Siamo abituati ad utilizzare il termine shock o a
sentire menzionato questo termine nella maggior parte delle volte con una
connotazione negativa. Per definizione si usa nel linguaggio quotidiano quando
si è sottoposti ad una condizione di stress improvviso e molto intenso.
Nonostante i grandi proclami e la sovraesposizione mediatica che lo hanno
preceduto sino alla sua insediatura non convenzionale, il Governo di Matteo
Renzi è privo di effetto shock. L'Italia ha bisogno proprio di questo,
tutto il resto è pura conversazione per consentire lo svolgimento dei vari talk
show su scala nazionale. La stessa Europa, per quanto odiata con diversi
livelli di risentimento dal tessuto sociale si aspetta, o meglio si aspettava
questo da Superman Renzi. Shock che purtroppo non solo non è arrivato, ma
nemmeno sembra essere in gestazione. Gli 80 euro mensili promessi in busta
paga entro la fine del prossimo maggio potranno creare enfasi per qualche
settimana come tema di discussione, tuttavia anche qualora effettivamente
arriveranno non cambieranno l'outlook del Paese. Chi pensa che questa
improvvisa ma modesta quantità di reddito netto disponibile possa rimettere in
moto il volano interno dei consumi dubito che conosca con genuinità il
sentiment delle famiglie e delle imprese.
Oggi di denaro e liquidità ve ne è letteralmente un
oceano, purtroppo questa massa di risorse finanziarie non viene messa in
circolazione da chi potrebbe per due motivazioni determinanti, entrambe
endogene: per primo lo stato di polizia e vessazione fiscale che i
precedenti governi hanno voluto instaurare - Monti & Letta - che induce
anche chi potrebbe e vorrebbe spendere a rinunciare, preferendo magari
effettuare alcune spese rilevanti al di fuori dei nostri confini: pensiamo a
chi va in Austria o in Svizzera per prenotare le vacanze esotiche all'estero in
modo da non comunicare il proprio codice fiscale all'intermediario che
riceve il pagamento. La seconda motivazione è legata invece alla percezione del
rischio e ad uno stato mentale di allerta per il futuro: in buona sostanza
siamo tutti abbastanza convinti che i prossimi anni saranno peggiori degli
attuali e questo ci spinge per ragioni di prudenza a risparmiare il più
possibile nell'attesa di tempi ancora più cupi. Solo un effetto shock endogeno
(ovvero prodotto dall'interno) potrebbe mutare questo momento di
recessione, depressione e costrizione economica. A riguardo per provare a
comprendere che cosa potrebbe essere un effetto shock voglio riportarvi al
notissimo scherzo telefonico perpetrato dalla redazione radiofonica della Zanzara.
Durante quellla finta telefonata del 17 Febbraio
scorso, l'ignaro economista, Fabrizio Barca, ex Ministro della Coesione
Territoriale durante il Governo Monti ed oggi dirigente presso il Ministero
dell'Economia e delle Finanze, propose al suo interlocutore, un
imitatore che si spacciava per Nichi Vendola, il Governatore della Puglia,
quale soluzione per il rilancio del paese una mega patrimoniale da 400
miliardi come strategia di uscita dalla crisi economica.. All'uomo medio
della strada questo suona come una follia o l'ennesimo salasso a carico dei
contribuenti: tuttavia consente di produrre un effetto shock
all'economia in termini istantanei. Ora personalmente non condivido la
patrimoniale, ma condivido la necessità di ricreare quanto prima un effetto
shock inaspettato dalla portata economica ingente. Durante il resto della finta
telefonata, inoltre, l'ex ministro sollevava come a distanza di qualche mese ci
si sarebbe resi conto dell'inconsistenza delle proposte di Renzi e del
fatto che quando il Paese ne avrebbe preso atto, il clima generale sarebbe
notevolmente peggiorato. A riguardo vi invito a fare questa riflessione: avete
mai sentito in più di un mese dall'insediamento parlare almeno una volta il
ministro più importante dell'attuale governo ovverno Padoan ? L'avete mai
visto in un talk show esprimersi sul programma del governo ?
Per me il
tutto rappresenta una insolita anomalia rispetto ai precedenti esecutivi: non
mi stupirei se le estorte esternazioni di Barca venissero riconsiderate
tra qualche mese dalla stampa nazionale. Un possibile effetto shock, ad
esempio, che adesso si potrebbe produrre prenderebbe di mira la sfera del
pubblico impiego nelle amministrazioni pubbliche: i dipendenti dello Stato
devono poter essere licenziati, senza possibilità di ricollocamento, al pari di
quelli del settore privato. Sono proprio loro che oggi rappresentano la
supercasta degli intoccabili. Solo la piccola e media impresa privata in
compagnia di investitori esteri può rimettere in moto l'occupazione e questo
può verificarsi solo con una corporate tax rate al massimo del 20% e la
ridefinizione di un nuovo mercato del lavoro, più dinamico ed innovativo, in
cui si possa assumere e licenziare senza ostracismi o senza cause di
reintegro o vertenze legali con i sindacati. Di questo ne avevo già fatto
menzione ancora in Neurolandia nel
2012, pamphlet recentemente citato da Mario Giordano nel suo ultimo libro, Non
vale una lira. Ovviamento quanto sopra rappresenta forse più un sogno che
una possibilità concretamente operativa: deltronde in Italia chi tocca i
lavoratori pubblici muore. Ma se non si inizia attraverso una misura scioccante
a implementare una strategia in quella direzione allora sarà il Paese ad affrontare
una lenta e inesorabile morte, prima industriale e dopo economica.
Eugenio Benetazzo –
eugeniobenetazzo.com