venerdì 8 aprile 2016

SU DUE ARGOMENTI PAPA FRANCESCO CHIUDE BRUSCAMENTE: ABORTO ED EUTANASIA



Primo sì ai sacramenti ai risposati. Ennesimo no a nozze gay, aborto ed eutanasia.
È un papa riformista ma non troppo quello che ha apposto la sua firma all'Amoris Laetizia, l'esortazione apostolica con la quale sono state tirate le somme dell'analisi sulla famiglia voluta da Francesco e portata avanti per più di due anni.
Una conclusione che, di fatto, rilancia il dibattito sulle questioni al centro dei sinodi 2014 e 2015.
Lo fa nella misura in cui i dettami restano rigidi, perché, va detto, «in nessun modo la Chiesa deve rinunciare a proporre l'ideale pieno del matrimonio». Ma uno spiraglio per chi vive situazioni familiari «irregolari», compresi i divorziati risposati, si apre per la prima volta.
DIVISIONE INTERNA AL SINODO. Nelle 260 pagine del testo, il papa affronta tutte le criticità che hanno messo in crisi la pastorale contemporanea: dai fallimenti matrimoniali all'omosessualità, dalle unioni civili alla contraccezione.
Non esitando a ricordare come perfino tra i ministri della Chiesa ci si sia divisi tra «un desiderio sfrenato di cambiare tutto senza sufficiente riflessione o fondamento» e un atteggiamento «che pretende di risolvere tutto applicando normative generali o traendo conclusioni eccessive da alcune riflessioni teologiche».
Una frattura emblema delle accese discussioni che hanno caratterizzato l'ultimo sinodo. Anche per questo, nell'Amoris Laetizia ci sono passi in avanti, esitazioni e compromessi, ma anche alcuni silenzi, in attesa, recita l'esortazione, della maturazione del «discernimento» all'interno della chiesa. Il tutto in perfetto stile gesuita.
POSSIBILE COMUNIONE AI RISPOSATI. Di certo, la mano tesa ai divorziati richiama l'aspetto più progressista di Francesco, malgrado venga inteso che la concessione dev'essere valutata caso per caso. «I divorziati che vivono una nuova unione», scrive Francesco, «possono trovarsi in situazioni molto diverse, che non devono essere catalogate o rinchiuse in affermazioni troppo rigide senza lasciare spazio a un adeguato discernimento personale e pastorale». «È possibile», prosegue, «un nuovo incoraggiamento a un responsabile discernimento personale e pastorale dei casi particolari, che dovrebbe riconoscere che, poiché il grado di responsabilità non è uguale in tutti i casi, le conseguenze o gli effetti di una norma non necessariamente devono essere sempre gli stessi».
«Ai sacerdoti», dice dunque il papa,  «ricordo che il confessionale non dev'essere una sala di tortura bensì il luogo della misericordia del Signore. E ugualmente segnalo che l'Eucaristia non è un premio per i perfetti, ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli». I cambiamenti per i divorziati risposati ci saranno nella pratica a seconda della ricezione che vescovi e preti daranno al documento. Ma è chiara la direzione in cui Francesco intende guidare una Chiesa alle prese con enormi cambiamenti socio-culturali.
FERMO NO ALLE NOZZE GAY. Sulle nozze tra persone dello stesso sesso, invece, la linea resta netta.
La persona omosessuale «va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare 'ogni marchio di ingiusta discriminazione' e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza». «Non esiste», tuttavia, «fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia».
Una posizione ferrea, quella portata avanti dal pontefice, nella quale resta inaccettabile il fatto «che le Chiese locali subiscano delle pressioni in questa materia e che gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri all'introduzione di leggi che istituiscano il 'matrimonio' fra persone dello stesso sesso».
OBBLIGO MORALE DELL'OBIEZIONE DI COSCIENZA. Nell'Amoris Laetizia, infine, la famiglia protegge la vita in ogni sua fase e anche al suo tramonto.
Perciò, «a coloro che operano nelle strutture sanitarie si rammenta l'obbligo morale dell'obiezione di coscienza». «Allo stesso modo, la Chiesa non solo sente l'urgenza di affermare il diritto alla morte naturale, evitando l'accanimento terapeutico e l'eutanasia, ma 'rigetta fermamente la pena di morte».
Il papa condanna duramente «gli interventi coercitivi dello Stato a favore di contraccezione, sterilizzazione o addirittura aborto. Tali misure sono inaccettabili», rileva Bergoglio facendo notare che non solo vengono adottate in Paesi con alto tasso di natalità, ma «i politici le incoraggiano anche in alcuni Paesi che soffrono il dramma di un tasso di natalità molto basso».
In ogni caso, la «dimensione erotica dell'amore» non deve in nessun modo essere intesa «come un male permesso o come un peso da sopportare per il bene della famiglia». La sessualità, scrive Francesco, «è un regalo meraviglioso di Dio per le sue creature», che «abbellisce l'incontro tra gli sposi».