e da quei delinquenti abituali che sono i nostri amministratori. Berlusconi voleva solo un salvacondotto per togliersi dalle scatole: è ovvio per tutti che si tratta di un malandrino che ha preso il potere grazie al suo impero mediatico, si è fatto le leggi su misura per scampare alla galera  e ha condotto il paese alla rovina economico finanziaria, al pari della Grecia. I magistrati potevano chiudere un occhio, assolverlo una volta per tutte, e ce lo saremmo tolto dalle scatole per sempre. E invece, questi esecutori indefessi della giustizia, con un senso di abnegazione degno di miglior causa hanno voluto comminargli 4 anni per farlo inviperire e tornare in campo, aumentando il livello di confusione di un  panorama politico già ingarbugliato, e facendo crollare borse e mercati, facendo diventare l’Italia il prossimo bersaglio della speculazione. Complimenti a questi ferrei esecutori della giustizia. Abbiamo assistito tutti alla conferenza stampa di sabato 27 ottobre: un uomo alle corde, con la bava alla bocca, la parola impastata, un uomo vecchio, in crisi. Una figura patetica ma ancora capace di distruggere il paese, potendo contare sul voto di un discreto numero di squilibrati. Ma se guardiamo alla sinistra non va meglio: Vendola è nei guai fino al collo, per l’ennesima storia di corruzione, Bersani è un brav’uomo senza idee, Renzi un parolaio, un guitto col dono della parola velleitario come un grillino, completamente ignorante in fatto di economia e finanza. Del PDL è meglio non parlare: senza Berlusconi figure come Alfano, Lupi o Cicchitto e Quagliarella sono talmente inconsistenti da sembrare sagome di cartone. Per questo prevarrà l’indignazione, la sfiducia, l’astensione. E i pochi voti spendibili se li prenderanno i dilettanti allo sbaraglio come Grillo. Siamo in piena emergenza economica, il nostro paese sta scivolando sulla stessa china della Spagna, le nostre banche stanno boccheggiando, e noi affidiamo il paese ad un comico. Ve lo immaginate Grillo in mezzo a Hollande e la Merkel? Eppure questo siamo, questo abbiamo prodotto. Dispiace per le generazioni più giovani votate ad una miseria sicura, ma questo, piaccia o meno, non è un paese europeo. Lo sono la Francia, la Spagna o il Portogallo. Un paese dominato dalla criminalità, sia essa organizzata (mafia, camorra, ‘ndrangheta) sia politico amministrativa, quella dei delinquenti abituali che ci hanno finora governato, non è degno di rimanere in Europa. Diciamolo pure, guardandoci allo specchio: se ci buttassero fuori dall’eurozona non avrebbero torto.