Il test elettorale appena
svoltosi in Sicilia parla chiaro: ha votato meno del 50% degli aventi diritto.
Non è solo un dato locale, è sicuramente predittivo delle prossime politiche
nazionali, in qualsiasi momento si tengano. Ovunque sposti lo sguardo non vedi
che faciloneria, pressapochismo, dilettantismo, impreparazione, propensione a
delinquere, idee vecchie con il vestito nuovo, professionisti imbolsiti della
politica, cotti e stracotti. Le dichiarazioni di Berlusconi rilasciate sabato
27 ottobre parlano chiaro: si naviga a vista, si avanza tentoni, brancolando
nel buio, non esiste neppure un progetto degno di questo nome di legge
elettorale sul quale far convergere il consenso dei partiti. E’ bastato che
Berlusconi si sia sfogato per una condanna relativa ad uno dei suoi mille
processi, per mandare i mercati in fibrillazione e fare crollare la Borsa di
Milano, bruciando milioni di euro. Un crollo di parecchi punti solo per la
velata minaccia di elezioni anticipate. Stiamo sul filo del rasoio, basta un
rumor sul mal di pancia di qualche politicante per farci mangiare la polvere, aumentare lo spread di venti
punti, colpire i titoli bancari, mandarci sull’orlo del fallimento, farci
diventare il paese che succederà alla Spagna nella lista delle nazioni aiutate
dalla troika. Il mondo intero è preoccupato per l’instabilità politica
italiana: gli osservatori sanno benissimo che la nostra bussola è impazzita.
Non abbiamo un nocchiero, tutti i partiti, con l’eccezione di Casini, sono
contrari ad un Monti bis, ma allo stesso tempo sono divisi, litigiosi, rissosi,
privi di idee concrete, del tutto inetti ad affrontare una crisi globale. Non
esiste in parlamento un solo uomo capace di discernere qualcosa di economia e
finanza. O sono invecchiati sui banchi di Motecitorio non facendo praticamente
nulla (D’Alema) o si sono improvvisati
politicanti senza basi e senza costrutto. L’Europa sa bene che la nausea di
questa classe politica impreparata e corrotta non potrà che condurre
all’astensionismo da un lato e alla vittoria del populismo dall’altra. Arrivano
gli uomini della provvidenza. Grillo , chiuso nella sua torre d’avorio
cibernetica spara stupidaggini dalla mattina alla sera: basta leggere un suo
discorso. Si affida all’improvvisazione, ma se uno dei suoi sproloqui viene
messo per iscritto, al netto delle parolacce, non rimane che una misera
demagogia da dilettanti, in quello che dice un terzo corrisponde alla verità ,
i rimanenti due terzi sono frutto della sua mente devastata, sono pura
immaginazione. Un uomo che non sa distinguere un fondo hedge da un ETF non può
governare un paese nel mirino degli speculatori, che non aspettano altro che il
crollo della politica, seppellita dagli scandali e da quei delinquenti abituali
che sono i nostri amministratori. Berlusconi voleva solo un salvacondotto per
togliersi dalle scatole: è ovvio per tutti che si tratta di un malandrino che
ha preso il potere grazie al suo impero mediatico, si è fatto le leggi su
misura per scampare alla galera e ha
condotto il paese alla rovina economico finanziaria, al pari della Grecia. I
magistrati potevano chiudere un occhio, assolverlo una volta per tutte, e ce lo
saremmo tolto dalle scatole per sempre. E invece, questi esecutori indefessi
della giustizia, con un senso di abnegazione degno di miglior causa hanno
voluto comminargli 4 anni per farlo inviperire e tornare in campo, aumentando
il livello di confusione di un panorama
politico già ingarbugliato, e facendo crollare borse e mercati, facendo diventare
l’Italia il prossimo bersaglio della speculazione. Complimenti a questi ferrei
esecutori della giustizia. Abbiamo assistito tutti alla conferenza stampa di
sabato 27 ottobre: un uomo alle corde, con la bava alla bocca, la parola
impastata, un uomo vecchio, in crisi. Una figura patetica ma ancora capace di
distruggere il paese, potendo contare sul voto di un discreto numero di
squilibrati. Ma se guardiamo alla sinistra non va meglio: Vendola è nei guai
fino al collo, per l’ennesima storia di corruzione, Bersani è un brav’uomo
senza idee, Renzi un parolaio, un guitto col dono della parola velleitario come
un grillino, completamente ignorante in fatto di economia e finanza. Del PDL è
meglio non parlare: senza Berlusconi figure come Alfano, Lupi o Cicchitto e
Quagliarella sono talmente inconsistenti da sembrare sagome di cartone. Per
questo prevarrà l’indignazione, la sfiducia, l’astensione. E i pochi voti
spendibili se li prenderanno i dilettanti allo sbaraglio come Grillo. Siamo in
piena emergenza economica, il nostro paese sta scivolando sulla stessa china
della Spagna, le nostre banche stanno boccheggiando, e noi affidiamo il paese
ad un comico. Ve lo immaginate Grillo in mezzo a Hollande e la Merkel? Eppure
questo siamo, questo abbiamo prodotto. Dispiace per le generazioni più giovani
votate ad una miseria sicura, ma questo, piaccia o meno, non è un paese
europeo. Lo sono la Francia, la Spagna o il Portogallo. Un paese dominato dalla
criminalità, sia essa organizzata (mafia, camorra, ‘ndrangheta) sia politico
amministrativa, quella dei delinquenti abituali che ci hanno finora governato,
non è degno di rimanere in Europa. Diciamolo pure, guardandoci allo specchio:
se ci buttassero fuori dall’eurozona non avrebbero torto.