martedì 5 aprile 2016

MARO': CRONACA DI UN DISASTRO



Potrebbe durare «altri 3 o 4 anni» l'arbitrato internazionale sul caso dei marò, come paventato dall'Italia oggi all'udienza all'Aja per il rientro di Salvatore Girone. La decisione sulle misure provvisorie a tutela del Fuciliere arriverà tra la fine di marzo e l'inizio di aprile.
Poi il Tribunale arbitrale entrerà nel merito della questione sulla giurisdizione del caso.
IN ATTESA DI UN PROCESSO. Prigioniero in attesa di verdetto, quindi. Anzi, di un processo, e persino di conoscere quale tribunale lo deve processare.
A spiegarlo è stato l'ambasciatore Francesco Azzarello, agente del governo italiano, che al tribunale dell'Aja chiede il ritorno in Italia di Girone, ormai da anni 'ospite' dell'ambasciata italiana in India dopo essere stato prigioniero in Kerala col commilitone Latorre.
«L'unica ragione per cui il sergente Girone non è autorizzato a lasciare l'India è perché rappresenta una garanzia che l'Italia lo farà tornare a Delhi per un eventuale futuro processo», ha spiegato l'ambasciatore Azzarello, «ma un essere umano non può essere usato come garanzia per la condotta di uno Stato».
Ecco quali sono i tempi dell'arbitrato:
 
DURATA MEDIA. In base ai casi affrontati in passato da un Tribunale arbitrale, la durata media è di 3 anni, 3 mesi e 23 giorni;
16 SETTEMBRE 2016. L'Italia deve presentare una Memoria scritta.
31 MARZO 2017. L'India presenta a sua volta una Memoria scritta;
28 LUGLIO 2017. L'Italia presenta una prima replica;
1 DICEMBRE 2017. Tocca all'India presentare la replica;
2 FEBBRAIO 2018. L'Italia ha la possibilità di presentare un'ulteriore contro-replica;
AGOSTO 2018. In base alle regole stabilite dal Tribunale, i cinque giudici avranno 6 mesi di tempo dall'ultima replica italiana per decidere, arrivando così all'estate del 2018;
RISERVA DEL TRIBUNALE. Il Tribunale arbitrale si riserva inoltre di poter allungare la presentazione delle rispettive dichiarazioni 'in accordo con le Parti';
ECCEZIONI PRELIMINARI. L'intero calendario potrebbe tuttavia slittare ulteriormente nel caso l'India presentasse 'eccezioni preliminari' di vario genere.
Tutte le tappe della vicenda
Quasi 50 mesi di attese, rinvii e qualche spiraglio rimasto tale: sono passati quattro anni da quel 15 febbraio del 2012 quando a bordo della E. Lexie i due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, furono accusati di aver ucciso due pescatori indiani.
Ecco una breve cronologia della lunga vicenda:
15 febbraio 2012: I marò in servizio antipirateria sulla Enrica Lexie sparano, secondo l'accusa, contro il peschereccio St.Antony scambiandolo per una barca di pirati e uccidono due pescatori. Gli italiani sostengono di aver sparato solo colpi di avvertimento.
19 febbraio 2012: I due militari vengono fatti scendere dalla nave a Kochi e fermati.
28 febbraio 2012: Interviene il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura. Per l'Italia la vicenda coinvolge 'organi di Stato operanti in contrasto antipirateria sotto bandiera italiana, in acque internazionali'.
5-6 marzo 2012: Il giudice manda i due militari in carcere a Trivandrum.
30 maggio 2012: L'Alta Corte del Kerala concede la libertà su cauzione.
20 dicembre 2012: In attesa del verdetto della Corte Suprema su giurisdizione, viene concessa una licenza di due settimane per Natale.
4 gennaio 2013: I due marò tornano in India.
18 gennaio 2013: La Corte Suprema stabilisce che il Kerala non ha giurisdizione, il caso viene trasferito a New Delhi.
22 febbraio 2013: Ai due militari viene concesso un nuovo permesso in Italia per quattro settimane per poter votare.
11 marzo 2013: L'Italia annuncia che non rientreranno in India il 22 marzo perché New Delhi ha violato il diritto internazionale. Il premier indiano minaccia 'seri provvedimenti'.
22 marzo 2013: I due militari ripartono per l'India e tornano presso l'ambasciata d'Italia a New Delhi.
26 marzo 2013: Il ministro degli Esteri Giulio Terzi si dimette contro la decisione.
30 marzo 2013: Le nuove indagini vengono affidate alla polizia antiterrorismo Nia.
10 aprile 2013: Il premier indiano garantisce che 'il caso non comporta la pena capitale'.
26 aprile 2013: La Corte Suprema non interviene sulla scelta della polizia. Le indagini restano affidate alla Nia, nonostante la forte opposizione italiana.
3 maggio 2013: Il premier Enrico Letta nomina De Mistura inviato speciale.
10 luglio 2013: Latorre e Girone vengono interrogati dalla Nia.
11 novembre 2013: Quattro altri Fucilieri della Enrica Lexie sono interrogati in videoconferenza nell'ambasciata indiana a Roma.
27 gennaio 2014: Missione parlamentare italiana in India.
26 marzo 2014: De Mistura dichiara: 'L'Italia punta all'internazionalizzazione del caso'.
 28 marzo 2014:  Corte Suprema stabilisce che 'non sarà applicata la legge antiterrorismo Sua Act' che prevede la pena capitale.
 28 maggio 2014:  Il legale dei marò viene nominato Attorney General.
 2 giugno 2014:  In collegamento con il Parlamento, Girone esclama: 'Abbiamo obbedito ad un ordine e mantenuto la parola. Dopo due anni ancora qui!'.
 31 agosto 2014:  Latorre perde conoscenza in casa per un'ischemia. È ricoverato in ospedale a New Delhi.
 6 settembre 2014:  Latorre presenta una richiesta di rientro in Italia e il giorno dopo viene dimesso dal Sir Ram Ganga Hospital.
 12 settembre 2014:  Sì all'istanza di rientro di Latorre in Italia per quattro mesi. Il giorno dopo il marò arriva in Puglia.
 16 novembre 2014:  La Corte Suprema dice 'no' alla richieste di Latorre (proroga della permanenza in Italia) e Girone (licenza in famiglia). Viene fissata un'udienza per il 9 marzo.
 17 novembre 2014:  L'ambasciatore italiano a New Delhi, Daniele Mancini, viene chiamato a Roma per consultazioni.
 2  gennaio 2015: Ricovero di Latorre a San Donato, tre giorni dopo viene operato al cuore.
14 gennaio 2015: Ok della Corte Suprema a una nuova richiesta di Latorre di rimanere altri tre mesi in Italia.
15 gennaio 2015: Il parlamento europeo approva una risoluzione pro-marò che l'India giudica 'inopportuna'.
3 febbraio 2015: Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella esprime l'auspicio che la 'vicenda trovi al più presto soluzione positiva'.
9 aprile 2015: La Corte Suprema indiana concede a Latorre di prolungare la degenza in Italia di altri tre mesi per continuare le cure.
13 luglio 2015: La procura indiana accetta in Corte suprema il procedimento di arbitrato internazionale presentato dall'Italia presso la Corte permanente di arbitraggio (Cpa) e acconsente a estendere di 6 mesi il permesso in Italia di Latorre.
21 luglio 2015: L'Italia fa ricorso al Tribunale internazionale del diritto del mare (Itlos) di Amburgo, chiedendo che fino alla sentenza arbitrale Latorre resti in Italia e Girone rientri.
24 agosto 2015: Il Tribunale di Amburgo decide che, in attesa della conclusione dell'arbitrato, 'Italia e India devono sospendere ogni iniziativa giudiziaria e non intraprenderne di nuove che possano aggravare la disputa'. Viene quindi tolta la giurisdizione all'India, ma non viene accolta la richiesta italiana per il rientro di Girone in Italia e la permanenza di Latorre in Italia.