mercoledì 10 ottobre 2012

PER FAVORE, MANDATELI A CASA



Il governo tecnico ha completamento esaurito la sua spinta vitale, il suo breve ciclo storico. Si trascina stancamente tra una manovra ragionieristica e tagli rigorosamente lineari. Il sottosegretario al’economia, Polillo, in vena di amenità, ci ha comunicato che non si tratta di una manovra finanziaria quella che sta per essere varata, e tanto meno si può parlare di tagli, la dizione esatta sarebbe: “manutenzione dei conti”. Il sottosegretario Polillo o vuole prenderci per i fondelli o quella sera, a Ballarò, aveva bevuto un bicchierino di troppo. Tagli sono, lineari. Il governo Monti ha le pile scariche, deve andare a casa. La spending review all’amatriciana eravamo capaci anche noi a farla. Anche un idiota con qualche cognizione ragionieristica sarebbe stato in grado di accentuare l’imposizione fiscale e tagliare la spesa pubblica come hanno fatto questi signori, che, a questo punto, non si capisce bene cosa stiano a fare al governo da qui alle prossime elezioni. Purtroppo il fatto che prima della consultazione elettorale debbano trascorrere sei mesi rende  questa strana compagine pericolosa. Il velleitarismo e la supponenza di questi personaggi avranno messo (si fa per dire) in sicurezza i conti, ma si sono fatti prendere la mano da una sorta di “cupio dissolvi”, e rischiano di farci arrivare alle elezioni subissati di tagli, con uno stato sociale a pezzi ed un welfare latitante. Bisogna fermarli, le manovre depressive, come sostengono unanimemente gli economisti, ci porteranno al baratro dal quale siamo scampati con il governo Berlusconi. E’ pur vero che con la classe politica che ci ritroviamo, non ci sono alternative a Monti, ma serve comunque un governo politico che ponga un freno alla smania isterica e scomposta di tagliare i soliti noti, quelli che le tasse le pagano ed hanno la più grande visibilità possibile. Intanto, l’ICI alla Chiesa è stata rinviata al 2013, cioè, in parole povere, a mai più. Ribadisco che un paese come il nostro, dove albergano truffatori, ladri e grassatori di ogni specie, prostitute d’alto bordo, tenutarie di bordelli, lenoni da lupanare, corrotti, evasori ed elusori, dilapidatori di finanze pubbliche, politicanti ignoranti incapaci anche di parlare, non è in Europa. Anche geograficamente, basti pensare al bacino del Mediterraneo e alla nostra vicinanza con la Tunisia, siamo il paese più settentrionale dell’Africa.

CON LA NUOVA MANOVRA FISCALE PRESTO LA FAME
Di Paolo Cardenà
Cari signori, ricordatevi bene questo giorno perché, da qui in avanti, il processo di impoverimento di questa nazione e soprattutto delle classi più deboli, subirà un salto di qualità impressionante.
In barba a quanto segnalato proprio ieri dall’ISTAT, che ha denunciato che in Italia, nel secondo trimestre del 2012, il potere di acquisto delle famiglie si è ridotto del 4.1% rispetto alla stesso periodo dell’anno precedente, nella notte, il Governo ha varato l’ennesima stangata che andrà a colpire proprio le classe più debole e quella media del Paese, determinando un ulteriore impoverimento generalizzato.
Con la manovra di stabilità varata dal Governo e propedeutica (secondo la loro visione) al raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013, vengono ridotte di un punto percentuale le aliquote IRPEF più basse (dal 23% al 22% e dal 27% al 26%).
Questo provvedimento solo apparentemente produrrà degli effetti positivi nelle tasche degli italiani poiché, già dal prossimo luglio, l’IVA che come è noto colpisce i consumi, verrà aumentata dell’1% e quindi l’aliquota al 10% passerà all’11%, mentre quella al 21% raggiungerà il 22%.
Questo provvedimento, andrà a colpire ancora una volta le classi meno abbienti del paese e soprattutto quelle più bisognose, costrette a vivere con io redditi più bassi (pensionati e lavoratori dipendenti). In Italia, i redditi più bassi (ad esempio quelli riconducibili al livello delle pensioni più basse), sono già completamente detassati per effetto delle detrazioni da pensione e/o lavoro dipendete, che annullano il prelievo fiscale a carico del contribuente. Quindi, con questa manovra, il pensionato o chi vive di basso reddito, non troverà alcun giovamento per il taglio dell’Irpef praticato dal Governo.
Allo stesso tempo, subirà l’impatto dell’aumento dell’IVA che colpirà i consumi di beni che sconteranno le nuove aliquote poste all’11% e al 22%, comprimendo ancora di più la capacità di spesa delle famiglie, già ridotta all’osso.
Ma l’aumento dell”Iva non è l’unica beffa che subiranno le classi meno agiate, poiché gli aumenti delle imposte indirette (IVA), determineranno degli effetti inflattivi dovuti anche agli arrotondamenti (in eccesso) che la catena di distribuzione e commercializzazione dei beni praticheranno sui prezzi dei beni, colpendo il consumatore finale che si vedrà diminuito il potere di acquisto.
Inoltre, il Governo, nello stesso provvedimento, ha previsto anche un aumento delle franchigie per le detrazioni di imposta e introdotto un tetto massimo alle detrazioni, che farà aumentare il carico fiscale anche per i redditi superiori ai 15.000, favorendo un ulteriore impoverimento della classe media, che accelererà la discesa verso il disagio economico e sociale e verso gli inferi della povertà.