martedì 11 luglio 2017

I NUOVI CAMERIERI DI RENZI



Comunicazione Pd, si cambia ancora. Sarà la #voltabuona? Qualcosa, in effetti, si muove in casa dem. Galeotto lo scivolone sui migranti, quell'«aiutiamoli a casa loro» diffuso sui canali social del partito, col lungo strascico di malumori che ha provocato. Ma decisiva è stata soprattutto la lettera di protesta dei giovani democratici di Milano che hanno chiesto, senza giri di parole, un nuovo corso sulle strategie mediatiche del Pd. Appello accolto, almeno in parte: Matteo Renzi ha infatti annunciato dalle pagine del nuovo organo ufficiale dem, Democratica, che Matteo Richetti, già portavoce della sua mozione al Congresso, diventa «la persona della segreteria che da oggi segue la comunicazione».
Del duo ingaggiato da Renzi per le Primarie 2017, Richetti-Anzaldi, ne rimane dunque uno. Aria da resa dei conti nei confronti del membro della Commissione Vigilanza Rai? Niente di tutto ciò, a sentire il diretto interessato: «Sono stato responsabile comunicazione della mozione Renzi», ha detto Anzaldi a Lettera43.it, «ma il congresso è finito. Tra l’altro con un risultato, la vittoria di Renzi su Emiliano e Orlando, che è sotto gli occhi di tutti. È normale, dunque, che io sia tornato a seguire ciò di cui mi sono sempre occupato».
«UN CAMBIAMENTO IN RITARDO». Ma il nuovo incarico a Richetti non è l’unica novità in arrivo. Secondo voci sempre più insistenti, infatti, nelle prossime settimane traslocherà a Roma, direttamente da Firenze, Marco Agnoletti, già braccio destro di Renzi alla Provincia prima e a Palazzo Vecchio poi. «Era ora, verrebbe da dire», commenta a L43 un dem vicino al numero uno del Nazareno che, però, non risparmia critiche, «siamo in ritardo. È vero che il segretario è stato eletto da poco, ma non c’è stata tempestività né con la Direzione né con la nuova segreteria. Per non parlare del fronte comunicativo: c’è un segretario che ancora non ha un suo portavoce».
Se si cerca di innovare la comunicazione senza investimenti e al massimo risparmio è normale che possano verificarsi incidenti di percorso tipo quello sui migranti
UN PARLAMENTARE DEL PD
Un altro parlamentare piddino dietro garanzia di anonimato si sfoga: «Se si cerca di innovare la comunicazione senza investimenti e al massimo risparmio è anche normale che possano verificarsi incidenti di percorso tipo quello sui migranti». Quindi aggiunge: «Ben venga se si è deciso di dare una sterzata alla comunicazione. Richetti rappresenta senza dubbio un salto in avanti che riporta il partito a quanto di buono c’era in passato, cioè un esponente politico che dà finalmente una linea chiara e univoca».
QUANTA CONFUSIONE TRA I DEM. Ciò che sorprende, casomai, oltre a sembrare paradossale, è il fatto che se da un lato le iniziative mediatiche non si contano - dal lancio della piattaforma web Bob agli appuntamenti con la rassegna mattutina Ore nove e con Terrazza Pd - dall’altro latita una regia mediatica precisa: «Non c’è niente, nessun responsabile e ognuno fa ciò che vuole. Senza punti di riferimento nemmeno per la stampa che non sa a chi fare capo», attacca l’esponente Pd. Che spiega: «D’altronde il fatto che sul sito del Pd ancora figuri Filippo Sensi quale capo ufficio stampa è la prova della confusione che regna in casa dem». In effetti, è proprio così: basta fare una ricerca in Rete, digitando su Google le parole "capo ufficio stampa Pd" e la prima voce che compare è il sito ufficiale del partito con ancora il nome dell’attuale responsabile comunicazione di Palazzo Chigi.
A ben vedere, però, pure sull’account ufficiale del comune di Firenze, sotto la qualifica di capo ufficio stampa, campeggia quello di Marco Agnoletti. Non solo, ma chiamando al suo interno a Palazzo Vecchio, come ha fatto L43, risponde tranquillamente al telefono. Seppur senza esprimere alcun commento. Al suo posto l’ha fatto un altro renziano della prima ora: «Ancora un po’ di pazienza. L’arrivo di Agnoletti nella Capitale, con buona pace del sindaco Nardella, è solo questione di tempo, ma è notizia sicura. È un po’ meno chiaro, invece, quale sarà il suo contratto e con quali risorse verrà pagato», ha concluso con un pizzico di malizia.
Paola Alagia – Lettera 43