venerdì 12 agosto 2016

PRIMO LUGLIO DI FESTA



“Siete invitati a una festa, che durerà due giorni. Non ci sono regole. Indossate ciò che volete, dite ciò che pensate, cantate, ballate, pregate, ma non piangete davanti a me. Ok, una regola c’è”. Erano i primi di luglio quando amici e parenti di Betsy Davis hanno ricevuto questa e-mail. Un invito a un party di addio, che si sarebbe concluso con il suicidio assistito della 41enne californiana, malata terminale di Sla.
Betsy da tempo aveva deciso di interrompere le cure e una nuova legge entrata in vigore negli Stati Uniti le ha concesso di prendere una dose letale di farmaci. Nell'organizzare il suo party di addio la donna ha programmato tutto nei dettagli: all'orario previsto, dopo due giorni di musica e risate, è tornata nel suo letto, circondata dagli amici, per poi scivolare in un coma dal quale non si sarebbe più svegliata.
Quei due giorni sono raccontati nelle immagini dell'Associated Press. Una casa con portico in una cittadina a sud della California fa da placido sfondo alle ultime ore di Betsy. Un'atmosfera distesa è palpabile dagli scatti: quella calma, stanca e serena, che accompagna solitamente i viaggi di ritorno. Nei sorrisi, negli sguardi, si percepisce qualcosa di definitivo e finale. Niente lacrime, però, la promessa è stata mantenuta.
Betsy, d'altronde, li aveva avvertiti."Sarà un party diverso da quelli ai quali avete partecipato in passato. È richiesta resistenza emotiva”, aveva scritto nell'invito. Essere preparati non ha reso tuttavia il momento più facile, come ha spiegato uno dei presenti: “Per me e per tutti coloro che sono stati invitati è stato molto difficile, ma senza dubbio saremmo stati lì per lei. Andare a trascorrere un bel fine settimana che sarebbe terminato con un suicidio, dopo aver riso, scherzato e essersi divertiti, non era una cosa facile da pensare”.
Facile o meno loro erano lì per lei. Qualcuno ha portato un violoncello, un uomo ha suonato un’armonica. Ci sono stati cocktail, pizza e la proiezione di uno dei suoi film preferiti.
“Ovviamente è stato difficile per me. Lo è ancora adesso”, ha raccontato la sorella, “Gli amici hanno capito quanto soffriva e rispettato la sua decisione. Hanno fatto in modo che fosse un’occasione gioiosa. Quello che Betsy ha fatto le ha dato la più bella morte che qualsiasi persona potrebbe desiderare”.