Comunicazione Pd, si cambia ancora. Sarà la #voltabuona?
Qualcosa, in effetti, si muove in casa dem. Galeotto lo scivolone sui migranti,
quell'«aiutiamoli a casa loro» diffuso sui canali social del partito,
col lungo strascico di malumori che ha provocato. Ma decisiva è stata
soprattutto la lettera di protesta dei giovani democratici di Milano che hanno
chiesto, senza giri di parole, un nuovo corso sulle strategie mediatiche del
Pd. Appello accolto, almeno in parte: Matteo Renzi ha infatti annunciato dalle
pagine del nuovo organo ufficiale dem, Democratica,
che Matteo Richetti, già portavoce della sua mozione al Congresso,
diventa «la persona della segreteria che da oggi segue la comunicazione».
Del duo
ingaggiato da Renzi per le Primarie 2017, Richetti-Anzaldi, ne rimane dunque uno. Aria da resa dei conti nei
confronti del membro della Commissione Vigilanza Rai? Niente di tutto ciò, a
sentire il diretto interessato: «Sono stato responsabile comunicazione della
mozione Renzi», ha detto Anzaldi a Lettera43.it, «ma il congresso è finito.
Tra l’altro con un risultato, la vittoria di Renzi su Emiliano e Orlando, che è
sotto gli occhi di tutti. È normale, dunque, che io sia tornato a seguire ciò
di cui mi sono sempre occupato».
«UN
CAMBIAMENTO IN RITARDO». Ma il nuovo incarico a Richetti non è l’unica novità in arrivo. Secondo
voci sempre più insistenti, infatti, nelle prossime settimane traslocherà a
Roma, direttamente da Firenze, Marco Agnoletti, già braccio destro di Renzi alla Provincia
prima e a Palazzo Vecchio poi. «Era ora, verrebbe da dire», commenta a L43
un dem vicino al numero uno del Nazareno che, però, non risparmia critiche,
«siamo in ritardo. È vero che il segretario è stato eletto da poco, ma non c’è
stata tempestività né con la Direzione né con la nuova segreteria. Per non
parlare del fronte comunicativo: c’è un segretario che ancora non ha un suo
portavoce».
Se si cerca
di innovare la comunicazione senza investimenti e al massimo risparmio è
normale che possano verificarsi incidenti di percorso tipo quello sui migranti
UN PARLAMENTARE DEL PD
Un altro
parlamentare piddino dietro garanzia di anonimato si sfoga: «Se si cerca di
innovare la comunicazione senza investimenti e al massimo risparmio è anche
normale che possano verificarsi incidenti di percorso tipo quello sui
migranti». Quindi aggiunge: «Ben venga se si è deciso di dare una sterzata alla
comunicazione. Richetti rappresenta senza dubbio un salto in avanti che riporta
il partito a quanto di buono c’era in passato, cioè un esponente politico che
dà finalmente una linea chiara e univoca».
QUANTA
CONFUSIONE TRA I DEM. Ciò che sorprende, casomai, oltre a sembrare paradossale, è il fatto che se
da un lato le iniziative mediatiche non si contano - dal lancio della piattaforma
web Bob agli appuntamenti con la rassegna mattutina Ore nove e
con Terrazza Pd - dall’altro latita una regia mediatica precisa: «Non
c’è niente, nessun responsabile e ognuno fa ciò che vuole. Senza punti di
riferimento nemmeno per la stampa che non sa a chi fare capo», attacca
l’esponente Pd. Che spiega: «D’altronde il fatto che sul sito del Pd ancora
figuri Filippo Sensi quale capo ufficio stampa è la prova della confusione che
regna in casa dem». In effetti, è proprio così: basta fare una ricerca in Rete,
digitando su Google le parole "capo ufficio stampa Pd" e la prima
voce che compare è il sito ufficiale del partito con ancora il nome
dell’attuale responsabile comunicazione di Palazzo Chigi.
A ben vedere, però, pure sull’account ufficiale del comune
di Firenze, sotto la qualifica di capo ufficio stampa, campeggia quello di
Marco Agnoletti. Non solo, ma chiamando al suo interno a Palazzo Vecchio, come
ha fatto L43,
risponde tranquillamente al telefono. Seppur senza esprimere alcun commento. Al
suo posto l’ha fatto un altro renziano della prima ora: «Ancora un po’ di
pazienza. L’arrivo di Agnoletti nella Capitale, con buona pace del sindaco
Nardella, è solo questione di tempo, ma è notizia sicura. È un po’ meno chiaro,
invece, quale sarà il suo contratto e con quali risorse verrà pagato», ha
concluso con un pizzico di malizia.
Paola
Alagia – Lettera 43