Le cose stanno andando
esattamente come ci si aspettava. La richiesta di Monti di utilizzare i fondi
Efsf ed Esm direttamente per calmierare gli spread è stata gentilmente
declinata dai tedeschi, i quali affermano che “è eccessivo il panico di Roma e
Madrid sull'aumento degli spread, e che, comunque, ove ve ne fosse la
necessità, i due paesi possono richiedere l'aiuto dei due fondi che abbiamo
citato”. Intanto ci piacerebbe vedere la faccia dei tedeschi e sopratutto la
tenuta dei loro nervi se dovessero pagare interessi vicini al 7% sui loro
titoli di stato. Quando una cosa capita ad un altro, chissà perchè, è più
facile minimizzare. Ma la verità è un'altra. I tedeschi si sono preparati per
il Consiglio d'Europa del 28 e 29 giugno con il preciso intento di non modificare
un bel nulla, le solite vaghe dichiarazioni d’ intenti. Obbligare prima la Spagna
e poi l'Italia a ricorrere ai fondi Efsf ed Esm equivale ad obbligarli a cedere
una buona quota di sovranità, non solo sulla moneta, ma sulla politica tout
court. Ecco il vero intento dei
tedeschi. Riunire sotto la loro sovranità tutti gli altri paesi europei, che
diventerebbero satelliti della Germania, dei semplici vassalli. Dopo la
Spagna toccherà a noi, e dopo di noi alla Francia. Poi verranno Belgio ed Austria
e via dicendo. Nessuna unione bancaria, tantomeno politica. Bene, così non si
va avanti. Se Monti non batterà entro domani i pugni sul tavolo, dopo aver
fatto approvare una riforma del mondo del lavoro che è una autentica “boiata”
secondo il giudizio unanime degli osservatori, deve minacciare le proprie dimissioni.
Alla Merkel non farebbero tanto piacere, perchè la sostituzione di Monti
significherebbe l'accelerazione del processo di deflagrazione dell'euro. Tanto,
comunque, una volta tornato in patria a mani vuote, sarebbe, in pratica,
costretto ugualmente ad un passo indietro, venendogli a mancare i voti del PDL.
Bisogna far capire alla Germania che o accetta le ragionevoli condizioni poste
da Spagna, Italia e Francia, oppure si imbocca la strada del break up
dell'euro. E questo la Germani non lo vuole, dal momento che non le conviene.
Deve essere chiaro per tutti che non intendiamo far la fine della Grecia, e che
piuttosto siamo disposti a liberarci della moneta unica. Per la speculazione
internazionale è diventato un videogioco: una specie di tiro all'orso. Prima
hanno massacrato la Grecia, poi il Portogallo, poi l'Irlanda, adesso tirano
sulla Spagna, il prossimo bersaglio siamo noi, e poi si va avanti, fino
all'ultimo paese dell'eurozona. Sai che divertimento fare la fine dell'orso.
L'Euro è stato un fallimento pieno, soprattutto per noi che ci siamo entrati
con le condizioni più sfavorevoli possibili, ma non fa piacere a nessuno
tornare alla lira. Sappiamo bene quali insidie si annidano dietro la valuta
nazionale. Ma non siamo neppure disposti a continuare a prendere ordini da una
cricca di politicanti, burocrati e banchieri tedeschi, con un patetico Mario
Draghi, burattino nelle loro mani. Francia, Spagna e Italia sono sulla stessa
linea: non piace ai signori tedeschi? Bene, se ne vadano pure loro dall'euro,
le porte sono aperte. Dopo la seconda guerra mondiale, solo adesso ci rendiamo
conto di quale tragico errore sia stato consentire ai tedeschi di riunificarsi
e di abbattere il muro di Berlino. Sembrava una data fatidica, da ricordare per
sempre. E' stato, viceversa, un tragico errore. Non possiamo attenderci nulla
di buono da questo popolo predestinato a fare vittime, a provocare conflitti, pur perdendoli
regolarmente. Dopo il nazismo e la incancellabile vergogna dello sterminio
degli ebrei, dovevano essere condannati a vita a rimanere divisi, per scontare,
almeno in parte, l'orrore senza fine da loro provocato. Solo Primo Levi è
riuscito in pieno, con una scrittura minimalista, che non cede mai alla
retorica, tagliente come una lama, a descrivere compiutamente quello che un
popolo intero è stato capace di perpetrare nei confronti di un altro popolo.
Non ci sono e non ci possono essere attenuanti di sorta. I tedeschi sono sempre
tedeschi, il loro DNA non è cambiato, la storia non insegna nulla. La volontà di
potenza, di predominio, di sopraffazione li ha sempre contraddistinti, basta
leggere Nietsche o Wagner.